Timone d'oro 1996

Alessandra Sensini
VELISTA DELL'ANNO 1996

Il prestigioso premio del Giornale della Vela é stato assegnato per la prima volta ad una donna

di Natasha Vidar

G rinta, volontà, un'enorme amore per il mare. Cosi` Alessandra Sensini continua a riscuotere successi e portare gloria al suo sport, il Windsurf. Dopo la Medaglia di Bronzo di Atlanta, la ventisettenne grossetana, che gareggia con i colori dell'Albaria di Palermo, è stata nominata Velista dell'Anno 1996. Una vittoria personale certamente ma anche una conquista per il Windsurf, sport che i Velisti italiani si dilettano a guardare dall'alto in basso. Dovranno ricredersi. Non solo questa nuova Regina dei Venti ha regalato alla Vela la prima medaglia olimpica degli ultimi dodici anni ma ha anche strappato il Timone d'Oro a velisti di tutto rispetto come il navigatore transoceanico Giovanni Soldini, il campione del mondo del J24 Flavio Favini, il Mondiale Star Enrico Chieffi, il vicecampione mondiale Soling Mario Celon ed il campione italiano di vela d'altura Flavio Favini. Tutti i finalisti erano stati indicati nel corso dell'anno dai lettori del Giornale della Vela ma, per la Sesta edizione del celebre Premio consegnato a Roma in Febbraio la giuria, composta tra gli altri dal Segretario Generale del CONI Raffaele Pagnozzi e il Presidente della FIV Sergio Gaibisso, ha scelto proprio lei. Alessandra Sensini: una surfista, una donna. Vittorie conquistate con la fatica dell'allenamento ma anche con lo sconforto delle sconfitte. La gloria, appena sfiorata alle Olimpiadi di Barcellona, le ha lasciato l'amaro in bocca per oltre tre anni. Alessandra voleva abbandonare tutto finche` non è sopravvalso il desiderio di mettersi alla prova e prendersi una rivincita.

