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Gabriele Nuzzo

Universiade '99

In Spagna a gonfie vele

di Germano Scargiali

In Spagna la vela avrà un posto d'onore. Abbiamo già 5000 volontari pronti. In questi 2 anni dovrò soltanto perfezionare il lavoro già svolto. Ammiro il dinamismo del vostro Nino Strano

Universiade senza vela! Fra le tante critiche, non tutte a proposito cadute a pioggia sull’Universiade Sicilia ‘97, un posto di rilievo merita quella relativa all’esclusione dello sport velico dai programmi. Una forte delusione è stata,infatti, provata dai velisti quando, circa due anni fa, si è saputo che lo "sport del vento" era stato escluso dai giochi universitari. Oggi il rammarico, relativo alla bocciatura siciliana della vela, si è acuito in seguito alle parole dello spagnolo Fernando Gimenez, organizzatore delle prossime Universiadi di Palma: "nella manifestazione del ‘99 saranno addirittura quattro le specialità presenti nel programma".
L’Italia ha i campioni, la Sicilia ha uno splendido mare, che le gira attorno ed è proprio questa sua risorsa naturale che dovrebbe essere pubblicizzata, mostrata, enfatizzata, "esportata" come una delle maggiori attrazioni turistiche da poter vantare. La vela, quindi, sport che riesce più di ogni'altro a mettere in risalto la bellezza delle coste e del mare, appunto quelle risorse naturali che rappresentano un pilastro dello "incoming" siciliano, dovrebbe dovuto far parte del programma agonistico. Non è forse copo primario della Regione siciliana assessorato al turismo (principale finanziatore e organizzatore dell’Universiade) promuovere il turismo e mettere in evidenza in tutte le occasioni possibili, le bellezze naturali dell'Isola? Di certo, una preziosa opportunità e andata inspiegabilmente perduta. Tutti argomenti calzanti. Ma si sa, le scelte non sono sempre da "glassnostr" e non è facile penetrare nei meandri di un'organizzazione passata di mano in mano, come quella di questi giochi.
Nel costante tentativo di sprovincializzare i nostri ragionamenti, a tale proposito, abbiamo intervistato il presidente del comitato esecutivo organizzativo dell’ Universiade di Palma di Maiorca del 1999, Fernando Giménez Pascual, il quale ha tracciato una panoramica sul programma organizzativo generale, lasciando pochi dubbi sulla efficienza della macchina organizzativa, avviata da tempo, in grado già di definire tutto ciò che necessiterà quando, Palma, saranno a 5 mesi dall’inizio della manifestazione (Includendo anche la realizzazione di nuovi impianti sportivi e turistici). Frattanto, notiamo, piuttosto amaramente, che i nostri giochi non hanno avuto un "patron", una "cabezza riconoscibile", come si affretta a dire lo stesso Gimenez, nel suo comprensibilissimo linguaggio italo-ispanico, con cui accentua il gusto per l'humor, che traspare dal suo personaggio. Gimenez è stato da tempo autorizzato ad abbandonare la propria carica di "vice sindaco addetto allo sport" della municipalità di Palma ed ha temporaneamente chiuso il proprio studio di avvocato, per dedicarsi ai prossimi giochi, caricandosi, certo, di una gran dose di responsabilità. "La vela sarà in gara a Palma de Mallorca - esordisce Gimenez - Ci mancherebbe! Siamo velisti appassionati in Spagna e proprio a Palma, si disputa la Copa del Re, alla quale, il nostro sovrano partecipa solitamente con la propria barca. Per la nostra Universiade sono state inserite quattro classi olimpiche di regata in gara, la tavola Mistral, il Laser, l'Europa ed il nuovo, ‘como se chiama’, Fortyniner".Mentre abbiamo l'impressione di trovarci d'improvviso in un mondo più sereno e diretto del nostro, ci sorge spontanea la voglia di chiedere all'organizzatore spagnolo cosa ne pensi dell'esclusione della vela da questi nostri giochi. "Che dire? Sono nato sul mare, su di un isola, il mare fa parte delle mia cultura. Qui sono venuto da ospite, spero gradito, ma soprattutto, vengo con l'inevitabile ruolo di osservatore, per approfondire il discorso organizzativo, per ammirare quanto avete fatto di buono e farne tesoro, ma evitare eventuali errori e scoprire dove potere lavorare per migliorare. Così, se ci fosse stata la vela, ne sarei rimasto contento. La vela in Spagna è uno sport molto amato. Ricordate le prime pagine dei nostri quotidiani, quando vinciamo una medaglia olimpica? Sembrano giornali di vela. No, a Palma la vela non sarà certo assente. Avrà, invece, un posto d'onore".
