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Sport: Equitazione

rodrigo.jpg (29153 byte)di Gabriella Vasta

WORLD EQUESTRIAN GAMES 1998
ROMA, 30 SETTEMBRE- 11 OTTOBRE

DAl 30 settembre all’11 ottobre, Roma è stata la capitale mondiale dell’equitazione, con un evento di eccezionale importanza e spettoclarità: la terza edizione dei World equestrian Games ‘98. I migliori atleti e cavalli di tutto il mondo si sono contesi i titoli dei campionati intercontinentali di cinque diverse discipline:
salto ostacoli, dressage, concorso completo, attacchi e volteggio. Erano rappresentati tutti i continenti, con 43 Paesi inscritti e 12 Nazioni presenti in tutte e cinque le discipline: Austria, Australia, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Polonia, Svezia, Svizzera, Olanda, Stati uniti.
Lo stadio Flaminio, al centro di Roma, ha ospitato le gare di salto, ostacoli, dressage e volteggio, mentre al Centro Equestre Federale dei Pratoni del Vivaro, si sono disputate le prove del concorso
completo e degli attacchi (tiri di 4 cavalli). Un successo strepitoso questi Weg ‘98, un appuntamento tanto atteso, ma anche tanto temuto, a causa del poco tempo a disposizione per la sua organizzazione, decisa a seguito della rinuncia di Dublino, sede designata 4 anni addietro. Sebbene, di fatto, l’imponente macchina organizzativa si sia messa in moto soltanto a febbraio, alla fine, comunque, Roma come sempre, ce l’ha fatta, ricevendo consensi più che positivi in tutto il mondo.
Alla cerimonia di apertura allo Stadio Flaminio, che si è svolta Il 30 settembre, alla presenza delle massime autorità dello Stato e del mondo dello sport internazionale, hanno sfilato circa 400 atleti, preceduti da tre carrozze d’epoca con a bordo i testimonials della manifestazione, il tedesco Franke Slootnaake, Raimondo D’inzeo, i cavalieri italiani che ai Giochi Olimpici sono saliti individualmente sul podio ed i campioni uscenti. Notevole l’afflusso del pubblico, sia al Flaminio che ai Pratoni del Vivaro; si calcola che nell’arco delle dodici giornate, abbiano assistito alle gare circa 200 mila spettatori, spesso malgrado le avverse condizioni del tempo. Alle gare di salto ostacoli hanno partecipato ben 25 nazioni, che hanno schierato i migliori cavalieri e le migliori amazzoni del mondo. Lo chef de piste Marcello Mastronardi, è stato particolarmente elogiato da tecnici, cavalieri e giornalisti del settore, per i percorsi da lui disposti sul terreno del Flaminio, giudicati altamente selettivi e tecnici, ma che tuttavia non richiedevano mai per i cavalli uno sforzo eccessivo o costituivano occasione di periocolo.
Tanti i complimenti anche ad Hermann Duckek, che è stato l’ideatore e colui che ha realizzato i terreni dello stadio Flaminio, i qualli, nonostante le abbondanti pioggie, hanno mantenuto una condizione eccezionale.
La classifica a squadre di salto ostacoli, la disciplina più amata dal pubblico perché più spettacolare, ha visto la vittoria della Germania, che si è confermata squadra molto forte e compatta. Negli ultimi quattro anni infatti, i tedeschi non hanno avuto rivali , conquistando l’oro mondiale a l’Aia nel 1994, l’oro olimpico ad Atlanta nel 1996, l’oro continentale a Mannheim nel 1997.
Il quartetto tedesco, composto da Franke Sloothaak, Ludger Beerbaum, Lars Nieberg e Markus Beerbaum, si è imposto sulla Francia , medaglia d’argento, e sulla Gran Bretagna, medaglia di bronzo. Il podio, conquistato da Germania, Francia e Gran Bretagana, dimostra ancora una volta che la vecchia Europa ha la migliore scuola di equitazione, non temendo dunque la concorrenza degli altri continenti.
