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Questa è Mondello oggi,... 

Ma cosa offre oggi questa cittadina al turista?

 

...era un posto bellissimo e all’avanguardia per le attrezzature turistiche, frequentato dall’elite del palermitano e non solo.

 

 

Nel 1865 il Principe Lanza di Scalea costituiva un “Comitato di propaganda” (che vedeva riuniti anche gli agricoltori e i pescatori)

 

Nel 1910 la “Società Anonima Les Tramways del Palerme" assunse l’impresa di trasformare la colmata di Mondello e la spianata di Valdesi in una stazione balneare di prim’ordine

 

 

 

 

La società belga "Les Tramways de Palerme" s’impegnò a costruire un Grande Hotel, il “Kursal” (a posto del quale oggi si staglia l’attuale Palace Hotel), uno stabilimento balneare, una cattedrale, un giardino pubblico e a provvedere alla fognatura, ai serbatoi ed alle relative macchine per lo spurgo automatico, alla conduttura d’acqua potabile...

 

 

Alcune delle opere elencate, purtroppo, non furono mai realizzate

 

 

Ma come si raggiungeva Mondello?

 

 

Oggi molti villini e lo stabilimento balneare sono stati restaurati, ma il Kursal, il grande hotel, la cattedrale, il campo da golf e l’hangar del dirigibile P.M. alla favorita, rimangono solo dei sogni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MONDELLO E LA SUA STORIA DEL 1900
I PROGETTI MAI REALIZZATI (dal contratto del 1910)
La
società belga "Les Tramways de Palerme" s’impegnò (vedi documento del 28 dicembre 1910 trascritto il 1 maggio 1912 n.766414804 repertorio n.130, fra il Demanio dello Stato e Società Anonima Les Tramways de Palerme) a costruire un Grande Hotel, il “Kursal”, uno stabilimento balneare, una cattedrale, un giardino pubblico e a provvedere alla fognatura, ai serbatoi ed alle relative macchine per lo spurgo automatico, alla conduttura d’acqua potabile...

MONDELLO FRA SOGNI E REALTA'
IL “KURSAAL”, IL CAMPO DA GOLF, LA CATTEDRALE, IL TRAM: I SOGNI SU MONDELLO DAL ‘700 ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
I PIANI URBANISTICI CHE INTERESSARONO MONDELLO

Facciamo un viaggio di due secoli, aiutati dall’architetto Davide Cardile, laureando anche in Pianificazione Territoriale,  tra i progetti che dovevano trasformare la borgata marinara da porto fangoso a stazione balneare di prim’ordine.

di Vinny Scorsone

....“Arranciata, birrra, cocaa!” “Coccoo bello, coccoo!” “Pollanche, che su bedde ste pollanche!”. 
Questa è la litania che ogni estate il palermitano sente proferire in spiaggia a Mondello dai venditori ambulanti. La pace tanto agognata durante il lavoro è letteralmente fatta a pezzi da una giornata a mare del fine settimana. Sabato e domenica si comincia la mattina presto perché, se qualcuno volesse arrivare ai pochi passaggi liberi per il mare senza l’assillo di non poter trovare un parcheggio per la propria auto, sappia che dovrebbe essere lì già alle 7.30/8,00.
Poi, cosa non trascurabile, se sempre quel qualcuno non volesse avere la cabina con i pochi "centimetri" di spiaggia a disposizione, dovrebbe riuscire a guadagnarsi un posto in quella striscia di sabbia che si trova tra la staccionata della zona privata dello stabilimento balneare e il mare. Striscia che spesso non raggiunge i quattro metri e che si fonde con il bagnasciuga. Certo, c’è la spiaggia libera, però forse è meglio stendere su questa un velo di pudore. Qualora il malcapitato riuscisse finalmente ad accaparrarsi il tanto sospirato posto e si sdraiasse pronto a rilassarsi, ecco arrivare uno squadrone di bagnanti al quale ne seguirebbe uno di venditori ambulanti pronti a soddisfare ogni suo desiderio. 
Questa è Mondello oggi, col traffico caotico, con le paninerie, i bar e i negozi di souvenir, il porticciolo, i ristoranti, Troppe cabine per i bagnanti e i venditori ambulanti. Col suo sistema fognario (vecchio di un secolo) al collasso, che vede più di mille allacciamenti abusivi e che, unito alla originaria natura paludosa del luogo, porta alcune zone della borgata ad allagarsi quando piove troppo.
Ma cosa offre oggi questa cittadina al turista? Sole, mare (purtroppo quest’anno più inquinato del solito), verde, qualche villa liberty dei privati e poi….che il turista si arrangi.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’architetto Davide Cardile (autore di alcune pubblicazioni su Mondello) e gli abbiamo chiesto informazioni a riguardo.
Abbiamo scoperto che un tempo questo era un posto bellissimo e all’avanguardia per le attrezzature turistiche, frequentato dall’elite del palermitano e non solo.
L’architetto ci racconta che già gli arabi avevano denominato il luogo “Marsâ ‘at Tin” cioè “porto del fango” e questo nome rimase fino al XII secolo.
“A causa di disboscamenti - prosegue l’architetto - del riversarsi a valle della terra superficiale dei monti delimitanti la piana e del ritirarsi del mare, il golfo di Mondello si trasformò in un porto fangoso.
I depositi alluvionali e i detriti formati dalle acque provenienti dai monti vicini, infatti, non poterono defluire liberamente in mare e trasformarono il terreno (già ricco d’acqua) in un’estesa palude. Gli abitanti dalle contrade della zona dovettero, quindi, lasciare la borgata, popolata fino a quel momento da pescatori e qualche agricoltore. I tentativi che vennero fatti per bonificare Mondello furono svariati e alcuni luoghi vennero persino destinati a saline. Del pantano si occuparono un po’ tutti, a partire dal Senato Palermitano con lavori che iniziarono nel 1773 e proseguirono nel 1793 (anno della sua annessione all’area di caccia de “La Favorita”) e successivamente nel 1826 e nel 1860, quando il parco passò ai Savoia. Nel 1865 il Principe Lanza di Scalea costituiva un “Comitato di propaganda” (che vedeva riuniti anche gli agricoltori e i pescatori) con il quale intraprendere un progetto di bonifica delle contrade di Mondello che in quel tempo erano soffocate dalla malaria e, certamente, non incoraggiavano chi pensava di abitare in quei luoghi. Il principe, lungimirante, aveva intravisto un futuro radioso per quelle terre. Nel 1870 l’ingegnere Pareto, per incarico del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, compilò un’accurata pianta topografica della palude con tutti i suoi intrigati canali.

