6 Febbraio 2004


 

 

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LA PROTESTA DEL JAZZ IN SICILIA 

IL JAZZ TROVA LA SUA ORCHESTRA PERMANENTE
Si è conclusa positivamente la drammatica protesta del maestro Garsia che il 17 gennaio scorso si era incatenato al suo pianoforte davanti al teatro Santa Cecilia, denunciando come il Jazz rischiasse di collassare e soffocare senza aiuti e subendo anche lo "scippo" del piccolo teatro seicentesco, destinato a diventare la Casa del Jazz palermitano, ma finito al Massimo come sala prove. Decisivo per risolvere la vicenda l'intervento di Fabio Granata, assessore regionale ai Beni Culturali.

di Alessandro Costanzo Matta


6 febbraio - Una settimana fa, l’idea dell’assessore regionale ai Beni Culturali, Fabio Granata, di riunire ad un unico tavolo Regione, Comune e Provincia per risolvere i problemi del Brass Group di Palermo e del Jazz.
Ieri, nella sede regionale di via delle Croci, l’incontro dei capi degli uffici di gabinetto dell’assessorato ai Beni Culturali, del Sindaco e del Presidente della Provincia rispettivamente Marco Salerno, Sergio Pollicita e Marianna Mirto con il maestro Ignazio Garsia che dal 17 gennaio  si era incatenato alla pedaliera del suo pianoforte per protestare contro l’assegnazione da  parte della Regione Siciliana del Teatro Santa Cecilia come sala prove alla Fondazione del Teatro Massimo.


(nella foto il maestro Garsia "incatenato" al suo pianoforte


Il sogno svanito di vedere il Santa Cecilia trasformato in casa del Jazz aveva innescato lo sciopero della fame del noto maestro e compositore siciliano.  
Martedì 27 gennaio la svolta: dopo dieci giorni il maestro Garsia desiste dal digiuno forzato.

“Deus ex machina” l’assessore Fabio Granata, che ha resettato tutto affermando a chiare note che «Il teatro Santa Cecilia non è stato, né può essere ceduto al teatro Massimo perché viene finanziato con fondi europei, destinati a strutture pubbliche. Se passasse a una fondazione privata non potrebbe essere più restaurato».
Inoltre ecco Palazzo Riso, riservato alle arti contemporanee, al teatro ed alla musica colta contemporanea, Jazz in testa, la sala del secondo piano dell’Oratorio dei Bianchi, disponibile per il Brass, ed ancora la fondazione della Fondazione di musica jazz ed un’orchestra regionale stabile.  Pronto poi anche un calendario ad hoc per i concerti più importanti del Brass, predisposto da Francesco Cascio, assessore regionale al Turismo e agli Spettacoli.

Il rapporto sinergico fra Regione, Comune e Provincia si è concretizzato ieri con tutte e tre le istituzioni impegnate formalmente a promuovere la conversione del Brass Group in Fondazione, il cui comitato promotore è stato legalmente costituito ieri stesso: fra i primi sostenitori l’architetto Rosanna Pirajno, il vicepresidente del Teatro Massimo, Gaetano Armao, ed il compositore Marco Betta.
Dunque, al termine di questa significativa vicenda, tutti concordi sulla necessità di istituire un’orchestra di jazz permanente che dovrebbe, come spiega lo stesso maestro Tarsia, « essere impegnata undici mesi l’anno e retribuita in base a contratti rinnovabili annualmente». 
Ancora  qualche dubbio sugli spazi da destinare al Brass, ma con la conferma da parte di Granata e del suo Assessorato di poter mettere a disposizione il salone Fumagalli dell’Oratorio dei Bianchi per le prove dell’orchestra dovrebbe aver messo la parola fine ad una situazione incresciosa e che ha visto attirare su di sé i riflettori solo in seguito alla drammatica forma di protesta messa in atto da un uomo che chiedeva solo di poter suonare la musica che condivide con migliaia di appassionati e che in Sicilia trova da sempre un fertilissimo e più che produttivo terreno dove crescere e svilupparsi.