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Da  La Repubblica   del 28 marzo 2002
 

Sos di Vizzini e Arcuri: "Il decreto sul prg apre agli speculatori" .Torna lo spettro del cemento

Se a Mondello si può tornare in parte a costruire, e così pure in via Olimpo e a Fondo Anfossi, se si può demolire e ricostruire nei quartieri residenziali, se il cemento abusivo delle zone collinari andrà sanato, allora potrebbero allungarsi nuove ombre sul piano regolatore di Palermo.
Il rischio di nuova cementificazione è stato arginato con l'approvazione del prg da parte del Consiglio regionale per l'urbanistica, l'organismo regionale che fa capo all'assessorato al Territorio, che col provvedimento del 7 marzo ha impedito in extremis che scadessero le norme di salvaguardia. Il fatto è che col successivo decreto, la Regione ha anche imposto al Comune una serie di prescrizioni che l'amministrazione Cammarata sarà tenuta a recepire entro novanta giorni. Qualcosa in più che semplici suggerimenti, capaci comunque di incidere sulle previsioni originarie del piano. Ebbene, sospetti e timori su quelle modifiche vengono avanzati ora da un autorevole senatore di Forza Italia, l'ex ministro Carlo Vizzini, ma anche dall'ex assessore all'Urbanistica, oggi consigliere comunale di Primavera siciliana, Emilio Arcuri. Quest'ultimo annuncia uno studio «ricco di dettagli sul decreto della Regione e con la quantificazione dei danni ambientali».
Vizzini già un anno e mezzo fa aveva sollevato il caso delle aree commerciali di Brancaccio. Adesso invita la Regione a fare chiarezza sulle sue reali intenzioni e la giunta Cammarata a vigilare affinché vengano evitate «speculazioni edilizie e affari inquietanti». Il senatore elenca proprio alcune delle novità introdotte dal decreto dell'assessorato al Territorio e afferma che «nei mesi scorsi, interessi oscuri si sono scontrati col no definitivo al processo di cementificazione». Quali sono gli «interessi oscuri»? Spiega meglio Vizzini: «Mi risulta che nelle scorse settimane a Palermo sono stati depositati presso gli studi di avvocati numerosi preliminari di compravendita di immobili, subordinati al verificarsi di alcune condizioni nel nuovo piano regolatore. Bisogna capire se quelle condizioni sono contenute nel testo definitivo approvato dal Cru». Lui si rivolge proprio alla Regione chiedendo una «parola definitiva per far mettere l'anima in pace a quanti possano aver pensato di poter tornare a speculare concludendo nuovi inquietanti affari».
«Al di là dei proclami i rischi sono reali, quel decreto contiene elementi di ambiguità», rincara Emilio Arcuri. «Novità che destano inquietudine, che creano un clima di incertezza, aprendo varchi a possibili contenziosi e a valutazioni discrezionali». Ma la materia è complicata. Ecco perché, con l'aiuto di alcuni tecnici, Primavera siciliana sta lavorando a uno studio dettagliato sul decreto. «Intanto - dice - bisogna lavorare per neutralizzare le prescrizioni che rischiano di creare danni». Non esiste alcun rischio, secondo il direttore regionale dell'Urbanistica, Nino Scimemi, artefice del decreto: «Non ci può essere alcuna nuova cementificazione. Anzi, chi avrebbe voluto speculare è rimasto deluso, il nostro tempismo ha impedito che scadessero le norme di salvaguardia». E il sindaco Cammarata: «Sulle prescrizioni abbiamo già dato mandato agli uffici di effettuare tutte le verifiche necessarie».
Sono quattro i nodi essenziali attorno ai quali esplode la nuova polemica. Tanti quante sono le principali prescrizioni dettate dalla Regione. La prima è quella che aprirebbe la strada a nuove villette a Mondello, facendo venire meno il vincolo di tutela assoluta per la zona cosiddetta B0 della borgata marinara. La seconda permette di costruire entro certi limiti sulle zone a bassa densità edilizia, a Cardillo, Fondo Anfossi e via dell'Olimpo. La terza consente la demolizione e la ricostruzione, a patto che vengano mantenuti i volumi esistenti, entro il perimetro via Lazio, viale Strasburgo, via Imperatore Federico fino a Corso Calatafimi. E infine la quarta prescrizione che impone al Comune un censimento delle costruzioni illegali realizzate su verde agricolo e zone collinari. Il prg ha raggiunto il traguardo, ma i timori di nuove speculazione sono ancora in piedi.
c.l.