Planimetria delle 
PALUDI DI MONDELLO
ANNO 1870
Copia della planimetria originale delle paludi con lo sviluppo dei canali di R. Pareto 1870

Successivamente, nel 1890 venne prescelta la soluzione proposta su progetto dell’onorevole Baccarini. Abbandonando il vecchio sistema di drenaggio, ci si orientò verso un sistema di bonifica “per colmata”, (costituita da massi dissodati da Monte Pellegrino e il gran banco di sabbia che costituiva l’antica diga sulla spiaggia con più di 10.000 tonnellate di sabbia), con il riempimento di tutti i canali. Fu lasciato un solo collettore quasi semicircolare, profondo circa 3 metri, in modo da tagliare e raccogliere tutte le vene d’acqua dolce, provenienti dalle contrade a monte, con due sbocchi al mare negli antichi luoghi di Celesi e Mondello.”

 “Qualche decennio più tardi, nel 1906, - continua Davide Cardile - l’amministrazione comunale di Palermo con una Legge “ad hoc” (L.n°252 del 15 maggio 1910 che autorizzava la vendita dei terreni annessi alla tenuta della Real Favorita di Palermo), firmò un compromesso che sancì la rinascita della borgata di Mondello, realizzando così il sogno del Principe Lanza di Scalea. Nel 1910 la “Società Anonima "Les Tramways de Palerme" assunse l’impresa di trasformare la colmata di Mondello e la spianata di Valdesi in una stazione balneare di prim’ordine. L’anno dopo, infatti, presentò al Municipio di Palermo un piano regolatore per l’attuazione del quale occorreva la concessione da parte dello Stato di circa 280 ettari di terreno ad esclusione del demanio marittimo di Mondello. 

Palermo Mondello
(Archivio di Stato) 

Planimetria della Concessione dell'area fra il Comune di Palermo e la società "Les Tramways de Palerme"

