11 aprile

 

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è un servizio di Albaria nato nel 1998, per evidenziare alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno essere in seguito pubblicati anche sulla rivista Albaria Magazine
 

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Pubblicazione iscritta il 26/03/1983 al n.10 del Registro della Stampa presso il Tribunale di Palermo
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Ambiente

LINEA DURA DELLA CAPITANERIA DI PALERMO

CONTRO LA PESCA CON LE SPADARE
DOPO IL SEQUESTRO LE RETI PROIBITE SARANNO DISTRUTTE

Nei mari del Mediterraneo il fenomeno della pesca abusiva con le “spadare” è ancora molto diffuso. Visti i blandi risultati ottenuti dalle politiche di riconversione delle reti derivanti d’altura, vietate dalle leggi dell’Unione Europea, la Capitaneria di Porto di Palermo ha deciso di passare alle maniere forti a suon di denuncie e con la sistematica distruzione di tali mezzi non consentiti che, barriera impenetrabile per ogni genere di pesce, costituiscono una seria minaccia alla fauna marina dei nostri mari già troppo penalizzati da queste forme indiscriminate di pesca intensiva.

"Spadare" a bordo di un peschereccio

A distanza di una settimana dal sequestro di 22 chilometri  di “spadare” al largo di Ustica, le reti derivanti d’altura vietate dalle leggi dell’Unione Europea,  il comandante della Capitaneria di Porto di Palermo Ferdinando Lavaggi ne ha disposto la distruzione definitiva, insieme ad altri 77 chilometri sequestrati negli ultimi mesi dall’Ufficio circondariale marittimo di Porticello.
Le reti proibite confiscate, per un ammontare di circa 150 mila euro, sono state consegnate ad una ditta specializzata che si occuperà dell’eliminazione.
"Nonostante lo Stato e l’UE si siano impegnati economicamente in politiche di riconversione per contrastare l’uso di queste reti – afferma il comandante dell’Ufficio di Porticello, Luciano Caddemi – per salvaguardare il patrimonio ittico e ambientale dei nostri mari, oggi c’è ancora chi, pur avendo usufruito dei contributi previsti, continua illecitamente questo tipo di pesca".
Previste anche denuncie per truffa per diversi pescatori che, percepiti i contributi europei per la riconversione delle spadare, hanno continuato ad utilizzarle impunemente. Dalla Capitaneria annunciano l’intensificazione di nuovi controlli su pescatori ed imbarcazioni, anche in vista dell’imminente pesca del pescespada, e  già sono in corso accertamenti per smantellare altri 17 chilometri di reti abusive.