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10 aprile 2007


 

 

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Idrovolanti a Mondello
TORNANO A MONDELLO GLI IDROVOLANTI PROSSIMI PROTAGONISTI DEL WORLD FESTIVAL ON THE BEACH
I due nuovi velivoli della Ermes Idrovolanti da poco giunti in Sicilia in prima uscita ufficiale a Palermo per un collaudo ed un servizio fotografico programmato dalla rivista Volare.

 

 

Idrovolanti a Mondello - per il World Festival On The Beach 2007
 

Idrovolanti a Mondello - per il World Festival On The Beach 2007

Sandro Maniscalco e Vinci Pottino

Idrovolanti a Mondello - per il World Festival On The Beach 2007
I due idrovolanti in riva al mare sulla spiaggia di Palermo

 

di Alessandro Costanzo Matta, Vincenzo Baglione

(Mondello 10 aprile) - Due idrovolanti nuovi di zecca sono "atterrati" oggi nelle acque di Mondello nei pressi del molo di Punta Celesi, per fermarsi poi in riva al mare, davanti ai resti degli scivoli di alaggio dei capannoni Ducrot, che nei primi del '900 furono trasformati in hangar per l'assemblaggio ed il collaudo di idrovolanti destinati alla Prima Guerra Mondiale. L'emozionante revival è stato un assaggio, che ha anticipato la presenza dei velivoli anfibi, che in occasione del prossimo World Festival On The Beach saranno protagonisti a Mondello con la scuola di volo ERMES IDROVOLANTI dell'ingegnere Marco Noto e con l'associazione sportiva FLYTIME Palermo di Sandro Maniscalco.


Oggi, quanti erano a Mondello hanno potuto ammirare i due nuovi velivoli della Ermes Idrovolanti giunti da poco a Palermo e in prima uscita ufficiale con un pilota d'eccezione, il costruttore degli stessi "scarponi" galleggianti e istruttore Graziano Mazzolari della Scuola Italiana Volo di Cremona e il giornalista pilota Sergio Barlocchetti per il servizio fotografico programmato dalla rivista Volare.

I velivoli, della serie Savannah, sono costruiti dalla ICP di Piovà Massaia (AT) (circa 1000 esemplari venduti nel mondo). L'aereo è semplice, rubusto e sicuro si adatta bene all'uso idro. Ottime le caratteristiche di volo, in particolare alle basse velocità.
 

"Sono rimasto affascinato dai colori e dalla bellezza di questo golfo" - ha sottolineato il fotografo Sergio Barlocchetti, appena sbarcato sulla spiaggia per immortalare lo storico avvenimento.

Non sono mancate le richieste d'informazione sulla scuola e sulla pratica di volo all'istruttore Marco Noto, che ha ospitato a bordo di uno dei nuovissimi velivoli un'appassionata, spiegandole i rudimenti basilari del volo.

Sono aerei interamente in alluminio, con apertura alare di 9 mt., con motori austriaci Rotax  da 100 hp e costano circa 65.000 euro. I galleggianti in vetroresina vengono fabbricati a Cremona dall'azienda di Graziano Mazzolari.
 

Idrovolanti a Mondello - per il World Festival On The Beach 2007

Idrovolanti a Mondello - per il World Festival On The Beach 2007
Sergio Barlocchetti e Marco Noto


Vincenzo Pottino, Sandro Maniscalco, Graziano Mazzolari, Vincenzo Baglione
 

 

BREVE STORIA DEGLI IDROVOLANTI A MONDELLO


 

In questa foto storica del l'hangar della Società Ducrot, davanti alla strada (antica regia trazzera, oggi viale Regina Elena) che la separava dalla spiaggia di Mondello a Valdesi nei pressi del club Albaria dove torneranno a posizionarsi gli idrovolanti in occasione del World Festival On The Beach 2007.
Gli hangar furono la base operativa del Giro Aereo di Sicilia per idrovolanti, 1919.

 

