24 novembre 1998

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di Germano Scargiali

VELA E MOTORE
"centomila posti barca per centomila posti di lavoro"

Turismo nautico sempre più al centro dell’attenzione, sempre più discusso, sempre più additato quale settore in via di sviluppo e degno dei maggiori riguardi da parte del settore privato, ma anche di quello pubblico. Nessuno contesta più chi fa i conti dei posti di lavoro, che la crescita del turismo nautico, lungo le nostre coste, potrebbe creare, con un processo di reazione a catena, che coinvolgerebbe l’intero indotto.
Un potere pubblico sempre più necessitato e motivato alla creazione, non tanto di posti, quanto di occasioni di lavoro, individuabili sul libero mercato, dovrebbe avere, nelle previsioni, il massimo interesse a fornire il proprio supporto, che dovrebbe essere fatto sia di norme che di incentivi, tendenti a rendere possibile il decollo dei porti turistici o degli approdi attrezzati nelle acque protette già esistenti, oliando gli ingranaggi, finora ben farraginosi, della grande macchina, che dovrebbe essere potenziata in modo massiccio ed adeguatamente avviata. Secondo alcuni osservatori, sarebbe, addirittura, ancora da creare, con lo spirito di chi parte da zero.
La presenza della mano pubblica viene, inoltre, auspicata per superare i problemi di impatto con un’opinione pubblica, che viene vista come non sempre d’accordo con lo sviluppo del settore. Si dice che esso privilegerebbe i ricchi e disturberebbe, con le proprie strutture, l’integrità del paesaggio. Gli stessi uomini di governo, negli ultimi anni, hanno, tuttavia, smentito la correttezza di una visione del genere: la barca è, invece, uscita fuori dalle elite di un tempo, oggi è un bene abbastanza diffuso, favorisce l’occupazione, mentre la nautica da diporto è, per sua natura, praticata da chi ama il mare e non da chi inquina. Questo, almeno, nella più ampia generalità dei casi. Inoltre, si mira decisamente ad un target già individuato e presente, composto soprattutto di yachtman esteri, interessati alla navigazione nella parte più calda e pittoresca del Mediterraneo.
Alle parole, tante, nel corso degli ultimi 10 anni, che sono venute giù a fiumi, nel corso di una miriade di convegni e seminari sull’argomento, sembra che, finalmente, stiano seguendo i fatti.
E’ il caso delle "assoporti", che sono già sorti in Adriatico ed in Sicilia, seguite a ruota da quelle costituende in Sardegna ed in Liguria.
All’ultimo salone nautico, il tema porticcioli e turismo nautico è stato un vero punto focale. Nel corso della prima domenica di fiera, è stata presentata la nuova Assopat Sicilia, otto porti fra Palermo, Portorosa, San Nicola, Messina, Siracusa, Marzamemi, Agrigento e Trapani, con il patrocinio dell’Assessorato turismo della Regione Sicilia, rappresentata dal direttore Agostino Porretto. Presenti i rappresentanti dell’Assoporti adriatica. Negli ultimi giorni, la Liguria ha presentato, anche la propria associazione. Mentre si sa che la Sardegna ha già pronta la propria.
Il programma è quello di coordinare l’azione propagandistica e quella organizzativa, fornendo ai turisti nautici un servizio più completo, con standard assicurati fra una rete di porti vicini e, quindi, in grado di soddisfare le esigenze di chi vuol dedicarsi a navigazioni programmate lungo costa. Si intravede, inoltre, l’opportunità di un organismo di secondo livello, che coordini le varie associazioni regionali, curandone l’immagine e gli scopi organizzativi, anche a livello nazionale.
Interessante, al riguardo, l’iniziativa portata avanti, da circa 3 anni, con crescente impegno, dalla rivista milanese Vela e Motore, che ha definito il turismo nautico come "l’oro del sud", indicando in ben 100 mila i nuovi posti barca, che si potrebbero creare, a fronte di una domanda primaria già individuata, che ne assicurerebbe l’utilizzo entro un termine abbastanza breve.
Nel corso dell’ultimo Salone di Genova, Vela e Motore, rappresentata dallo stesso editore Massimo Bacchetti, ha riunito attorno ad un tavolo alcune personalità che potrebbero contribuire al decollo di questa agenzia. Fra questi, il presidente della Confindustria giorgio Fossa, un rappresentante del ministero dei trasporti (il ministro era assente a causa della crisi di governo), oltre a rappresentanti del governo e dell’opposizione, assieme ai massimi dirigenti delle assoporti dell’Adriatico e della Sicilia, le due già costituitesi, in attesa di quelle della Sardegna e della Liguria. Ne è nato un dibattito acceso e costruttivo, che ha tutte le caratteristiche per avere un seguito, dato l’impegno notevole della rivista milanese, a fronte di una realtà che, ormai, ha maturato determinati intendimenti in proposito.
Secondo i conti fatti da tempo e condivisi da una generalità di osservatori, ogni posto barca tenderebbe a creare, sommando le opere da prestare direttamente alle positive reazioni dell’indotto, un posto di lavoro per ciascuna barca. Quindi, la proposta di Vela e Motore si muove con lo slogan non certo privo di verve di "centomila nuovi posti barca per creare 100 mila posti di lavoro nel sud". A tal fine, Vela e Motore, rappresentata in prima persona dall’editore Massimo Bacchetti, si dice disposta a collaborare direttamente, perchè sorga un’agenzia nazionale, sotto il controllo statale, ma gestita con managerialità di stampo privatistico, che si occupi di creare i presupposti tecnici, gli studi di indagine e contribuire al verificarsi di tutte quelle circostanze che si rendono necessarie, perchè si inneschi l’intero fenomeno e dia luogo al sorgere ed al moltiplicarsi delle strutture di approdo, indispensabili per realizzare gli ambiziosi ed allettanti obiettivi prefissati.