Essere nominata Velista dell'Anno è uno dei riconoscimenti più belli che abbia ricevuto, forse quello che ho apprezzato di più. E' un premio prestigioso che mi ha fatto entrare a pieno titolo nel mondo della Vela, cosa che per un surfista non è molto facile. Sono infatti stata la prima in Italia ad avere dato al Windsurf un riconoscimento del genere. Pensa che per la prima volta sono stata invitata su una barca a vela, da Landolfi, per una regata su Brava Q8. Mai successo prima (dice divertita). Spero avere il tempo per farlo, mi piacerebbe tantissimo. Prima però dovranno insegnarmi un bel pò di cose.
Pensi che il Windsurf stia iniziando ad essere preso sul serio dalla Vela Italiana?
Spero di si. La Federvela si sta muovendo molto. Sarà certamente una cosa lunga e sulla quale bisognerà lavorare con tanta volontà e molta pazienza.
Cos'altro bisognerebbe creare per rafforzare l'immagine di uno sport che dopotutto ha solo 25 anni?
Insieme alla Federvela stiamo cercando di fare degli allenamenti in centri di avviamento frequentati da bambini. E' bene entusiasmarli, proponendo lo sport non solo come hobby ma come qualcosa che può dare tante soddisfazioni, come gareggiare in una squadra nazionale, viaggiare e vivere sempre in acqua.
Quest'estate ad Atlanta, la tua Medaglia di Bronzo ha salvato l'onore della Vela italiana. Adesso con un pò di distacco, confessa, eri certa di farcela?
Sicuramente ci speravo. Avevo questa spinta di volere dare il massimo di me stessa anche se avevo iniziato ad allenarmi un po` tardi, solo otto mesi prima. Nelle varie prove i risultati erano stati incoraggianti. Avevo la sensazione di avere raggiunto un certo livello ma alla fine si gioca tutto alla prima prova. E' lì che vedi chi si farà avanti verso le medaglie. La prima prova è andata molto bene dandomi la fiducia per andare avanti.
Hai ottenuto tre vittorie su nove prove, più di tutte le tue avversarie ma non un ottimo risultato. Che difficolta` hai incontrato?
C'erano delle condizioni alle quali non ero abituata. Un vento leggero a raffiche brevi e continue, che cambiava molto spesso di direzione. Il campo si trovava appena sotto la riva ed aveva un bosco alle spalle che dava molto fastidio. Inoltre non ero riuscita a riprendermi dalle prove precedenti e recuperare fisicamente. Così ho fatto due piazzamenti molto brutti e mi sono giocata molto.
Come ti sei allenata?
Soprattutto in mare, cinque sei volte a settimana, tre ore al giorno a secondo del vento. Poi altre due a terra. Abbiamo visto che alla fine é quello che ti da di più. Quando le condizioni non erano buone, facevo un grosso lavoro in palestra con esercizi a corpo libero, usando molto il peso del corpo, con tante ripetute e molta ciclette, alternata alla corsa. E' un programma che ho messo a punto con Luca Depredini e Valentin Makin (allenatori della FIV) e che andavamo cambiando secondo le mie esigenze.
Il successo di Atlanta é arrivato dopo un periodo di riflessione. E' vero che dopo la delusione dei Giochi di Barcellona volevi abbandonare la competizione?
Barcellona é stata alquanto difficile da dimenticare. Anzi, non l'ho ancora dimenticata. Mi era rimasto questo sogno di fare la Coppa del Mondo, così dopo Barcellona ho mollato tutto. Le Olimpiadi sono arrivate in un momento in cui non avevo proprio altro in programma. All'inizio l'ho presa un po' così, mi son detta `mah proviamo'. Non che ne fossi convintissima.
Cos'é che ti ha spinta a ricominciare?
Da un pò di tempo ricevevo telefonate da parte di persone vicine alla classe olimpica che chiedevano mie notizie, volevano sapere che fine avessi fatto. Sono stati abbastanza costanti finché un giorno uno di loro mi ha convinta e consigliato di andare a trovare il Presidente Sergio Gaibisso. Ci andai, avevo addirittura un polso rotto ma tornai a casa con una tavola per allenarmi. Mancavano tre settimane alle selezioni.
Cosa hai imparato dalla sconfitta di Barcellona?
A considerare le Olimpiadi una gara come tante altre. Non che sia facile ma è bene provarci.
La tua è stata la prima medaglia olimpica della vela azzurra conquistata da una donna. E ci sono sempre più donne che competono. Perchè, e che ne pensi?
Forse perchè in certi momenti noi donne siamo più grintose, più determinate. Abbiamo più caparbietà nelle cose... Quando ti metti lì è un pò... c'è la devi fare, c'è la devi fare.... E sì, mi sa che è proprio cosi.
Ti è capitato spesso di classificarti davanti ad un uomo. Che sensazione ti da?
