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Prima Pagina è un servizio di Albaria per evidenziare alcuni avvenimenti che corredati da immagini fotografiche potranno essere in seguito pubblicati anche sulla rivista Albaria Magazine

 

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Albaria Magazine
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Macrofotografia Subaquea

Filippine e i suoi fondali considerati paradiso per la macrofotografia subacquea

di Giancarlo Somà

Succede spesso, incontrando gli amici con i quali si condivide la passione della subacquea, di sognare mete per prossimi viaggi, immaginando immersioni alla scoperta di nuovi fondali.
Ultimamente uno dei nomi che circolava più frequentemente riguardava un territorio che si estende tra la Nuova Guinea e la Malesia: le Filippine, arcipelago che si estende da nord a sud per 1800 chilometri e da est ad ovest per poco più di 1000, formato da circa 7200 isole con le loro coste bagnate dall’Oceano Pacifico, dal Mar Cinese Meridionale e dal Mar di Celebes.
E quando leggo di un viaggio verso l’isola di Mindoro, mi dico: non perdiamo l’occasione e andiamo.
Lascio la mia città, Torino, in una splendida mattinata di quest’inverno fino a quel momento assolutamente mite, e mi avvicino a Roma, da dove un volo della Gulf Air, attraverso una sosta in Bahrein, ci porta fino a Manila. Le ore di viaggio che ci aspettano sono tante ma l’eccitazione di conoscere quei nuovi luoghi rende tutto sopportabile.
Lasciato il caos di Manila, e dopo oltre tre ore di pullman, arriviamo al porto di Batangas e da lì, con una delle tipiche imbarcazioni Filippine, raggiungiamo in poco più di un’ora Sabang Beach, località vicino a Puerto Galera. Da quando ho chiuso la porta di casa mia sono passate oltre 31 ore, sono le nove di sera locali, ma non si avverte la stanchezza: per l’indomani ci attendono le prime immersioni e l’attenzione è tutta dedicata a preparare l’attrezzatura subacquea e fotografica.
Sveglia alle otto, l’appuntamento con le guide è per le nove, ma la voglia di immergersi, ormai incontenibile, ci porta ad essere in anticipo sull'orario stabilito.
Il centro immersioni, all’interno del resort dove siamo alloggiati, è ben organizzato e dai puntuali briefings illustrati prima di entrare in acqua capiamo che le guide sono ottimi conoscitori dei luoghi dove poter effettuare le prime discese.
Quasi tutti i punti di immersione vengono raggiunti in pochi minuti dalle imbarcazioni filippine a bilanciere del diving. Cominciamo con Sabang Wreck, due piccoli relitti in legno di recente appositamente affondati ma già popolati di pesci vetro, lion fish e ovunque attaccati alle strutture crinoidi di tutti i colori, sicuramente la caratteristica principale di questo mare. Affascinante su questo relitto l’immersione notturna, dove numerosi spirografi fanno da contorno alle imbarcazioni. Altri due relitti, Monkey Wreck e St. Christoper Wreck, sono pieni di vita: pesci angelo, pesci farfalla, con i soliti crinoidi a colorare gli scafi.
Gran parte delle immersioni, tutte svolte in curva di sicurezza, si svolgono entro i trenta metri di profondità, quindi sicuramente accessibili anche ai subacquei meno esperti: la limpidezza dell’acqua e la sua temperatura, intorno ai 27-28 gradi, rendono ancora più gradevoli le discese.
I punti di immersione che si susseguono, sempre diversi durante tutta la nostra permanenza, sono numerosi: Coral Garden, Pink Wall, Monkey Wall, Ernie’s Cave, Sinandagan Wall, Fish Ball, West Escarceo, Shark Cave. Coralli, gorgonie, alcionarie, enormi spugne, barracuda, carangidi, pterois, cernie, pesci chirurgo, pesci pipistrello e molte altre specie, con quel po' di fortuna che tutti noi subacquei invochiamo prima di ogni immersione, sono l’incontro quotidiano durante le discese.
Da segnalare su tutte due immersioni: Canyon, dove si stagliano enormi gorgonie con i loro piccolissimi gamberetti pistola e dove, guardando verso il blu, è facile vedere tonni, squali, carangidi, e Laguna Point, dove è un continuo susseguirsi di anemoni con i loro abitanti, i pesci pagliaccio, nudibranchi coloratissimi, spirografi, pesci palla, murene blu, cavallucci marini, spugne, e numerosi altri soggetti interessanti soprattutto per la macrofotografia.
Le immersioni sono state l’obbiettivo principale del nostro viaggio, tuttavia durante una escursione in canoa all’interno dell’isola ci si è resi conto che la tipica lussureggiante vegetazione meriterebbe di ricevere una maggiore attenzione.
E’ arrivato il giorno di tornare a casa: ci attende un lungo viaggio ma il continuo ricordo di quanto avevamo visto è immaginare la possibile riuscita delle tante fotografie scattate nei fondali di questa parte dell’Oceano Pacifico ci permette di non trovarlo assolutamente faticoso.