31 gennaio

 

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è un servizio di Albaria nato nel 1998, per evidenziare alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno essere in seguito pubblicati anche sulla rivista Albaria Magazine
 

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UN MAESTRO D'ASCIA A BORDO DEL "NAUTICO"
L’Istituto Tecnico Nautico Statale “Gioeni-Trabia” di Palermo ha deciso di avvalersi della “consulenza” di un navigato ex maestro d’ascia, il modellista Giovanni Provenzano, che con pazienza certosina e grande passione sta riassemblando un modello d’epoca di una fregata del ‘700.

di Alessandro Costanzo

Giovanni Provenzano in una fase del restauro

L’Istituto Tecnico Nautico Statale “Gioeni-Trabia

L’Istituto Tecnico Nautico Statale “Gioeni-Trabia” di Palermo conta oltre 900 iscritti, 40 classi ed un corpo docente di circa cento insegnanti, impegnati nell’avviare i giovani a professioni e carriere del mondo marittimo. Di recente il “Nautico” ha deciso di avvalersi anche della “consulenza” di un navigato ex maestro d’ascia, il modellista Giovanni Provenzano. Che ha cominciato da subito ad occuparsi del restauro di un modello d’epoca di proprietà dell’Istituto. Si tratta di un due ponti a tre alberi, come si dice in gergo, una fregata del ‘700 in buono stato di conservazione. Alberi, vele, sartie, bozzelli, polena e timone e altri pezzi originali in discrete condizioni. Secondo il parere di Provenzano dovrebbe trattarsi della riproduzione in scala 1/24 di una nave inglese. Sul retro del castello di poppa si intravedono alcune lettere. Potrebbero appartenere al nome della nave o a quello del suo costruttore. “Fuori tutto” il modello misura tre metri e mezzo ed perfino ad un profano appaiono evidenti i segni dei rimaneggiamenti subiti, a riprese, nel corso di quasi due secoli. Il tempo da solo non avrebbe arrecato alcun danno all’imbarcazione, al contrario di quelli causati dall’intervento di maldestri restauratori. L’ex maestro d’ascia non si è lasciato scoraggiare dalla chiglia di un verde brillante o da altre stonature provocate da incaute mani di vernice o ancora dallo smembramento dei singoli pezzi. Con pazienza certosina e grande passione sta riassemblando questo affascinante puzzle marinaresco e quando avrà finito lo aspettano altri tre modellini, riemersi nel futuro dalle “stive” del “Nautico”. Ma la collaborazione di Provenzano va oltre il restauro – afferma l’ing. Giorgio Cambiano docente di “Costruzioni Navali” – “ e si colloca anche in una dimensione di supporto didattico, nella fase di realizzazione, da parte degli allievi, dei modelli indispensabili per le prove dinamiche di simulazione in vasca navale”.
“A metà del XIX secolo con i primi scafi in ferro e acciaio e l’invenzione della macchina a vapore” – aggiunge Cambiano – “ci si ritrovò a fare i conti con una propulsione diversa e una serie di incognite imprevedibili. Non era più il tempo di improvvisare, anche un’inezia poteva fare la differenza. William Froude, un ingegnere inglese, decise di sperimentare progetti costruendo niente di più grande di un giocattolo, per studiare scientificamente ogni singolo problema inerente la progettazione e realizzazione di uno scafo. Navi e mari in miniatura costituirono da allora la regola in un cantiere navale all’avanguardia”.
E lo sa bene Provenzano, appassionato di modellismo navale statico. Dai "gusci di noce" ai complicati galeoni duplicati meticolosamente, a modelli ricavati dallo studio attento di uno “scatto” fotografico, più un pizzico di fantasia, si dedica a questo hobby dall’età di nove anni. Da quando suo padre gli insegnò a costruirle le barche, quelle vere. Da quasi un mese però passa sempre meno tempo nell’officina di casa e l’attrezzata falegnameria del “Nautico” è diventata il suo laboratorio preferito. Nella borgata di Vergine Maria poi ha allestito, insieme al prof. Alberto Prestigiacomo, il “Museo Vecchia Tonnara Vergine Maria”. Che espone modelli di naviglio storico siciliano e non, strumentazione ed attrezzature d’epoca e in seno al quale si è costituita l’associazione “Modellisti Palermitani”.
“Esprimere l’essenza stessa di una nave, sintesi perfetta tra resistenza ed elasticità, potenza e stabilità,” - dice Provenzano – “non è cosa da poco né accessibile a tutti”. Un distillato di genio e regolatezza che trasmette armonia, vitalità, simbiosi con il mare.
“L’entità del lavoro è inversamente proporzionale al prezzo pagato,” – aggiunge - “e la “Victory”, per cui ho impiegato circa duemila ore, la volevano regalata”. Così a volte è il modellista stesso a rifiutare l’offerta. Conscio, senza retorica, che in quel pezzo di legno apparentemente immobile, scorre un pezzo della propria vita.

http://nauticopalermo.interfree.it/                                modellistipalermitani@yahoo.it