Ecco invece, il giudizio complessivo sui nostri giochi: "É già stato detto fin roppo. Non voglio ripetermi. Comunque, dividere fra vari luoghi distanti fra loro le gare non è una carta vincente. La nostra isola è piccola. Stiamo già costruendo ed ultimando alcuni nuovi impianti di cui avevamo bisogno, un grande complesso per nuoto, tuffi e waterpolo, (le cui piscine sono state acquistate in Italia), un nuovo stadio di calcio, dove potrà giocare in serie A il real Mallorca, più un campo d'allenamento con erba artificiale. Ho visto già i giuochi universitari di Buffalo e Fukuoka.
I nostri volontari sono già stati selezionati con 2 anni di anticipo e sono circa 5000, mentre ne serviranno, alla fine, solo 3500. Questi giovani non riceveranno neppure una peseta. Perché solo così riteniamo che mettono il cuore nel loro lavoro e si dedichino con trasporto ai doveri dell'ospitalità. Si, mi sento tranquillo, perché in questi 2 anni dovrò soltanto perfezionare il lavoro già svolto."
Conclude Gimenez "Non potevate far meglio forse. Ammiro il dinamismo del vostro Nino Strano. Siamo subito diventati amici, ma negli ultimi anni è cambiato più volte il nome dell'organizzatore. Ecco, l'unica "cabezza riconoscibile" è stata quella di Michele Bevilacqua, il dirigente del Cusi" Questo è stato uno dei personaggi che fin dal primo monento, quando nel ‘91 la Sicilia ha avuto assegnati i giochi universitari, ha fatto parte dello staff organizzativo. Inoltre è stato uno dei più accaniti sostenitori della "bacciatura" della vela, con la tesi secondo la quale questo tipo di sport non ha bisogno di impianti, e quindi di interesse minore, anzi nullo.
Sulla mancata presenza della vela alle Universiadi siciliane abbiamo ascoltato Primo Nebiolo, presidente della Fisu, che come Bevilacqua fin dall’inizio ha seguito lo svipuppo dei giochi siciliani. Nebiolo ha manifestato il suo dispiacere per questa decisione, che è stata presa dal comitato organizzatore. Ma purtroppo dei ritardi organizzativi sono stati vincolanti. Per quanto riguarda invece la scelta del decentramento delle discipline sportive in diverse città è stata un’imposizione della Regione.
Fra gli sport della XIX Universiade Sicilia ‘97 non è stata inserita alcuna specialità velica, perché questa decisione, visto che la vela è uno tra gli sport maggiormente seguiti a livello nazionale e che più di ogni altro mette in risalto le bellezze naturali della Sicilia?
La Fisu sarebbe stata ben lieta di inserire tra gli sport della XIX Universiade, alcune specialità veliche, considerando che dal punto di vista tecnico e scenico le coste siciliane si presentano perfettamente allo scopo, offrendo il massimo delle garanzie. Ma a causa dei gravi ritardi con cui l’organizzazione dell’Universiade è stata avviata, abbiamo dovuto rinunciare alla possibilità di inserire altri sport, costretti anche dalle circostanze a ridimensionare il numero delle squadre partecipanti ai tornei, nelle varie discipline. L’organizzazione ha preferito invece risolvere problemi che sono apparsi prioritari come quelli legati agli alloggi, ai trasporti etc...."
Chi decide sulla scelta degli sport delle Universiadi?
Per quanto riguarda la scelta di inserimento degli sport, il Comitato Organizzatore, ne prevede dieci "obbligatorie": atletica, pallavolo, scherma, ginnastica, nuoto, tuffi, pallanuoto, calcio, pallacanestro e tennis, a questi in base alle possibilità tecniche e logistiche si possono aggiungere altre discipline sportive. Lo spirito di aggregazione dovrebbe essere alla base dei principi dello sport ed in particolare di quello universitario, perché in Sicilia è stato attuato "un decentramento" così dispersivo?
La Regione Siciliana ha richiesto esplicitamente che l’Universiade si disputasse in tutte e tre le città sede di atenei. Lo spirito di aggregazione, da sempre alla base dello sport universitario, è comunque presente nonostante la suddivisione dei Giochi in tre sedi. L’insieme dei giovani in ognuna delle tre città favorisce una maggiore unione tra gli atleti presenti.

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