Punti di forza della squadra tedesca , Franke Sloothaak e Ludger Beerbaum, considerati nel salto ostacoli i migliori rappresentanti del loro paese. FRanke Sloothaak, 40 anni, olandese di nascita e cittadino tedesco dal 1979, viene considerato uno dei migliori cavalieri del mondo, tanto bravo da far passare in sottordine la qualità del cavallo che monta. Alto, biondo, ben piantato, un viso simpatico e sorridente, Sloothaak dal 1993 monta i cavalli provenienti dall’allevamento della Comunnità di San Patrignano. Detiene sia il record di potenza indoor, conquistato a Parigi nel 1991, saltando 2,35 metri, sia quello di percorso all’aperto conquistato a Chaudfontaine, saltando un muro alto 2,40 metri. Sono tuttavia innumerevoli le vittorie che ha ottenuto in questi ultimi anni in campo internazionale, e con le quali ha contribuito sensibilmente al successo della squadra tedesca.
Quattro anni fa ai Mondiali a l’Aia , in sella alla famosa Weihawej, la sua cavalilina dagli occhi blu, ha vinto la medaglia d’oro individuale e a squadre. A Roma, in occasione dei Weg, ha montato San Patrignano Joli Coeur, saltatore nato in belgio nel 1986.
Subito dopo la vittoria, durante la conferenza stampa, ha avuto parole di affetto per il ct tedesco Herbert Meyer. “Ringrazio davvero il nostro ct - ha dichiarato - una persona eccezionale, che dà a noi cavalieri tutto il tempo che ci occorre per prepararci al meglio. Non ci
sottopone mai a pressioni, riuscendo a mantenere un equilibruio perfetto.”
Ludger Beerbaum è considerato invece il numero uno dell’equitazione mondiale. Ha siglato un gran numero di vittorie in campo internazionale, conquistando la medaglia d’oro individuale alle Olimpiadi di Barcellona nel ‘92 e, ad Atlanta, nel ‘96 ha vinto l’oro olimpico nella prova a squadre, arrivando in finale come migliore cavaliere. Agli europei del ‘ 97 ha ottenuto poi la vittoria a squadre ed individuale. La squadra italiana , formata da Arnaldo Bologni, Jerry Smit, Gianni Govoni e Guido Dominici, ha finito la gara, purtroppo, al settimo posto , con uno scarto di venti centesimi di penalità dall’Olanda. Il risultato non è dei migliori e, per la qualificazione alle Olimpiadi di Sydney bisognerà aspettare l’esito degli Europei nel ‘99.
Quello che conta, però, è che mai come quest’anno, l’Italia si sia lasciata alle spalle squadre difficili da battere, dimostrando di essere all’altezza delle migliori nazioni, Germania esclusa naturalmente. Non bisogna dimenticare inoltre che fra il quarto posto della Svizzera e la settima posizione dell’Italia, vi sono quattro squadre raccolte in una manciata di punti, e ciò equivale a dire che i valori tecnici si sono livellati verso l’alto.
Al termine di un’appassionante sfida a quattro, il giovanissimo brasiliano Rodrigo Pessoa, si è laureato Campione del mondo 1998. Al secondo posto è giunto invece il francese Thierry Pomel, 41 anni, ed al terzo, il campione uscente Franke Sloothaak. In quarta posizione infine, lo svizzero Willi Melliger, 45anni.
Rodrigo Pessoa, nato nel novembre del 1972, è il figlio del grande Nelson, ormai da molti anni star dell’equitazione mondiale e lui stesso tra i partecipanti in gara a Roma.
Il giovane Rodrigo, che ha ereditato dal padre simpatia e competitività, è già il più titolato cavaliere brasiliano di tutti i tempi. Nel 1992, a soli 19 anni , è sceso in campo alle Olimpiadi di Barcellona, classificandosi al nono posto.
Sul podio olimpico di Atlanta, con la squadra brasiliana nel ‘96, ha conquistato quest’anno la Volvo World Cup ad Helsinki. A Roma ha gareggiato con Lianos, castrone di 11 anni di proprietà di vittorio Orlandi, cavaliere e grande protagonista dell’epoca d’oro dell’eqiuitazione italiana.