20 dicembre 2004


 

 

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SPORT E AMBIENTE

RIAPERTA DOPO SEI ANNI LA PISTA DI PATTINAGGIO A PALERMO 
Nove mesi ed infine la tanto sospirata riapertura: l'amata pista di pattinaggio del Giardino Inglese è stata ufficialmente riconsegnata alla cittadinanza dal sindaco Diego Cammarata e
dall'assessore allo Sport Stefano Santoro domenica 19 dicembre. Con questo impianto, completamente rifatto e funzionante, si definisce il tratto del parco cittadino ritornato all'antico splendore lungo via Notarbartolo al centro della città con le opere di restauro della casa del custode e della fontana



di Kristian Guttadauro


20 dicembre - Erano in tanti domenica mattina per assistere alla riapertura della pista di pattinaggio del Giardino Inglese, per anni abbandonata.
Grazie alle pressioni del comitato provinciale della Fihp (Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio) ed all'intervento diretto dell'assessore allo Sport del Comune di Palermo, Stefano Santoro, sempre attento e sensibile ai problemi della città legati allo sport ed alla possibilità di metterlo in pratica, finalmente un tassello dell'incantevole mosaico rappresentato dal Giardino Inglese è ritornato al suo posto.
Negli ultimi mesi la svolta e ieri mattina gli studenti di numerose scuole palermitane e molti passanti e curiosi hanno potuto riapprezzare le performance di atleti come Luca D'Alisera e Tanja Romano, campioni del mondo di pattinaggio artistico o della giovane catanese (otto anni da poco compiuti), campionessa italiana di artistico tra i giovanissimi.
Grazie a questa inziativa di profonda civiltà e cultura sportiva saranno in tanti a riscoprire uno sport nuovo ed a poterlo praticare in un salotto di rara bellezza come quello offerto dal Giardino Inglese al centro della città.
Un parco che insieme al rifacimento della pista si è rifatto il look lungo il versante che corre di fianco alla via Notarbartolo, grazie ai lavori di ristrutturazione che hanno visto l'abbattimento di costruzioni abusive accanto alla fontana ed alla casa del custode, entrambe restaurate.

 
Foto alemat - In alto la pista di pattinaggio ristrutturata con alcuni bambini che anche sotto la pioggia non hanno rinunciato a pattinare. Sopra la casa del custode del Giardino Inglese con la fontana attiva dopo il restauro.

Tanti anni di abbandono, circa sei di polemiche tra progetti per il rifacimento dell'impianto che si arenavano di fatto nei vari piani della burocrazia comunale dai quali potevano uscire solo con una volontà ben precisa e determinata, come quella dell'attuale amministrazione comunale.
"Quella appena conclusa è un'opera  importante che restituirà agli appassionati e agli atleti uno storico impianto, chiuso da troppi anni", ha spiegato Santoro facendo eco a quanto precedentemente detto dal sindaco Diego Cammarata.
"Restituiamo alla città un luogo di intrattenimento e di sport. La ristrutturazione dell'impianto rientra tra le iniziative che l'amministrazione comunale sta portando avanti per migliorare la fuzionalità e la fruibilità delle strutture sportive - continua il sindaco - Palermo è stata candidata insieme a Varsavia, Dusseldorf e Stoccarda a ricevere il premio "Capitale europea dello sport" per il 2007 ed è la prima città italiana ed essere stata designata".

Questa volontà si è alla fine manifestata e, vistato il progetto di ristrutturazione dell'impianto proposti dalla stessa Fihp, il Comune rappresentato da Santoro ha dato il via ai lavori che dopo nove mesi hanno restituito alla città la sua pista.
Un impianto che sarà aperto ad amatori così come agli sportivi, per lungo tempo penalizzati dall'insufficienza delle piste alternative, ridotte in città solo a quella del Dopolavoro ferroviario in via Notarbartolo, peraltro di dimensioni ridotte.
Così l'attività sportiva palermitana che pure ha prodotto nel tempo grossi campioni si è dovuta riadattare ad una situazione precaria e difficile, a volte costretta anche ad "emigrare" così come ha fatto la Phoenix Palermo, il team di hockey inline che milita in serie A2 con prospettive di promozione nella massima serie, andata a giocare a Isola delle Femmine, mentre i cumuli di foglie secche e sacchi neri dell'immondizia crescevano sulla pista abbandonata.