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11 ottobre 2007


 

 

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Mostre
RESTAURATO ALL'ISTITUTO NAUTICO DI PALERMO IL MODELLO DI UN VASCELLO DEL ‘700
In mostra permanente all’Istituto Nautico “Gioeni – Trabia” di Palermo (dal lun. al sab. ore 9-13), è possibile ammirare il modello di una nave risalente al XVIII secolo, interamente restaurato da un “navigato” ex maestro d’ascia, il modellista Giovanni Provenzano. Presentata e inaugurata presso l’istituto stesso, il 3 ottobre u.s., nell’ambito dei mercoledì della Soprintendenza del Mare di Palermo, la nave è stata riportata al suo originale splendore, scoprendone la bellezza della sua pregevole fattura d’epoca e facendone un prototipo di grande interesse, grazie al contributo del Consolato Regionale del Mare di Palermo e alla capacità del maestro Provenzano, coadiuvato dall’entusiasmo degli allievi della “Sezione Costruttori” del Nautico.
 

 


Il "Vascello Maltese" dopo il restauro



di Alemat

Fra i tesori sepolti non dal mare o dalla sabbia, ma dall’incuria del tempo, il modello è rimasto custodito per oltre duecento anni all’interno delle “stive” di quello che, sul finire del ‘700, fu il primo collegio nautico d’Italia. Nel 2004, fu notato da uno studente che incominciò il restauro, passato successivamente nelle mani esperte di Provenzano. Che, oltre ad insegnare da più di due anni la sua arte certosina agli allievi del Nautico, è anche vicepresidente dell’Associazione culturale “Vecchia Tonnara di Vergine Maria”, divenuta in breve tempo un autentico polo di riferimento per tutti i modellisti navali palermitani e non solo.
”Inizialmente ero convinto si trattasse di una fregata inglese,” - dice Provenzano - “ma, andando avanti nel restauro, dai fregi rinvenuti sullo scafo se ne deduce l’appartenenza al Sovrano Ordine Militare di Malta, tanto che si è deciso di ribattezzare questo vascello senza nome con quello di Vascello Maltese”.
Il nome del due ponti a tre alberi resta infatti un mistero, forse San Giovanni dall’immagine del Battista riapparsa nel quadro di poppa, così come la sua provenienza. Forse la nave in miniatura fu portata in Sicilia dagli Ospitalieri cacciati da Malta da Napoleone nel 1798 o fu realizzata come didattica d’ingegneria navale dagli allievi dell’epoca, quando il vascello era in rada a Palermo.
”Certo è che si tratta del modello in scala uno a ventiquattro di un vascello di linea del quarto rango (ovvero dotato di 54 cannoni) del XVIII secolo” - afferma l’ingegnere Giorgio Cambiano, docente di “Costruzioni Navali” del Nautico – “e di fattura maltese, confermata dalla presenza di blasoni, che il capitano Vincenzo Di Bartolo, presidente del Consolato Regionale del Mare, riconduce a nomi quali Manoel de Vilhena, Marcantonio Zondadari, Ramon Perellos esponenti di casate di Principi gerosolimitani”.
All’interno dell’Istituto Nautico resta ancora un grande patrimonio legato alla cultura del mare tutto da far rivivere. Il restauro del Vascello Maltese è solo l’inizio del recupero di opere di notevole pregio e largo respiro, dalla modellistica alla cartografia fino all’attrezzistica navale, nella prospettiva di una fedele ricostruzione della cantieristica navale antica e di tutti i possibili usi e costumi marinari e marinareschi del passato, a concreto incremento dell’offerta culturale della città di Palermo.
 


Per ulteriori informazioni:


www.nauticopa.it

www.modellistipalermitani.it

 

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