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DA la REPUBBLICA DEL 11 agosto 2001

I vantaggi della strada pedemontana

Un progetto che risale al Piano regolatore del ‘62
Se realizzato, migliorerebbe di molto la viabilità

BRUNO JAFORTE

SU "Repubblica" del 29 luglio, nella lettera intitolata "Questa strada non si ha da fare", il professor Giuseppe Bellafiore manifesta il proprio dissenso sulla idea di realizzare a Palermo una strada «pedemontana» proposta da Lelio Cusimano in un lungo editoriale del 26 luglio. Chi segue le vicende urbanistiche di questa ormai «infelicissima» città, ricorderà che una via pedemontana era prevista nel Prg del 1962, con motivazioni urbanistiche e di traffico che l'esperienza maturata nei molti anni trascorsi ha pienamente confermato; in altre parole, se fosse stata costruita, nel modo giusto e a tempo debito, molte situazioni critiche non si sarebbero verificate,
o sarebbero state attenuate, e l'abitato fruirebbe di una infrastruttura di cui, è doveroso riconoscerlo, si avverte negativamente la mancanza.
Viene concordemente affermato da tutti che il meridione d'Italia, ed in particolare la Sicilia, patisce pesantemente le conseguenze della mancanza di idonee infrastrutture, carenza che, rendendo onerosi e difficili i trasporti di persone e di merci, limita le possibilità di sviluppo dell'economia locale. Pertanto, la proposta non sembra frutto di «stradomania» che va combattuta da parte dagli ambientalisti, a meno che non si ritenga che l'umanità sia altro dall'ambiente e che ciò che giova agli uomini nuoce all'ambiente.
Il professor Bellafiore nutre il giustificato timore «di una nuova strada che ripeterebbe i macroscopici errori della vecchia circonvallazione» e al riguardo non gli si può dare proprio torto; però, non si può fare a meno di ricordare che, nel corso della sua interminabile costruzione, in numerose occasioni è stata proposta la riconfigurazione del suo assetto per renderla idonea alle sue molteplici e importanti funzioni, eliminando i rilevanti condizionamenti che essa impone alla città, e mai nessuno si è adoperato per attuare la soluzione giusta.
Anche quest'ultimo intervento in piazza Einstein, tanto atteso, enfatizzato e considerato risolutivo, risolve solo e parzialmente il problema locale dell'incrocio con via Leonardo da Vinci; infatti, anch'esso ha il grave difetto di origine di confermare la sistemazione a livello dell'arteria, che è l'errore fondamentale del progetto.
Infine, va ricordato, e tenuto ben presente, che l'impiego di mezzi ferroviari nel trasporto di merci, e più ancora di mezzi gommati pesanti, trova limitazioni insuperabili nei costi e nelle perdite di tempo con esso connaturati; se i raccordi ferroviari, costruiti a suo tempo per collegare i porti dell'isola con la rete ferroviaria, sono stati chiusi da molti anni è di solare evidenza che non servono più; né è immaginabile che possano nel futuro possano essere riutilizzati.
Semmai concludendo, nel rispetto delle opinioni altrui, specialmente se autorevoli, ma dissentendone per i motivi avanti esposti, sono del parere che la pedemontana (da progettare nel modo giusto) sia una di quelle infrastrutture, e sono molte, che dovrebbero essere inserite nella variante generale del piano regolatore, in quanto sotto l'aspetto della mobilità e del traffico la variante redatta a cura della passata amministrazione comunale è assolutamente deficitaria