2 maggio 2004


 

 

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LA PERLA DEL MEDITERRANEO

L'OFFSHORE DEI FLORIO
Archiviata la prima edizione della Mondello Cup, prima prova del campionato italiano 2004 di offshore endurance, riviviamo le emozioni di un'altra gara di velocità sul mare, la "Perla del Mediterraneo", prestigiosa competizione che si svolgeva nelle acque di Mondello e dell'Addaura fino all'Acquasanta solo nel 1907...

di Alessandro Costanzo Matta
foto di Alemat
tratte da Rapiditas - Roma 1907

 


2 maggio 2004 – Lo “Stura” dalla costa francese giunge nel porto di Palermo. Il 28 aprile del 1907 è una giornata splendida. Dal vapore italiano, noleggiato dal “ Comitato Feste e Riunioni Sportive”, scendono i proprietari, i corridori, i meccanici di New Trèfle III, Ex- Nihil, C. P. II, Gallinari II, All’Erta, Adele e Flying Fish. “Canotti - automobili”, offshore ante litteram, imbarcati a Nizza e arrivati in Sicilia per l’esordio della “Perla del Mediterraneo”, una delle regate autonautiche più prestigiose dopo i raid di Monaco, Nizza ed Evian.

Una tassa di entrata di L.100 per l’ammissione alla corsa. Trasporto di andata e ritorno gratuito, su particolare intercessione del presidente del Comitato cav. Vincenzo Florio. Ambita la raffinata targa liberty di René Lalique in oro e smalto, con incastonata una perla del valore di ottomila lire, premio destinato al vincitore della gara. Che appare ridimensionata rispetto all’edizione del 1906 saltata in seguito allo sciopero marittimo di Genova. Non un giro intorno alla Sicilia, in sei tappe per complessivi 842,660 Km con Palermo come punto di partenza e di arrivo, ma un circuito nautico più dinamico: dieci giri di 10 Km ciascuno. Due le categorie: Racers e Cruisers non più divise in tre serie (8 -12 -18 metri), ma con una lunghezza fra le perpendicolari non superiore a m. 12. Da cinquantamila a diciottomila lire i premi in palio di cui L. 2000 e la “Perla” al primo assoluto; L. 4000 al primo cruiser se il vincitore è un racer e viceversa; L. 1200 e L. 800 rispettivamente ai secondi e terzi di entrambe le classi.

Fra gli iscritti, oltre alle imbarcazioni a bordo dello Stura, Daimler II e III due scafi Sounders di Lord Howard de Walden, Lorrain-Diétrich di Pérignon con scafo Quernel, Martini di Guerville e Ruthvez con scafo Megevet, New Trèfle II scafo La Sirène di Thubron, Jeannette del cav. Vincenzo Florio con scafo Gallinari e motori Itala, Sec scafo Gallinari dell’italiano Gilli ma con motore Mors e Naval scafo Despujols con motore Mutel del francese Deville.

Ad inizio secolo gli scafi dei “canotti automobili” sono in legno, con carena “a tre punti”[1] e vengono costruiti interamente a mano, non esistono ancora il compensato marino, la vetroresina e il kewlar, né le carene piatte e a V, né le eliche di superficie e la trasmissione integrata. E se il meeting siciliano ha la prerogativa di riunire anche i concorrenti delle competizioni di Monaco e Nizza, di contro è penalizzato dallo svolgersi immediatamente dopo questi due importanti appuntamenti del yachting internazionale. La prova monegasca infatti si era appena disputata in condizioni avverse: alcuni canotti del tutto fuori uso, le due lance inglesi Daimler, il New Trèfle II e il Martini con gravi rotture. A Livorno i cantieri Gallinari non fanno in tempo a riparare i malconci Sec e Jannette, costretti a rinunciare alla gara di Palermo.

Stazione invernale à la page, meta primaverile fra le più ambite  dagli stranieri, il capoluogo siciliana registra in quell’anno un incremento significativo: da 10.000 presenze del 1902 a oltre 50.000. Il Comitato Panormitan ha stanziato più di L. 150.000 per incrementare la naturale bellezza dei luoghi con ragguardevoli impianti, ricchi premi e un nutrito programma supportato da un’organizzazione impeccabile.

Aristocratici siciliani e sportsmen italiani, inglesi, francesi, si aggirano eleganti tra i giardini di Villa Igea. Numerosi i Palermitani sulla spiaggia dell’Acqua Santa. Dalle terrazze dello splendido albergo e dalla riva occhi puntati sul golfo di Palermo: incuriositi e attenti a non perdere un solo istante della prodigiosa gara. Alla partenza Flying Fish, Gallinari II e New TrèfleIII per la categoria racers, C. P. II, Adèle e All’Erta per quella cruisers. Si applica il regolamento della “Perla” integrato da quello di Monaco. Cielo trasparente, temperatura mite, calma piatta. Gli scattanti cruisers e i maneggevoli racers hanno la possibilità di esprimere al meglio potenza e velocità sul percorso siciliano.

Al via le “lance-automobili” sprigionano tutta la grinta dei loro propulsori. Il motore Delahaye del Gallinari II ha presto un cedimento… rallenta… Ne approfitta l’inglese Flying Fish di M. Lionel di Rothschild con scafo Saunders e motori Wolseley al posto dei Napier. Con gli intrepidi piloti Yarrow e Napier si porta al comando. All’Erta di Paolo Letta è in seconda posizione: lo scafo (Gallinari) slanciato, elegante e il motore F. I. A. T. sorprendente. Ad ogni giro i tempi di ciascuna imbarcazione sono riportati su una speciale tabella. Sia pubblico che piloti hanno così sempre sotto controllo l’ andamento della corsa. Ultimato il settimo giro C. P. II, costruito a Napoli con motore Thornycroft, si ritira. Spruzzi di schiuma bianca, l’agile racer dell’inglese Thubron, New Trèfle III, che monta un motore Brasier su scafo Lein, segue di poco distaccato Adèle di Zanelli, sempre terzo. Per tutti e dieci i giri l’assetto iniziale rimane invariato.


(nella foto, il vincitore Flying Fish)

Al traguardo di Villa Igea vincitore della “Perla del Mediterraneo” è il numero 4 Flying Fish. Il cronometrista Marley registra un tempo complessivo di 2 ore, 18 minuti e 50 secondi ad una media di 43, 560 Km/h. Una gara indimenticabile, tutti ne parlano: la Rivista Nautica, i francesi Sports, Auto, Yachting Gazette e in Inghilterra Yachtsman e Yachting World.

Molti anni più tardi si vedranno sfrecciare bolidi in vetroresina o in kevlar e carbonio da 350 chilometri orari: come quello del team di Corrado Rizzardi, che trent’anni fa cominciò la sua carriera di costruttore proprio a Mondello e che, con una gara di anticipo, a settembre 2003 ha conquistato il titolo mondiale e italiano Endurance Powerboat P1Evolution in occasione del Grand Prix Città di Palermo, disputato nella splendida cornice della Marina di Villa Igea, sullo stesso specchio d’acqua in cui si svolse la mitica “Perla del Mediterraneo”.

 [1] Per via dei tre punti di appoggio uno a poppa e due nella regione prodiera, per stabilizzare l’imbarcazione.