Prima Pagina
 
è un servizio di Albaria nato nel 1998, per evidenziare alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno essere in seguito pubblicati anche sulla rivista Albaria Magazine

 

 

Copyright ©
Albaria
Pubblicazione iscritta il 26/03/1983
al n.10 del
Registro della Stampa presso il Tribunale di Palermo.
Tutti i diritti
sono riservati

 


 


E-maill
albaria@
albaria.com

 

Sbobinemento testo da Video
Primo Piano RAI3

Estrapolazione completa della trasmissione Rai3
Primo Piano  28 febbraio 2001

Interviste: Chicco Forti (dal carcere di Miami)
PAUL STEINBERG (Avvocato che curava gli affari di Forti)
DONALD BIERMAN – AVVOCATO DIFESA FORTI
DANIEL GRECH – HERALD TRIBUNE (giornalista)
*john gale – UN giudice DI miami

Il PM Reid Rubin del processo Forti non ha accettato l’intervista della Rai facendosi negare molte volte e rendendosi le altre irrintracciabile per non essere intervistato.

(02:00)
NELL’estate del ’97 ENRICO FORTI FINISCE AL CENTRO DELLE CRONACHE PER ESSERE RIUSCITO ad acquistare i diritti sulla casa galleggiante, DOVE POCO TEMPO PRIMA VIENE TROVATO MORTO IL SERIAL KILLER ANDREW CUNANAN, L’UOMO INDICATO COME L’ASSASSINO DI GIANNI VERSACE. L’AVEVA FATTA VISITARE A REGISTI E GIORNALISTI, VOLEVE FARNE UN MUSEO E GIRARE UN FILM SULLA MORTE DELLO STILISTA. MA IL PROGETTO VA A PICCO INSIEME ALLA CASA CHE, DOPO ESSERE MISTERIOSAMENTE AFFONDATA PER METa', VIENE DEMOLITA DALL’AUTORITa' PUBBLICA DI MIAMI PERCHe' RITENUTA UN PERICOLO PER LA NAVIGAZIONE.

ALLA fine del 97 thomas knott, un faccendiere tedesco, suo vicino di casa, nell'esclusiva williamS island, gli presenta l'australiano antHony pike, suo amico e proprietario di un albergo a ibiza,

in spagna. un tempo meta dello star sYsteM e poi decaduto.

l'uomo gli propone l'acquisto dell'hotel, forti accetta, e i due siglano davanti a un notaio il contratto preliminare, con anticipo di 25 mila dollari.

16 feb 1998 – virginia key – isola che si allunga sotto miami beach -  VIENE trovato il corpo SENZA VITA di ANTHONY dale pike, FIGLIO DELL’IMPRENDITORE AUSTRALIANO.

IL GIORNO PRIMA, DOMENICA 15 FEBBRAIO FORTI, ERA ANDATO A PRENDERLO ALL’AEROPORTO DI MIAMI DADE, GLI AVEVA ANCHE PAGATO IL BIGLIETTO AEREO PER VENIRE IN FLORIDA.

(Chico Forti:) - “Ci ho parlato prima del suo arrivo, il 15 di febbraio e diverse volte al telefono, ma di persona non l'avevo mai conosciuto. Doveva trascorrere una settimana con noi, prima di incominciare a lavorare nell'albergo con qualche lavoro umile. Il figlio  era stato cacciato dal padre, 9 anni prima, per uso di droghe e per altre cose, non si era comportato come doveva comportarsi, ma il padre mi ha chiesto, senti, diamogli un'altra possibilita', l’aereo non era arrivato e aveva un ritardo, lo chiamo diverse volte, fino a che riesco a rintracciarlo, e saliamo in macchina per andare verso casa mia, a Williams Island”, -

MA I DUE NON VANNO A WILLIAMS ISLAND. L’AUSTRALIANO, RACCONTA FORTI, CHIEDE DI ESSERE PORTATO AL RUSTY PELICAN, UN RISTORANTE VICINO ALLA SPIAGGIA DOVE L’HANNO TROVATO UCCISO. La', DICE, CI SONO DEGLI AMICI CHE LO ASPETTANO. ARRIVANO SUL POSTO POCO PRIMA DELLE 7 DI SERA. AL PARCHEGGIO DEL RISTORANTE, UN UOMO, DENTRO A UN’ AUTO BIANCA, STA ASPETTANDO. FORTI HA FRETTA, ALLE 7 DEVE ESSERE A FORT Lauderdale, L’ALTRO AEROPORTO DI MIAMI, A PRENDERE SUO SUOCERO.

(-“lo lascio, lo vedo entrare nella macchina, circa verso le 7:15, uscendo dal parcheggio chiamo mia moglie e dico, guarda sono sulla strada, arrivo all’aeroporto di Fort Lauderdale verso le 7:45, e prendo il padre di mia moglie, mio suocero, e torniamo verso casa.”)