Mondello. Con l’avvento della Grande Guerra, la crescita della borgata marinara, sorta in seguito alla bonifica del cosiddetto “pantano”, ha una battuta d’arresto. Non si ferma invece la fabbrica Ducrot. Che, conosciuta in tempo di pace per la qualità pregiata e lo stile raffinato dei suoi mobili, converte lo stabilimento di “costruzione di mobili di lusso” in industria bellica. Le sue officine, su 14.000 metri  quadrati, producono eliche, MAS (motoscafi antisommergibile)  e anche idrovolanti, velivoli in grado di decollare e ammarare sull'acqua che, al di là del loro impiego militare, costituiranno, successivamente, un importante tassello nella rete dei trasporti commerciali di molti paesi, con tedeschi e britannici in testa.
A Mondello, nel 1917, sono stati realizzati soltanto lo stabilimento balneare (1913) e poco più di una decina di villini mentre, in prossimità delle polle d'acqua del Celesi, a poca distanza dallo scivolo attiguo al cantiere dove si costruiscono i MAS, c’è un capannone industriale della Ducrot. Che viene adibito ad hangar, per la fase finale di assemblaggio degli idrovolanti, i cui pezzi sono invece fabbricati nei capannoni di via Gili, a Palermo, nonché utilizzato come base per il collaudo e la revisione dei velivoli. L’hangar fu poi trasformato in un elegante villino stile Déco e ancora oggi sono visibili i resti degli scivoli di alaggio, utilizzati per il varo di quei versatili aeroplani.
Nel maggio del 1910, Vincenzo Florio aveva organizzato la prima gara tra “macchine volanti” proprio a Mondello, dove una gran folla stupefatta fu testimone della straordinaria impresa dell’audace aviatore Clemente Ravetto, a bordo del suo Voisin. Sulla scia di quelle incredibili evoluzioni, a guerra conclusa, il 14 settembre del 1919, nello stesso golfo di Mondello prese il via il Giro Aereo di Sicilia per idrovolanti. Che, radunati presso l’hangar dell’idroscalo Ducrot, si esibirono in “abiti civili”, dandosi battaglia nei cieli della Sicilia in occasione della prima ed unica “Targa Florio Aeronautica”.
Qui di seguito ne riportiamo un resoconto dettagliato ed avvincente, tratto dall’affascinante libro di Francesco Vadalà “Pionieri e macchine volanti”.

 