Con la convenzione del 1906, nel frattempo, venne concesso l’esercizio delle linee tranviarie alla Società "Les Tramways de Palermo", con l’obbligo di provvedere alla costruzione di tutta una serie di opere relative alla produzione, alimentazione e trasmissione dell’energia elettrica, costruzione di chioschi ed altro. La Società s’impegnò a costruire un Grande Hotel, il “Kursal”, uno stabilimento balneare, una cattedrale, un giardino pubblico e a provvedere alla fognatura, ai serbatoi ed alle relative macchine per lo spurgo automatico, alla conduttura d’acqua potabile e all’edificazione di trecento ville su lotti di 450 mq., per un prezzo forfetario di vendita pari a £ 9.000.
Le tipologie delle villette sono simili tra loro, con una distribuzione razionale degli spazi ed una espressione formale che riprende elementi significativi del Liberty in Italia: le torrette, i porticati con le colonne, i capitelli e gli archi; l’uso del ferro battuto per le ringhiere dei balconi, delle transenne e dei parafulmini sui colmi dei tetti; il balcone d’angolo, le decorazioni floreali sui prospetti; l’applicazione di mattonelle di maiolica smaltate in corrispondenza dei cornicioni, i tetti a falde, le paraste. Le terre concesse dal demanio per un periodo non superiore ai sei anni, ebbero un costo per la società di circa £ 580.000. Alcune delle opere elencate, purtroppo, non furono mai realizzate per decorrenza dei termini, come per esempio la Cattedrale, una grande ed imponente costruzione di cui sono rimasti solo i progetti e che doveva sorgere in un area che si attestava all’ingresso all’attuale viale dei Pioppi (per una superficie di 1.500 mq.). Poi, ancora, il Kursal, uno splendido edificio in stile liberty che doveva insistere nell’area dell’attuale hotel Palace, e che constava di casinò, salone delle feste, e circolo ricreativo, un teatro; un’immensa e bellissima struttura che occupava una superficie di oltre 2000 mq.

Progetto del Kursaal (Piano Terra) che doveva essere realizzato a Mondello cosi come tante opere che dovevano trasformare la borgata marinara da porto fangoso a stazione balneare di prim’ordine

Queste due costruzioni erano state pensate con un’inclinazione di circa 45° rispetto all’asse, già esistente, di viale Galatea, per creare un cono prospettico e dare in questo modo la possibilità, a tutti coloro che venivano dalla borgata di Partanna, di scorgere il mare anche a distanza. Tutto questo, insieme ad alcuni villini, è rimasto, purtroppo, solo un bellissimo progetto. La vendita dei villini era effettuata tramite un catalogo di fotografie di quelli già esistenti e dei progetti di quelli da realizzare. 

Lo stabilimento fu costruito e aperto al pubblico nel luglio del 1912 con docce e prese d’acqua di Scillato (per come si legge nell’ Archivio di Stato di Palermo – Intendenza Reale e siti di Campagna – vol. I/II), con 350 cabine. Inoltre, lungo la spiaggia furono installate alcune capanne in legno di pino-pece di colore differente per dare un aspetto più piacevole alla spiaggia. Per attirare la gente anche durante i mesi invernali, la Società fornì un elegante ristorante all’interno dello stabilimento balneare e nel 1926 iniziò i lavori per un campo di golf, il primo in Sicilia. Questo si estendeva per circa mq. 300.000 al posto di un uliveto e giungeva sino ai terreni del Giusino, ai cancelli della Favorita, con bar e club house. Il percorso constava di 9 buche e aveva uno sviluppo di 2.727 metri, il campo cessò la sua attività nel 1940 in corrispondenza della seconda guerra mondiale e nel ’43 fu occupato da un campo militare americano. Al termine del conflitto la concessione del terreno non venne rinnovata e oggi di quel magnifico campo non rimane più nulla. Fortunatamente sono rimasti i villini a testimonianza di un tempo andato, gli stessi progettati da E. Basile, S. Gregorietti e tanti altri che tanto lustro hanno dato alla città di Palermo. ”Ma come si raggiungeva Mondello?“ Sino ad allora il tram e il vaporetto erano gli unici mezzi che collegavano Mondello a Palermo. Fu così costruita una linea elettrificata. Quella già esistente partiva dalla stazione centrale e proseguiva per la via Roma, piazza Politeama, via Gaetano D’Aita, continuava per le falde del Montepellegrino, passando per le borgate marinare di Acquasanta, Arenella e Vergine Maria, mentre la Società "Les Tramways de Palerme" ottenne la concessione per la costruzione di una nuova linea più rapida della precedente. Questo nuovo tratto, funzionante sino al 1947 e a doppio binario, percorreva la via Libertà e penetrava il Parco della Favorita, biforcandosi per il villaggio di Pallavicino e Valdesi”

Di quel passato mondano di Mondello popolato da gentil donne, artisti, gentleman e industriali italiani e stranieri poco è rimasto intatto. Oggi molti villini e lo stabilimento balneare sono stati restaurati, ma il Kursal, il grande hotel, la cattedrale, il campo da golf e l’hangar del dirigibile P.M. alla favorita, rimangono solo dei sogni e dei ricordi di uno dei periodi di maggior splendore della Sicilia.

