14 giugno 2002


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Prima Pagina è un servizio di Albaria per evidenziare alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno essere in seguito pubblicati anche sulla rivista Albaria Magazine

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AMBIENTALISTI A TUTELA DI UNA DELLE SPIAGGE PIU BELLE DEL MONDO: MONDELLO


SPIAGGIA D’INVERNO BARACCOPOLI D’ESTATE 
Legambiente ha trasmesso alle autorità competenti la richiesta di revocare la concessione, un atto legale finalizzato ad innescare un procedimento amministrativo destinato a fare luce sulle inadempienze consumate prima e dopo il 1992 fino ai nostri giorni relativamente alla gestione dell’arenile di Mondello.
 


 



I
mmaginate una spiaggia, di sabbia fine e bianca che orla un mare di cristallo, che incornicia un delizioso golfo da cartolina illustrata, che decora una delle più suggestive baie del mondo.
Il vento soffia incessante, fresco e leggero, appena una brezza; le nuvole si rifiutano di sostare per più di un intero giorno, pronte a veleggiare verso siti meno ospitali di questo.
Il sole enfatizza i profili, li rende di fuoco, li esalta, li colora.
I gabbiani sfrecciano giocosi, inseguendo ora una barca da pesca, ora un natante da diporto.
Da una parte della baia, un monte a dirupo sul mare, dall’altra alcuni club nautici, che consentono a ragazzacci dai lunghi capelli e dai forti bicipiti, di scorazzare per il golfo appesi agli stessi fili a cui, i bambini, affidano gli aquiloni al cielo infinito e profondo.
In mezzo un brulicare di attività: la libreria “culturale”, la banca, tanti ristoranti, negozi, un delizioso paese incastonato, come una gemma, tra le gemme.

Tutto questo è dentro la città di Palermo e a completa disposizione della comunità internazionale. 
È un paradiso, sembra di essere ai tropici, eppure siamo a Palermo, in Sicilia, Italia, Europa.
È un paradiso, esclamano i turisti tedeschi, danesi, giapponesi, americani, australiani che capitano da queste parti da settembre a maggio…
Ma è davvero un paradiso?
Inesorabile, infatti, il calendario sfoglia le sue pagine e, dopo maggio, arriva giugno.
Ed è a giungo che il mondo si capovolge, si attorciglia, collassa su sé stesso.
Il paradiso diventa un inferno: i turisti fuggono stupiti. La spiaggia di sabbia bianca scompare, letteralmente cancellata da una moltitudine di “capanne” di legno, accostate l’una all’altra, in una frenesia di angusti cortili nella ristrettissima spiaggia di Mondello.
Assi bianche, assi rosse, assi arancio, assi verdi… Le “capanne” si riuniscono in “cortili”, i “cortili” in “settori”, quegli stessi “settori” che in alcune giornate ricordano tristi accentramenti, tristi concentramenti.
Il tutto, a rendere la similitudine grottescamente più realistica, rigorosamente sigillato da una cancellata in ferro, che solo da pochi giorni è stata alleggerita da paurosi spuntoni metallici. Pochi varchi consentono al cittadino comune l’accesso all’arenile e quindi al mare, che da Hemingway in poi è sinonimo di libertà.

Le foto ritraggono la spiaggia  di Mondello prima e dopo il montaggio delle cabine dello stabilimento balneare (periodo - 2001/2002) che la società “immobiliare Italo-Belga” ha ricevuto i diritti di concessione compreso lo Stabilimento in muratura sede permanente del ristorante Charleston per  venti (dicasi venti) anni – dal 1992 - del demanio al costo di  circa diecimila euro (circa 20milioni di vecchie lire) per impedire alla collettività di poter utilizzare pubblicamente una grande porzione della città di Palermo.

L’accesso è consentito, certo, ma solo agli estremi di una lunga spiaggia. Non c’è spazio per chi, residente, turista, altro non chiede che di raggiungere un attimo di effluvio salmastro, di inalazioni di iodio, di mare.
All’insegna del business a tutti i costi, una società – l’immobiliare italo-belga – reclama i suoi diritti e, contestualmente, azzera i diritti fondamentali del resto del mondo sotto gli occhi distratti delle autorità cittadine.
Questa società “immobiliare” ha ricevuto i diritti di concessione della spiaggia di Mondello che comprende anche lo Stabilimento ed il ristorante Charleston sul mare per ben venti (dicasi venti) anni – dal 1992 - del demanio alla modica cifra di circa diciannove milioni delle vecchie lire. Circa diecimila euro per impedire alla collettività di poter utilizzare pubblicamente una grande porzione della città di Palermo. Il tutto con ricavi esorbitanti al punto tale da rendere impossibile l’effettivo introito della società concessionaria. E già, perché ogni “utente” munito di tessera sborsa cifre sicuramente esorbitanti che non possono essere giustificate dai servizi resi, né danno giustizia alla anomala privatizzazione di un bene pubblico prezioso non soltanto per i palermitani ma per l’intera nazione. Una situazione questa contestata da tutti gli schieramenti politici dagli uomini di sinistra, di centro, di destra, un’ingiustizia che continua ad essere sopportata dagli uomini di questa terra che amano il mare.
Chi può fermare tale scempio? Chi ha il dovere di stoppare la deturpazione di una spiaggia che il mondo invidia a Palermo, alla Sicilia, all’intera nazione? La risposta è semplice e complessa al tempo stesso. Lasciamo alla fattività di Legambiente il compito di farsi portavoce, sensibile com’è ai problemi di Mondello; a Legambiente va anche il merito di avere “sensibilizzato” quelle forze cittadine che si sono mobilitate per risolvere il problema - emergenza inquinamento del mare (che necessita ancora della definizione del sistema fognario per il totale disinquinamento). Legambiente Sicilia, raccogliendo le contestazioni di migliaia di cittadini, le ha concentrate in un’ingiunzione che i suoi legali hanno trasmesso alla Capitaneria di Porto di Palermo, all’Assessorato Territorio ed Ambiente e al Comune di Palermo; nell’ingiunzione chiede in maniera forte, determinata e motivata di revocare la concessione della spiaggia di Mondello. Un atto legale per innestare un procedimento amministrativo a seguito delle inadempienze consumate prima e dopo il 1992 fino ai nostri giorni, di gestione dell’arenile di Mondello.