SI CORRE LA TARGA FLORIO AERONAUTICA
14 SETTEMBRE 1919


Organizzata dall’Automobile Club di Sicilia, mentre ne era presidente Vincenzo Florio, la “Targa Florio Aeronautica” fu la prima gara europea del dopoguerra per idrovolanti di serie, di varie categorie, ed ebbe vasta risonanza nell’ambiente aeronautico, sia per la durata (circa sei ore di volo), sia per la difficoltà del percorso (basti ricordare, ad esempio, che per guadagnare tempo nel tratto Milazzo-Catania bisognava evitare il giro per Messina e salire a circa 2.000 m sui Monti Peloritani, operazione insolita per un idrovolante).
A sottolineare la risonanza della gara basterà citare la grande affluenza di spettatori, la numerosità dei premi offerti dalle città sorvolate o sede di posto di controllo e l’alto numero di concorrenti, 48 piloti, dei quali solo 31 furono in grado di prendere il volo il mattino del 14 settembre.
La gara era stata indetta per la domenica successiva all’11 settembre, giorno in cui cadeva la ricorrenza religiosa nel nome di S. Rosalia, che non era caratterizzata dai festeggiamenti sfarzosi del “fistinu” del 15 luglio, ma comprendeva, oltre alla solenne cerimonia religiosa in Cattedrale, una ristretta serie di manifestazioni sportivo-culturali.
Il giro di Sicilia fu salutato dai piloti come la prima provvidenziale iniziativa valida a risvegliare il mondo industriale e governativo aeronautico nazionale, disorientato da un anno di inattività quasi generale e da cinque anni di sospensione forzata delle manifestazioni sportive. A testimonianza della stasi nell’ambiente imprenditoriale aeronautico di quei giorni è significativo quanto scrisse, a proposito del Giro siciliano, Guido Milanesi: “Le macchine furono trovate intorpidite, ma gli aviatori no”.
La gara, disciplinata da un regolamento di 23 articoli, era aperta a tre categorie di idrovolanti e piloti:
Iª categoria. Idro tipo FBA con motore IF da 160 HP; riservata ai piloti che avevano pestato servizio di guerra per la difesa del traffico marittimo presso le Squadriglie di Sicilia.
2ª categoria. Idro da ricognizione di qualunque tipo a due o più posti; riservata ai piloti che comunque avevano prestato servizio di guerra, anche se stranieri.
3ª categoria. Idro da caccia monoposto; riservata ai piloti militari (App. I e 2).
I velivoli delle prime due categorie dovevano recare a bordo anche il motorista.
I piloti dovevano essere comunque dei militari (in attività di servizio o in congedo) e i velivoli erano messi a disposizione o dalle ditte costruttrici o dall’Ispettorato per l’Aeronautica del Ministero della Marina.
La tassa d’iscrizione era di I20 lire, I00 delle quali sarebbero state rimborsate ai partecipanti che avessero coperto almeno il primo tratto di gara, il Palermo-Milazzo.
I velivoli partecipanti confluirono a Mondello, presso l’hangar dell’idroscalo Ducrot, dove fu costituita la base operativa. Dei 3I idrovolanti che riuscirono a decollare il mattino di domenica I4, ben cinque FBA erano residuati della produzione bellica della ditta Ducrot (scelti da un lotto di sedici, che non era stato ritirato in seguito alla fine della guerra e conseguente risoluzione dei contratti militari) e revisionati per l’occasione, mentre altri 26 arrivarono in volo dai reparti militari di Orbetello, Napoli, Milazzo, Trapani e Diserta. Erano I I Macchi (tipo M.5, M.8 ed M.9) da Napoli e Orbetello, I3 FBA da Milazzo e Trapani nonché 2 G.L. da Diserta, questi ultimi con equipaggi francesi che erano stati presso l’idroscalo di Marsala dall’aprile I9I8 al febbraio I9I9, per collaborare alla protezione del traffico marittimo del Canale di Sicilia dall’insidia dei sottomarini austriaci e delle mine.
Erano stati iscritti pure due S.I3 approntati dalla S.I.A.I. (Soc. Idrovolanti Alta Italia) di Sesto Calende, ma nessuno di loro riuscì a decollare.
La punzonatura fu effettuata 48 ore prima della partenza, il mattino del I2 settembre, ed il relativo numero fu dipinto a grandi cifre sulle fiancate delle fusoliere.
Il percorso di gara era il periplo dell’isola, con partenza e arrivo a Palermo. I posti di controllo erano a Milazzo, Catania, Siracusa, Capo Passero (rada di Porto Palo), Marsala e Trapani, dove i concorrenti dovevano abbassarsi sullo specchio d’acqua del porto per lanciarvi un messaggio del sindaco palermitano ai sindaci di ciascuna città, consentendo così l’individuazione del velivolo da parte dei commissari di gara.
A Siracusa c’era la possibilità di rifornimento per mezzo di una barca, recante ben evidente lo stesso numero di punzonatura del velivolo in gara, equipaggiato con fusti di benzina, pompa a mano di travaso, due operatori e due rematori.
Dei 3I concorrenti partiti fra le 7,36 e le I2,02, undici dovettero abbandonare per avarie lungo il percorso. I 20 velivoli giunti al traguardo entro il tempo massimo consentito (3 ore dopo il primo arrivato di ciascuna categoria) furono sei Macchi, un G.L. e tredici FBA (di cui tre Ducrot).
Alle I3,22 taglia il traguardo il tenente Berardi, il quale si aggiudica il primo premio della 2ª categoria, consistente in L. 7.250, e la “Targa Florio” come migliore tempo assoluto, avendo coperto il percorso in 5h , I6’ e 2/5’’, poi nel giro di sette ore arrivarono gli altri diciannove. Vengono proclamati vincitori, per la Iª categoria, il serg. Bubani con 5h, 40’, 3I’’, che si aggiudica il premio di L. I2.075, e, per la 3ª il sottocapo Cattaneo, con 5h, I8’, 56’’, che si aggiudica il premio di L. 6.250.
Il giudice d’arrivo era il noto aviatore Romolo Massinero, che era già stato a Palermo nelle manifestazioni del I9I2 alla favorita, coadiuvato dal comandante Dentice della R. Marina e dal principe Petrulla.
Il ten. Cravenna, che per guadagnare tempo non si era abbassato sufficientemente su Marsala e Trapani per consentire il rilevamento del suo numero di punzonatura, fu squalificato. Probabilmente era consapevole d’avere registrato, a metà gara, uno dei migliori tempi (era arrivato a Porto Palo in 2h e 56’, il medesimo tempo che farà registrare Bubani) e cercava di mantenersi in quota per guadagnare velocità.
Si ebbero a lamentare solo tre incidenti: quello del marinaio Cerrai con Idro M.5, del serg. Dova con FBA e del ten. Capriotti con M.5, quest’ultimo abbattutosi in mare a S. Erasmo, subito dopo aver sorvolato il traguardo d’arrivo. I preparativi per la partenza e l’assistenza nel primo rifornimento erano stati curati dalla 270ª Squadriglia di base al molo S. Lucia.
Arrivi e partenze da Palermo furono situati sullo specchio d’acqua prospiciente lo “Stand Tiro al piccione” alla Colonnella” di S. Erasmo.
L’ultimo velivolo ad ammarare fu l’M.5 del serg. Livatino che, essendo partito da Palermo alle I2,0I, vi faceva ritorno alle 19,47.
Si concludeva così, nell’arco di I2 ore, l’unica Targa Florio per l’Aviazione.

 

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