I piani urbanistici che interessarono Mondello Mondello fu presa in considerazione dalla maggior parte dei piani urbanistici di Palermo solo come possibile zona di espansione della città, il suo sviluppo è strettamente legato alle vicende politiche.

di Davide Cardile

Segue un rapido e sintetico excursus, limitatamente al territorio in esame che hanno interessatolo sviluppo storico ed urbanistico della borgata. (Cfr. S.M. Inzerillo, “Urbanistica e società negli ultimi duecento anni a Palermo“ Quaderni nn. 9, 14 dell’Istituto di Urbanistica e Pianificazione dell’Università di Palermo). Il piano regolatore di risanamento di Palermo redatto dall’ing. Giarrusso, non dava indicazioni precise per il territorio di Mondello, anni in cui iniziarono i primi tentativi di bonifica. Il piano in prima stesura del 1885, sino all’ultima del 1889, delineava l’espansione della città verso Nord, la viale della Libertà veniva prolungata in direzione della Piana dei Colli.

Il piano privato di Luigi Scaglia del 1923, per il radicale cambiamento, prevedeva un collegamento tranviario della città con tutte le borgate e i paesi vicini e la colonizzazione del Monte Pellegrino. L’arch. Paolo Bonci nel 1927,  prevedeva Monte Pellegrino un centro di villeggiatura dotandolo di una funivia elettrica, e il collegamento con Mondello veniva reso più rapido  con un viale che staccatosi dalle statue di viale della Libertà si innestava al viale per Mondello. (I.A. Provengano, La grande Palermo, le idee e le trasformazioni tra le due guerre, I.L.A. Palma, Palermo, 1980).

“Il Concorso Nazionale “del 1939, bandito dall’amministrazione comunale di Palermo, per la redazione del progetto di ampliamento della città di Palermo e dintorni, dava una serie di orientamenti per la nuova fase del dopoguerra. Furono assegnati tre premi ex aequo ai progetti dei gruppi Caracciolo, Filippine e Susini e un secondo Ajroldi. (I:A: Provenzano “Urbanistica e architettura a Palermo fra le due guerre” S. Pezzi edit. Palermo 1984). Nessuno di questi fu mai adottato, per lo scoppio della seconda guerra mondiale, ma molte delle indicazioni vennero utilizzate per il successivo piano regolatore generale redatto, secondo le normative della legge urbanistica del 1942, dall’Ufficio tecnico del Comune.

Il nuovo piano regolatore generale del 1944, disciplinava la ricostruzione delle zone danneggiate dalla guerra e regolava la futura espansione della città.Prevedeva in particolare un’edilizia estensiva e semintensiva  che dall’arco del golfo che va da Mondello paese a punta Celesi, si allargava radicalmente verso Partanna e lungo il viale regina Margherita.

Anche il piano di ricostruzione del 1946, approvato dal Presidente della Regione Siciliana nel 1947, riproponeva la soluzione del prolungamento di viale della Libertà fino a Pallavicino e il collegamento con Sferracavallo e Mondello. L’amministrazione comunale promuoveva studi finalizzati alla sistemazione e la valorizzazione di Mondello.

Nel 1951 fu bandito il concorso per il “Piano regolatore di Mondello, della Favorita e del Monte Pellegrino”,( vinto dal gruppo associato di Barresi, Caruso, Tortrici, Ugo, Villa e Ziino). Il progetto tendeva a valorizzare l’arenile di Mondello, decongestionare il traffico, incrementare le attrezzature sportive e ricettive, restituire alla Favorita la destinazione iniziale di parco pubblico. (Cfr: G.V. Ugo, Il piano regolatore di Mondello, del Monte Pellegrino e della Favorita, in “Casa Nostra” anno IV n° 7-9, I.A. C.P., Palermo, 1954).

Nel 1954 l’amministrazione comunale promuoveva gli studi relativi alla stesura del nuovo piano regolatore di Palermo e si avviava alla stesura di un piano territoriale di coordinamento che comprendeva molti comuni limitrofi. Il piano fu adottato dal consiglio Comunale nel 1956 e modificato per innumerevoli osservazioni ed opposizioni, fu di nuovo adottato nel ’59, subì altre varianti dovute a nuovi ricorsi presentati  e finalmente approvato nel ’62 con Decreto del Presidente della Regione (Cfr. Il Decreto Presidenziale 28 Giugno 1962 n° 110 – A. Approvazione del Piano Regolatore Generale  del territorio del Comune di Palermo. Supplemento della Gazzetta Uff. della Regione Sicilia n° 9 del 23 Febbraio 1963)

Il piano del ’56, per la borgata di Mondello, prendeva con attenzione l’attrezzatura della spiaggia e dell’area circostante, nel 59’ il verde le attrezzature e la densità edilizia subirono modifiche. Il P.R.G. del ’62, pur avendo subito molte varianti, è ancora in vigore è stato redatto un nuovo piano con piccole nuove modifiche che per innumerevoli ostacoli ancora ad oggi non è stato adottato. In mancanza di un piano attuativo molte direttive del P.R.G. sono state stravolte e la situazione attuale risente della speculazione degli anni ’70 protrattasi ad oggi.