IL GIORNO DOPO, IL 16 FEBBRAIO, TRA GLI ALBERI CHE STANNO DI FRONTE ALLA SPIAGGIA DI  VIRGINIA KEY, LA SPIAGGIA DEI WINDSURFISTI PIU' FAMOSA DELLA FLORIDA, VIENE TROVATO DA UN WINDSURFER IL CORPO SENZA VITA DI ANTHONY PIKE JUNIOR, DALE PIKE.

IL CORPO e' A FACCIA IN GIU', NUDO, CON DUE COLPI DI PISTOLA SPARATI ALLA NUCA. POCO DISTANTE, IL CARTELLINO D’INGRESSO NEGLI STATI UNITI.

LA MORTE, SECONDO I PERITI  E' AVVENUTA TRA LE 6 E LE 8 DELLA SERA DI DOMENICA 15 FEBBRAIO.

NON CI SONO TESTIMONI.

L’ARMA DEL DELITTO,  UNA CALIBRO .22, NON e' MAI STATA TROVATA.

QUANDO VIENE INTERROGATO DALLA POLIZIA, PER LA PRIMA VOLTA, FORTI NEGA DI AVERE VISTO DALE PIKE ALL’AEROPORTO. UNA BUGIA CHE RITRATTA SUBITO, MA CHE GLI COSTERa' MOLTO CARA.

e' L’INIZIO DELL’INCUBO. MA PERCHE' CHICO FORTI HA MENTITO?

(05:43 – 06:17 Intervista Chico)
“Ho mentito perche' loro mi hanno mentito. Quando mi hanno detto che il padre era morto, il loro messaggio era: il figlio e' morto, il padre e' morto; il figlio doveva venire e doveva vedersi con te, il padre doveva vedersi con te, sono finiti.. tutti e due hanno avuto una brutta fine, ho avuto paura, e' indubbio che ho avuto paura, chiunque avrebbe avuto paura in questa situazione. Il fatto di volermi preparare o il fatto di voler parlare con un avvocato, la giustificazione e' difficile, pero' credo che chiunque al mio posto si sarebbe comportato allo stesso modo”.

e' CERTO, QUINDI ENRICO FORTI HA MENTITO, MA NON BASTA PER ARRESTARLO CON L’ACCUSA DI OMICIDIO. QUANDO LA POLIZIA LO ARRESTA PER FRODE, IN SOSTANZA DICE VOLEVA ACQUISTARE UN ALBERGO AD IBIZA PAGANDOLO MENO DEL SUO VALORE. UN AFFARE CONTROVERSO, SOSPETTO. UN AFFARE REGOLARE O NO?

06:37   PAUL STEINBERG – AVVOCATO
“Chicco Forti stava concludendo con Anthony Pike un accordo vincolante sull’acquisto del suo hotel.

Io ho incontrato Anthony e Chico a Parigi, e Pike mi disse che era molto contento di questo affare.

Poco tempo dopo si sono recati ad Ibiza, da un notaio scelto da Anthony Pike, l’accordo prevedeva che lui avrebbe continuato a gestire l’hotel come manager.

Mi ha davvero sorpreso sapere dopo la morte di suo figlio, Dale Pike, che lui e suo figlio, non erano contenti dell’affare.”

07:14   DONALD BIERMAN – AVVOCATO DIFESA
“Le accuse di frode sono tutte cadute, Chico non e' mai stato processato per frode. L’accusa, aveva dato il non luogo a procedere, ma nel processo per omicidio, il giudice non ci ha mai permesso di chiarire. Cosi' la giuria puo' avere creduto al movente della frode, sebbene esso, non ci sia mai stato.”

(07:34 – 07:58 Intervista Chico )
“Mi hanno arrestato con delle accuse completamente fasulle, sapendo che erano fasulle e me lo hanno anche detto, perche' tanto sapevano, mi hanno detto gli italiani qua sappiamo come sono, o sono mafiosi o sono banditi, questa e' stata la prima cosa: Hanno preso le foto dei miei figli, le hanno strappate, ci hanno sputato sopra, le hanno buttate nell’immondizia, mi hanno detto: “Questo e' quello che… non c’e' nessun tipo di simpatia da parte nostra”.

“The billioner”, il miliardario, cosi' Forti viene chiamato dalla stampa americana, eppure in una pausa del processo Forti avrebbe potuto scappare, salvarsi, rifugiarsi all’estero. Non lo fa, invece E aspetta con fiducia, una fiducia mal riposta, come vedremo, il procedimento.

Il 12 maggio 2000 – davanti al giudice Victoria Platzer si apre il processo.

Lo Stato contro Enrico forti. Gli avvocati della difesa, tra i migliori di Miami, sono sicuri di vincere.

08:26   DONALD BIERMAN – AVVOCATO DIFSA
“Voglio chiarire che eravamo molto ottimisti che Chico sarebbe stato assolto, e avrebbe dovuto esserlo, ma sfortunatamente durante l’arringa finale, alla quale non e' permesso controbattere, l’accusa ha manipolato le prove, e ha mentito alla giuria, e il giudice ha piu' volte applicato la legge in modo scorretto”.

IL 15 giugno 2000, il verdetto. la giuria dichiara Enrico forti colpevole. e lo condanna all’ergastolo  per omicidio di primo grado.

