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Gabriele Nuzzo

Il desidero un 'peccato di giovinezza' persistente nel tempo
TATUAGGI E PEIRCING

Ieri motivo di spregio, oggi decorazione.

di Gemma Messina

 

Così si è visto mutare il significato attribuito negli anni al tatuaggio.
La storia ci ricorda che era un mezzo di identificazione degli schiavi; la conferma di ciò sono stati i detenuti di Auschwitz marcati, sul braccio sinistro, dal loro numero di matricola preceduto da una lettera corrispondente al loro trasferimento, e se erano ebrei da una delta minuscola.

Nonostante il tatuaggio fosse un segno indelebile comune ai prigionieri, il suo passato vanta la presenza di tre grandi uomini tatuati che hanno cambiato il mondo durante la seconda guerra mondiale; si tratta dell'inglese W. Churchill, che nascondeva un'ancora sul braccio sinistro, del sovietico Stalin che aveva un teschio tatuato sul petto, e dell'americano E. Roosvelt, che si era fatto incidere sul corpo lo stemma di famiglia. Casi singolari ma spinti esclusivamente dalla propria volontà; al contrario, ancora oggi, si possono incontrare persone anziane costrette a portare sul braccio la matricola del campo di concentramento in cui erano relegati.

Col passare degli anni anche la moda dei disegni tatuati ha avuto diverse evoluzioni; nel 1998 si tende verso motivi decorativi per il proprio corpo: fiori, animali, figure di libertà, tribali, ovvero disegni astratti.

Ma dalle parole del ventiquattrenne Francesco Piazza: "voglio lasciare un segno indelebile sul mio corpo che testimoni questo momento particolare", ascoltate spesso fra i giovani, comprendiamo che sono spinti dal loro libero arbitrio.

Anche in questo campo artistico la legge interviene sovrana, infatti molti adolescenti che dichiarano: "desidero un peccato di giovinezza persistente nel tempo", per essere tatuati devono recarsi da un professionista con il consenso dei genitori, se non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Rivolgersi ad un professionista è necessario se non si vogliono avere dei seri problemi di salute.

Uno dei rischi potrebbe essere quello di trovare operatori inesperti, che esercitino la professione come liberi amatori, "giocando d'azzardo" con la pelle degli altri. Infatti, come testimonia Gianni Tucci, tatuatore specializzato: "si devono usare attrezzature sterilizzate ad una temperatura di 200° per distruggere eventuali virus molto pericolosi come quelli dell'AIDS e dell'epatite, inoltre è assolutamente obbligatorio l'utilizzo di aghi e colori monouso".

La conferma di queste parole viene data da alcuni dermatologi che conoscono le complicazioni cutanee del tatuaggio: "se l'infiammazione supera i 15 giorni, ciò è conseguenza dell'attrezzatura mal sterilizzata o dei coloranti contenenti numerose impurità". Inoltre, i medici sconsigliano il tatuaggio ai diabetici, a coloro che abbiano un'insufficienza renale, ed ai portatori di stimolatori cardiaci (pace-maker).

Il miglior avvertimento che si può dare ai candidati al tatuaggio è di andare solo in centri specializzati e condotti da professionisti di quest'arte: in particolare i giovani devono essere coscienti che il piccolo o grande disegno scelto per il proprio corpo è indelebile, e che solo la laser terapia potrà eliminarlo.

Allora ci si chiede: è così indispensabile compiere questo peccato di giovinezza?

Ai posteri l'ardua sentenza.

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