Poveracci! ... Beh, effettivamente ti fa piacere. Dopotutto noi donne siamo sempre messe un po' in secondo piano quindi, quando vinci una regata piazzandoti davanti a un uomo, è una bella soddisfazione. Poi, alla fine, ci si scherza sempre sopra con battute divertenti tipo: `Scusa, chi è che ha vinto la classe maschile?' Ma alla fine sono sempre e solo piccole soddisfazioni personali perchè il dubbio di chiederti `forse quel giorno non erano (loro, gli uomini) tanto in forma, ti resta sempre.
Com'è nata la tua passione per il Windsurf?
In famiglia. Mio padre è un appassionato di mare ed io ho sempre vissuto in acqua. Ma sono state le mie sorelle, più grandi di me a farmi scoprire la tavola a vela. La prima volta che sono salita su di un windsurf avevo dodici anni ma sapevo già esattamente come funzionasse, come si armava e come si disarmava.
Come ti poni davanti all'incalzare dell'uso del doping tra gli atleti?
E' qualcosa di sconvolgente che ho scoperto soltanto da poco guardando un documentario; pensavo fosse riservato soltanto ai culturisti. Forse perchè mi sono allenata sempre da sola sono rimasta completamente fuori da questi giri. Pensa che alle Olimpiadi non riuscivano neanche a farmi prendere un pò di vitamine e di aminoacidi, perchè io non ne volevo sapere. Sono dei pazzi a fare del doping.
Quali sono stati i tuoi primi successi?
Il primo è arrivato nell' 83 ai Giochi della Gioventù di Bracciano. Sono arrivata seconda, dopo Tommy Wirz. Ma quello che mi ha spinta ad iniziare a competere seriamente è stato il campionato italiano Juniores nell'85.
Che tipo di dieta segui quando ti prepari per una gara?
Prima colazione a base di cereali o pane e marmellata, yoghurt. Poi pasta alla mattina, un'ora e mezza prima di andare in mare ed ancora carboidrati appena rientro. La sera della carne o altre proteine.
E quando non ti alleni?
Beh, diciamo che quando sono a casa, per me la prima colazione è... al bar. Non per altro ma non ho problemi di peso e mangio tutto ciò che mi piace. E poi, sinceramente, andare a fare la spesa... non fa per me.
Come si svolge la tua vita, quando sei libera dallo sport?
E' abbastanza stressata, soprattutto in questo momento. Effettivamente sono sempre da una parte o da un'altra, mi arrivano telefonate all'ultimo momento. Magari non succede niente per due settimane e poi in una devo essere in dieci posti diversi in una volta.
E la sera che fai?
Eh, quando mi alleno ben poco. La sera vado a letto presto, dopo cena. D'altronde non avrei la forza di fare altro. Altrimenti vado al cinema o guardo un video.
Come mai, tu grossetana, appartieni ad un circolo siciliano, l'Albaria?
L'Albaria è un circolo storico, il primo nato esclusivamente per i Windsurfisti. Conosce tutti i nostri problemi, è ben organizzato e sempre aggiornato su tutto. E' anche contornato da persone molto competenti nel loro campo che riescono a darti gli aiuti necessari quando nei hai bisogno. E poi la Baia di Mondello è un posto bellissimo, le palme sono il mio albero preferito e Capo Gallo, con tutte quelle grotte, è incantevole.
Qual è secondo te la differenza tra una barca ed una tavola a vela?
Entrambe hanno bisogno del vento per navigare. Si differenziano principalmente dal collegamento della vela con il resto dell'attrezzatura e dal timone che nel windsurf non esiste. Sulla tavola sei sola a combattere contro il vento e il mare con la forza delle tue braccia ed il resto del corpo, mentre in barca sei spesso con altri. Il windsurf é sicuramente uno sport più completo.
Ti consideri una solitaria?
Diciamo che sì mi piace stare in compagnia con amici, uscire ma per quanto riguarda le competizioni non so.
Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti?
Mi sto preparando per i Giochi del Mediterraneo,Campionati Europei e Mondiali. Parteciperò all'internazionale di Palermo, all'indoor di Lione ed ad altri appuntamenti della classe funboard.
E la tua piu` grande ambizione?
Non so, tante cose ma forse la piu` grande sarebbe quella... quella di vincere Sydney. Prima però bisogna andarci.
Cosa consiglieresti ad un/a giovane appassionato di Windsurf?
Cercare di praticare questo entusiasmante sport lavorando con impegno e seriamente, basta solo un pò di sacrificio per ottenere dei buoni risultati.
Tecnica ed allenamento è quanto basta per vincere?
Lo sport deve essere una competizione innanzitutto con se stessi. Bisogna avere il continuo desiderio di migliorarsi, di dare sempre di più, di andare oltre i propri limiti. E' soprattutto una questione di spirito.
Secondo te, quali aspetti del tuo carattere ti hanno portata verso il successo?
Ho sempre gareggiato, fin da piccola. Appena iniziata una disciplina partecipavo subito alle gare. Mi sono sempre confrontata ed é forse questo continuo gareggiare che mi ha fatto arrivare dove sono oggi.