Agenzie di stampa

Adnkronos

Agenzia Italia

Ansa

Asca

France Press
Italpress

Reuters

Associated Press


EUROMETEO.COM

 

Prima Pagina è un servizio di Albaria per evidenziare alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno essere in seguito pubblicati anche sulla rivista Albaria Magazine

Pubblicazioni
Albaria Magazine

Copyright © 2001 Albaria Magazine
Pubblicazione iscritta il 26/03/1983 al n.10 del Registro della Stampa presso il Tribunale di Palermo
E-mail: albaria@tin.it

 

 

 

 

 

 

DA LA REPUBBLICA di Palermo del 31 giugno 2001

Una giornata in capanna
giocando a tressette con i vicini

Vecchie irrinunciabili abitudini degli inquilini della spiaggia, anche di quelli famosi
il racconto

MASSIMO LORELLO

La tela di Penelope ha la forma della sabbia. Alle 9 di mattina viene spazzata via dal terrazzino ma basta un'ora scarsa perché se ne impossessi nuovamente. E, nuovamente, c'è chi impugna la ramazza e la caccia ancora una volta fuori. Il terrazzino è una piccola passerella di tavole di legno che introduce a lei: la capanna (o cabina), avamposto dei palermitani che scelgono la spiaggia di Mondello per la loro estate al mare.
Quelle casette azzurre, con i bordi gialli e il tetto rosso fragola, sono da oltre cinquant'anni un simbolo positivo e negativo, allo stesso tempo, del borgo marinaro di Palermo. Positivo per chi l'affitta ogni estate, negativo, invece, per quanti credono ancora nella spiaggia attrezzata ma libera. Dove, cioè, si può accedere senza l'obbligo di essere inquilini degli spogliatoi di legno per un'intera stagione.
Il principe Alliata, la principessa Ganci e la famiglia Ducrot, negli anni Trenta, furono tra i primi frequentatori delle capanne di Mondello. Il marchese Montallegro e il cavaliere Giovanni Grasso, grazie a un'instancabile predisposizione agli scherzi, divennero i protoanimatori della spiaggia che, anno dopo anno, aumentava il numero dei suoi frequentatori. Le capanne erano state piazzate parallelamente alla battigia. Ma c'era chi non aveva perso tempo ad approfittare dei propri privilegi. La signora Castellucci, moglie di Giovanni il capostipite, fece realizzare una struttura grande come quattro capanne. La chiamavano "Il castelletto dei Castellucci". Era lì che la famiglia, già numerosissima, convocava figli, nipoti e cugini per prendere parte a immensi banchetti a dieci metri dal mare.
A conti fatti, fu proprio la famiglia Castellucci a suggerire il più esauriente utilizzo della capanna che gli altri palermitani (specie quelli che non possono permettersi una casa di villeggiatura) hanno colto al balzo. Così, da oltre quarant'anni a questa parte, le casette di legno piazzate sulla spiaggia, oltre che spogliatoi, sono depositi di merce varia (tavolini, sedie a sdraio, poltroncine, ombrelloni) e supporti per banchetti che si consumano ogni domenica in misura crescente fino a Ferragosto. Per quella data la spiaggia si popola di famiglie impegnate in una full immersion che inizia alle 9 di mattina (con la spazzata del terrazzino) e si conclude a notte fonda, dopo l'ultima mano di briscola.
Cesto Vycpalek, giocatore e allenatore pluriscudettato della Juventus, ha la capanna all'altezza dell'arena Sirenetta. Seduto davanti a un tavolino con tre amici fidati, ogni pomeriggio offre agli astanti del suo cortile avvincenti sfide di tressette. Il suo campionato comincia i primi di giugno e finisce a settembre fin quando il tempo «tiene». Il nipote di Vycpalek, è Zdenek Zeman che - nonostante i miliardi messi già da parte grazie alle esperienze da allenatore di Lazio e Roma - non rinnega il suo amore per la spiaggia di Mondello. I vicini di capanna gli chiedono notizie sul grande calcio e lui si dimostra meno reticente e glaciale che nelle sue ormai celebri interviste a monosillabi.
Basta spostarsi di qualche cortile, per trovare un altro bar sport nascosto, ma non troppo, tra le capanne. È lì che Ignazio Arcoleo (ex giocatore ed ex allenatore del Palermo) risponde alle domande dei suoi vicini di ombrellone: «Non mi infastidisco mai - dice il tecnico - anzi, molte volte mi fa piacere. Altre volte, magari, vado di fretta e sono costretto a tagliar corto. In ogni caso, la spiaggia è un posto dove inevitabilmente si parla di calcio. Mi chiedono giudizi sugli acquisti del Palermo ma anche della Juve, dell'Inter e del Milan. Ogni tanto c'è pure qualcuno che ha un figlio o un nipote calciatore da farmi conoscere». Ma il provino da spiaggia non si celebra quasi mai: «Più che altro si tratta di una chiacchierata - dice Arcoleo - io non posso esaudire quel genere di desideri e allo stesso tempo non mi sembra giusto deludere bruscamente i sogni di un padre convinto di avere un figlio fuoriclasse». D'altra parte, il pallone conservato in capanna è considerato un'arma impropria contro chi è steso sugli asciugamani a prendere il sole e i bagnini sono inflessibili contro i trasgressori della pax del cortile.
Meglio ripiegare su altri giochi. Argomento che, inevitabilmente, chiama in causa Giuseppe Taranto, cioè lo zio Pippo, il gran cerimoniere della vita di capanna: «Nel ‘69 fondai il Centro Radio - racconta - all'inizio serviva a comunicare lo smarrimento di qualche bambino, poi è diventata una stazione dove giocare e fare musica. È durato fino all'82 quando l'allora sindaco Elda Pucci decise che dava fastidio e lo fece tacere per sempre. Ma noi i giochi abbiamo continuato a farli per la gente che vive la spiaggia a trecentosessanta gradi. Negli anni Sessanta in mezzo ai cortili c'erano le pedane e la sera si ballavano le canzoni dei Platters e di Little Tony. Erano tempi d'oro che non sono più tornati». Oggi lo zio Pippo, sebbene senza radio, propone ancora i suoi giochi: «A settembre ci sarà il "Mondello d'oro", gara per talenti di tutte le età. Il 15 agosto premieremo i migliori castelli di sabbia». La stessa che anche questa sera sarà spazzata via dal terrazzino prima di un nuovo giorno da passare in capanna.