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31 luglio 2009


 

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Vela: 33° Coppa America
SVOLTA NELLA COPPA AMERICA: NELLA PROSSIMA EDIZIONE CI SARANNO ANCHE I “MOTORI”
L’ultima novità uscita fuori dal tribunale americano dove Oracle e Alinghi si azzuffano ormai da mesi rischia di lasciare sconvolti i ‘puristi’ della disciplina: gli svizzeri potranno introdurre nel loro avveniristico catamarano gli apparati idraulici per equilibrare il peso sull’imbarcazione e i “motori” per la regolazione delle vele. “E’ un giorno triste”, dicono gli statunitensi. Che, intanto, fanno sapere a Green Comm Challenge che le porte per partecipare alla trentatreesima America’s cup sono chiuse

 

di Dario Prestigiacomo
 

31 luglio -  Già tifosi e appassionati si erano dovuti arrendere alla chiusura della Louis Vuitton cup, alla ormai certa assenza di una sfida multi challenge e alla sostituzione dei tradizionali monoscafi con i ‘mostri’ a tre o due scafi. Adesso, però, l’ultima novità uscita fuori dal tribunale americano dove Oracle e Alinghi si azzuffano ormai da mesi rischia di lasciare sconvolti i ‘puristi’ della vela: la prossima edizione dell’America’s cup, infatti, potrebbe essere la prima con i ‘motori’ sulle barche a vela dei contendenti.
LA SENTENZA - E’ questo, infatti, il frutto della sentenza firmata dall’ormai noto Shirley Kornreich, giudice della Corte Suprema dello Stato di New York, che sta seguendo l’infinita diatriba tra il defender svizzero e il contendente statunitense. Dopo le prime sentenza favorevoli a Oracle, stavolta il giudice ha accolto le rimostranze di Alinghi, che potrà così introdurre nel suo avveniristico catamarano alcuni accorgimenti cui Oracle si era opposto: l’installazione degli apparati idraulici (detti ballast) per equilibrare il peso sull’imbarcazione e i ‘motori’ per la regolazione delle vele.
LA SODDISFAZIONE DI ALINGHI - “Siamo molto soddisfatti della sentenza – ha detto Fred Meyer, vice commodoro della Société Nautique de Genève, il club di Alinghi - Questa decisione lascia intendere che la stessa ha capito quali sono i diritti che il Deed of Gift riconosce al defender, autorizzando la Société Nautique de Genève a fissare le regole per l’imminente 33ma America’s Cup. La decisione del giudice ha inoltre riconosciuto la validità dell’accordo sottoscritto tra la Société Nautique de Genève e l’Isaf a dimostrazione del fatto che la Société Nautique de Genèvesi sta impegnandosi per riportare la competizione sull’acqua”.
L’AMAREZZA DI ORACLE - Di parere opposto, ovviamente, il commento del consorzio americano. “E’ un giorno triste per la coppa America – ha detto il portavoce Tom Ehman - Per la prima volta nella storia della coppa, sarà permesso usare motori per la regolazione delle vele e computer per il controllo delle barche. E non è davvero un bene per il nostro sport”.
IL SOGNO INFRANTO DI GREEN COMM – Mentre i due contendenti continuano le loro battaglie legali, sembra ormai sfumato il sogno del Circolo Vela Gargnano di inserire il proprio consorzio, Green Comm Challenge, nella corsa per la prossima coppa America. Il circolo ha inviato nella scorse settimane la richiesta ufficiale di partecipazione al Golden Gate Yacht Club, il club di Oracle, cui spetterebbe l’ok finale per eventuali candidature alla trentatreesima edizione. Ma la risposta degli statunitensi non lascia adito a dubbi: “La nostra posizione – si legge nella lettera - è che non abbiamo intenzione di organizzare una selezione tra challenger prima che la Société Nautique de Genève si renda disponibile a sottoscrivere un protocollo basato sul mutuo consenso e tutte le parti, incluso il defender, siano soggette alle stesse regole. La Société Nautique de Genève non è disponibile in tal senso, e senza mutuo consenso non possiamo andare avanti in tale direzione”.
Piuttosto chiara è anche la conclusione della lettera: “Ne consegue che ogni azione deciderete di intraprendere in preparazione dell’evento continuerà ad essere a vostro totale rischio”.

 

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