La decisione si basa sulla bugia che ha raccontato e altri indizi, tra cui la telefonata fatta alla moglie dalla zona del delitto e qualche granello di sabbia trovato sul gancio di traino della sua auto, sabbia simile a quella della spiaggia in cui e' stato trovato il corpo, hanno detto i periti.

09:11   DANIEL GRECH – HERALD TRIBUNE

“Io ho seguito la prima parte del processo. Cio' che piu' mi ha colpito e' stata la mancanza totale di prove dirette che potessero collegare Chico al delitto. C’erano solo degli indizi, e la sua bugia. Sono rimasto molto sorpreso quando lo hanno condannato all’ergastolo.”

Non c’e' alcuna spiegazione per l’enormita' delle bugie raccontate da forti, l’unica spiegazione, e' la sua colpevolezza nell’omicidio.

e' il commento soddisfatto dell’accusa, dopo il verdetto.

Troppe irregolarita' al processo denuncia la difesa, non ultimo, l’avere ignorato IL RISULTATO l’esame del dna sul guanto trovato vicino alla vittima, che non combacia con quello di forti.

09:57   DONALD BIERMAN – AVVOCATO DIFSA
“Il processo era basato solo su prove circostanziali, penso che voi in Italia li chiamate indizi, purtroppo sono ammesse nelle corti americane, e a volte, se sommate insieme, possono portare a una conclusione del processo.

Crediamo che questo sia un caso basato solo su prove indiziarie, e che sia stato giudicato in modo sbagliato dalla giuria”.

Per un soffio forti evita la condanna a morte, non c’erano prove sufficienti, e nemmeno per l’ergastolo, spieghera' poi la difesa.

10:31   john gale – giudice miami
“La mia corte non avra' mai preso in considerazione questo caso, perche' i fatti a me presentati non sono degni di giustizia.

Una bugia in generale non e' sufficiente ad accusare qualcuno, una bugia come quella che ha detto Enrico Forti non e' sufficiente per sostenere una condanna all’ergastolo.”

11:03   DANIEL GRECH – HERALD TRIBUNE
“Vi e' mai capitato di stare in un’aula di tribunale, avete mai assistito ad un processo, ed osservato la giuria, che deve decidere del destino dell’imputato? Penso che vi rendereste conto di non volervi mai trovare in un’aula di tribunale americana, perche' puo' succedere di tutto, ci sono troppe cose che possono finire male, o risultare illogiche.

e' sbagliato pensare che il sistema giuridico americano e' perfetto. Ci sono molti casi di ingiustizia, come in qualsiasi altro sistema giudiziario. Scoprirete, che nei tribunali americani, non si ricerca tanto la verita' dei fatti, ma la versione che colpisce di piu' l’immaginario collettivo, e che garantisce la vittoria. I migliori avvocati, spesso, sono i migliori narratori, e vincono perche' sanno convincere la giuria, che la loro storia e' piu' credibile, e piu' soldi si hanno, piu' possibilita' ci sono di far raccontare una storia convincente.”

(12:11 – 12:33 Intervista Chico)
“Non ho ucciso Dale Pike e non ho niente a che fare con questa faccenda. Se c’e' una giustizia, questo incubo, magari non finisce domani ma, a breve, finira'”.

Ergastolo senza attenuanti. Gli americani dicono: “Colpevole al di la' di ogni ragionevole dubbio”. In realta' di dubbi ce ne sono molti in questa vicenda. Non ci sono prove dirette del coinvolgimento di Forti, che viene condannato come mandante. Lui parla di macchinazione. Quale puo' essere il motivo di una macchinazione della polizia di Miami contro di lui? Un motivo ci puo' essere: e' possibile che sia il caso Versace, perche' Versace fu ucciso proprio a Miami nel ’97. il suo assassino Andrew Cunanan fu trovato morto su una chiatta galleggiante. Ecco Enrico Forti sostiene che la polizia ha mentito, ha nascosto la verita' sul caso. Forti e' diventato un personaggio molto scomodo a Miami.

(13:19 – 14:39 Intervista Chico)
“Io ho altre convinzioni anche delle motivazioni della loro persecuzione nei miei confronti, dell’accanimento nei miei confronti. Io credo che i motivi siano dovuti ai miei ripetuti riferimenti sul fatto che non ci sono dubbi su come si sia risolta la vicenda Cunanan – Versace. Il suicidio di Cunanan e' una farsa. Io nell’estate del 1997 ho realizzato, per la vostra rete, uno speciale, dove ho sottolineato almeno dieci prove inconfutabili.. e mi ricordo che una delle osservazioni di uno dei poliziotti mi ha detto: “Guarda, se tu pensi che puoi impunemente accusare la polizia e non pagarne le conseguenze, non c’e' mai stato un minimo dubbio da parte mia che c’era una forma di vendetta, a che livello, ancora non posso quantificarlo, nei miei confronti. Io sono in un ambiente dove la vita di una persona vale 200 dollari e dove, se le mie verita' dovessero arrivare a un punto che possono compromettere persone che sono a un certo livello… non so quanto mi convenga adesso parlare di questo o aspettare l’appello e poi….”