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11 maggio 2010



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Riceviamo e pubblichiamo
Cronaca di Palermo

La Società Mondello
e una speculazione che deve finire

Tante cose sono da rivedere a Palermo: tante concessioni, per esempio, concordate a tavolino per far arricchire questo o quel gruppo di faccendieri, spesso non siciliani, ma sempre piovre dai tentacoli lunghi, tanto lunghi da avvinghiare coscienze, interessi, istituti.
La verità è sempre la seguente: la Sicilia è stata considerata sempre, diciamo sempre, dall’Unità ad oggi, terra di conquista, dove tutto può essere lecito, soprattutto i più loschi affari.
E la Sicilia ha sofferto di questo terribile male, si è vista intisichire e sfruttare la sua economia, si è vista stroncare le sue iniziative.
Tutte le industrie nate in Sicilia sono state costrette a chiudere i battenti o sono state assorbite dai gruppi continentali.
La Sicilia doveva sempre rimanere un mercato di consumo; una colonia.
Questa pesante, avvilente atmosfera generale pesava su tutti gli affari orientava tutti gli affari verso la speculazione.
E la speculazione ha imperato in tutti i campi.
Una speculazione è stata, per esempio, quella della Società Mondello.
A poco a poco, questa ridente spiaggia dei palermitani, data in concessione per la salute dei palermitani, per lo svago dei palermitani, è diventata una fonte di speculazione bella e buona, e il popolo è stato a poco a poco privato dei benefici della vita marina.
La Società Mondalo, per l’atto di concessione originario, si obbligò tra l’altro, di eseguire a regola d’arte la fognatura, di costruire le scuole, di costruire un albergo pari all’importanza della spiaggia, di costruire una chiesa in sostituzione di quella esistente, demolita per vendere il terreno di risulta a carissimo prezzo, perché situato lungo la strada di Valdesi.
Le scuole non sono state costruite, l’albergo è sempre in progetto, a chiesa è stato adattato un magazzino.
E così la Società credette di aver adempiuto ai suoi obblighi.
Si pensò che lo avrebbe fatto in seguito, anche perché gli affari della Società dovevano andar molto bene.
Il Comune tiepidamente ha tentato di far valere il suo diritto nei confronti della Società. Ma la Società disponeva di una magnifica spiaggia, di belle cabine di legno, di terreni di risulta da vendere. E si sa che, quando esistono tutte queste belle cose, la mente divaga e rimanda a tempo indeterminato la soluzione di molti urgenti problemi.
Se non che Mondello ha sempre attirato l’attenzione di molti, e soprattutto di quella gente dedita ai buoni affari.
La Società Elettrica riteneva come un peso morto la Società Mondello e doveva disfarsene. Perché la ritenesse un peso morto è un vero e proprio mistero.
Comunque voleva ad ogni costo disfarsene.
Ed, infatti, qualche anno fa la Generale Elettrica cedette lo stabilimento balneare, le aree fabbricabili ed i terreni tutti di Mondello a vilissimo prezzo, pagabile a rate, ad un gruppetto di uomini, noti per la loro abilità negli affari.
La Società Mondello in mano a codesti esperti cominciò a fruttare tesori.
Naturalmente non tutte le ciambelle riescono col buco: la guerra  guerreggiata in Sicilia e l'occupazione militare delle Truppe Alleate hanno tagliato gli artigli del guadagno.
Ma esso resta in potenza nelle mani di codesti signori.
Or è da rivedere, secondo noi, tutta la concessione, al fine di stabilire se non sia il caso, proprio il caso, di rivendicare al Comune il diritto di mettervi le mani, date le insolvenze da parte di tutti quelli che hanno gestito la Società Mondello.
Ci riserviamo di entrare nei dettagli della questione.

Pubblicato in data 21 ottobre 1943 su SICILIA LIBERATA

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