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Dal Giornale di Sicilia  2 aprile 2002

Favorita, l'"invasione" fa danni limitati

Divertirsi, che fatica. Michele Pipitò, padre di famiglia della Kalsa, ieri si è alzato alle cinque e mezza _ manco dovesse andare a lavorare _ per correre alla Favorita e carpire uno dei tavoli di legno. Un paio d'ore più tardi sono arrivate moglie, figlia incinta, figlia non incinta con fidanzato, cugini, amaca, carbonella, tre chili di castrato, quattro di salsiccia, cinque di alette di pollo, due di anelletti al forno, acqua, vino, birra, pallone per giocare, plaid per la post-abbuffata.
E' arrivato anche il patriarca di famiglia, Giuseppe Pisciotta, in completo grigio, gilet, cravatta, occhiali, un lord tra il fumo delle braci. "Io mi vesto sempre così, ho un'impresa di pompe funebri e devo essere sempre a posto, per qualsiasi evenienza", raccontava sul sedile di legno dell'area Vannucci, l'unica attrezzata dell'ex riserva reale. Telefonino in mano per le chiamate urgenti, penna nel taschino, "nostro padre è fatto così _ dicevano i figli con ironia involontaria _ sempre a posto, sempre come se dovesse andare a una festa".
Gente di Pasquetta, stakanovisti della stigghiola, costi quel che costi, anche se Rosalia _ la figlia di Michele _ aspetta di partorire da un giorno all'altro. "Per questo siamo qui, alla Favorita _ racconta lei _ se mi sento male in dieci minuti arriviamo in ospedale". L'alternativa era la gita a Pioppo, nel prato fatto apposta per i pic-nic, con le pietre per la brace e perfino i servizi igienici, perfino.
Ci sono andati in tanti, ieri, alle falde di Monreale, delusi dall'accoglienza alla Favorita, presidiata di Rangers, vigili urbani e polizia. I primi, di buon mattino, hanno evitato l'invasione della zona ai piedi della montagna e presidiato pure l'area Vannucci, intimando di spegnere i fuochi. La polizia municipale, invece, ha impedito che le macchine posteggiassero sui viali, invitando i gitanti a girare al largo e a farsela a piedi. E i dieci chili di carne? E il tavolino pieghevole? E la nonna? Troppa fatica, molti hanno rinunciato e si sono diretti verso altri lidi, mentre gli irriducibili _ calati iuncu ca' passa la china _ hanno aspettato che la furia legalitaria si placasse e all'una erano lì, con il barbecue acceso e la salsiccia a rosolare. L'auto a due passi, sul ciglio della strada.
L'azione di scoraggiamento, comunque, è servita a contenere i danni, a giudicare dal bilancio finale di Giuseppe Scavuzzo, capo dei Rangers, l'ente gestore del parco: "E' andata molto meglio degli anni scorsi _ racconta _ la gente si è comportata abbastanza bene. Solo una piccola infrazione in area A, dove è stato abbattuto un paletto e alcune auto sono entrate sul prato, poca roba". E i barbecue accesi? "Non si può pretendere l'impossibile, a meno di avere il battaglione San Marco per affrontare le folle. E noi eravamo solo sette, quattro Rangers e tre volontari, due anni fa me la sono vista brutta, mi hanno salvato le guardie forestali, altrimenti mi aggredivano".
E già, perch‚ "la Pasquetta è Pasquetta, i palermitani devono venire alla Favorita", per dirla con Domenico Spatafora, zona di piazza Marina, "carpentiere messo in regola, sto lavorando alla metropolitana di Punta Raisi". Orgoglio legittimo perch‚ lui, su diciassette parenti in gita, è l'unico che un lavoro ce l'ha. Disoccupato il figlio Gianluca, giovanissimo, stampelle e legamento della gamba rotto, una moglie e due bambini, entrambi a casa con la varicella. Disoccupato Filippo Pilotta, faccia da ragazzino e già la fede al dito, "so fare tutto, mi va bene pure entrare negli Lsu, fin quando non ho uno stipendio non voglio fare figli".
Disoccupato Vincenzo Chiarello, muratore di mestiere, uno dei capifamiglia che si è svegliato di mattina per correre a cercare un posto sul prato. "Faccio il muratore, una giornata qua e una là, ma da due mesi non trovo niente. Ogni giorno vado in giro per cantieri, e trovo sempre il cartello "completo". Tutti pagati in nero, non ce n'è uno che sia in regola". Disoccupati tre dei suoi quattro figli, e quello che lavora non è venuto. Tutti, allegramente, a rosolare alette di pollo, a sorridere davanti alla brace, a onorare Santa Pasquetta come si deve.
Intorno, altalene povere _ di corda e pneumatici _ il fumo acre della legna, le risate dei bambini, le pentole a bollire, gli spaghetti nei piatti di carta, le mestolate di sugo. Come sul Titanic, con l'orchestra che suona. Laura Anello