7 novembre 1998

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di Carmen Vella

SICILIA MIT 1998
UN'ESPERIENZA POSITIVA CHE HA SUSCITATO MOLTO INTERESSE ED ANIMATO LA DISCUSSIONE PER UN REALE RILANCIO DELL'ECONOMIA SICILIANA ATTRAVERSO IL TURISMO

Un’esperienza senza’altro da ripetere, quella del Sicilia Mit, la mostra-vetrina del prodotto turistico siciliano, promossa dall’assessorato regionale al Turismo, che si é conclusa domenica alla Fiera del Mediterraneo di Palermo.
Una prima edizione, quella di quest’anno, alla quale seguiranno certamente delle altre, visto il riscontro e l’interesse suscitato tanto per i tour operators nazionali ed internazionali, che per le compagnie aeree. "La sensazione è che il turismo in Sicilia si sia lasciato alle spalle il suo Medioevo per entrare in una nuova epoca: il Rinascimento". Sono le parole del giornalista Puccio Corona, testimonial del Mit, che ha commentato così la manifestazione: "C’è fermento, si affaccia la consapevolezza delle enormi potenzialità che quest’isola nasconde, si moltiplicano le iniziative".
Non si può certo nascondere che alla Sicilia non manchino le risorse per accrescere quell’immensa ricchezza che è il turismo, ma forse, sarebbe meglio dire che "potrebbe essere" il turismo. Esistono infatti molti vuoti da colmare. Mancano ad esempio le infrastrutture: da un'efficiente gestione degli aeroporti, ai porti turistici, e qui l’elenco potrebbe allungarsi ancora  di molto.
Al Mit si è parlato di pacchetti di viaggio predefiniti, di accordi e convenzioni con le compagnie aeree per la riduzione delle tariffe ma, a nostro avviso, è stato trascurato un elemento assai importante per un' "Isola" come la nostra: il mare e la sua valorizzazione. Ed è qui che i nodi vengono al pettine. Le nostre coste, potrebbero essere valorizzate alla stregua della Costa Smeralda in Sardegna, eppure  ciò é sino adesso accaduto alquanto raramente, o per mancanza di volontà o per carenza di fondi, e si  ripete sempre lo stesso copione.  Esistono poi poche Marine, in grado di offrire servizi ed assistenza ai diportisti.
Il rischio è grosso e da non sottovalutare,  lo denuncia con preoccupazione, Oscar Civiletti, Skipper ed istruttore di vela, responsabile della sezione d’altura dell'Albaria e presente al Mit allo stand allestito dall'associazione. "Non posso fare a meno di dire che ho registrato lo scontento generale - dice Civiletti - dei diportisti che si sono avvicinati al nostro stand, e che lamentano la carenza di attrezzature e di aree di ormeggio". Un fatto, questo, che trova conferma nella carenza di posti barca, in tutta la costa siciliana e palermitana in modo particolare, e che danneggia di fatto una fetta di turismo sostanziosa. Una realtà, che tradotta in numeri, fa emergere un quadro piuttosto desolante. Sulla costa palermitana, di fatto, esistono soltanto tre porti turistici efficienti, quello di Villa Igiea che può ospitare fino a 300 barche, il porticciolo, meglio noto come Cala, e il Molo Sud una piccola parte del quale, appena venti metri concessa all’Albaria che può ospitare un massimo di sole 5 imbarcazioni. La soluzione del problema è semplice e come avviene in ogni altra parte del mondo poterebbe essere costituita principalmente dalla realizzazione di nuovi porticcioli nel pieno rispetto dell'ambiente e dai pontili mobili, ma in questo caso lo scoglio più alto da superare è la burocrazia.
In Sicilia c’è il mare, ma manca ancora una "cultura del mare".
In questi anni sono state avanzate numerose idee e proposte, tuttavia solo poche hanno trovato realizzazione.
Il diportismo è ancora oggi una realtà poco attenzionata. "La realizzazione del porticciolo di San Nicola ha avuto un ottima riuscita - spiega Civiletti - la  stessa cosa non si può dire però per quello di Termini Imerese, o di Cefalù che, nonostante l’attrattiva turistica di cui gode, è privo di un porto usufruibile".
Pensare ad una Antibes siciliana é,  secondo Civiletti, un'utopia, eppure in Sicilia non mancano certo le coste, né le bellezze naturali, ciò che manca è piuttosto la volontà di realizzare servizi. In un simile contesto ad essere penalizzato è il turismo, soprattutto quello nautico, ed i diportisti che,  nei loro giri, anziché fare una tappa a Palermo, spesso resa necessaria dalle condizioni climatiche non favorevoli, sono costretti proprio per la carenza di posti barca, a scegliere un'altra destinazione. La presenza di Albaria al Sicilia Mit, ha avuto per questi  motivi  un significato importante: si trattava dell' "unico" stand che rappresentava il turismo nautico. "La nostra presenza conferma l’impegno di Albaria - dice Civiletti - al fine di promuovere e rilanciare il turismo legato allo sport, sfruttando la bellezza del Golfo di Mondello e Palermo, per creare quella cultura del mare che purtroppo manca alla nostra terra."
Sono stati parecchi i visitatori, fra i quali alcuni membri delle Istituzioni, particolarmente attratti dalle manifestazioni sportive che l’associazione promuove ed organizza ogni anno. Sono arrivate anche proposte interessanti, come la possibilità di realizzare una scuola di vela e canottaggio, nelle acque del lago di Caccamo, o di creare dei pacchetti di viaggio per i turisti americani della durata di due settimane, una delle quali da trascorrere interamente in mare, facendo un giro attorno all’Isola  in barca a vela.
Nel settore del  turismo sono ancora tanti i nodi da sciogliere, non si può trascurare la ricaduta occupazionale che avrebbe la creazione di infrastrutture adeguate o pontili galleggianti. Il Mit è stato una buona occasione per parlarne, mettendo le questioni sul tavolo, adesso però  viene la fase più difficile: passare ai fatti.