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Da La Repubblica del  6 febbraio 2002


Il polmone verde di Palermo è fruito solo da pochi podisti. Una proposta per rilanciarlo
"Salviamo la Favorita attrezzando il parco"


TANO GULLO

Ci sono mille persone che ogni giorno vanno a correre nei sentieri accidentati tra i viali e tante altre che ne intuiscono le bellezze sfrecciando veloci sulle loro automobili per andare a Mondello o per tornare in città dal lido. La Favorita però resta tabù per altre centinaia di migliaia di palermitani. Un grande parco negato. Due associazioni, "Palermo città normale" e "Marathon club", sono scese in campo per chiedere alle autorità regionali e comunali e al direttore della riserva naturale Montepellegrino, di renderlo fruibile, come le oasi verdi "cittadine" in tanti altri grandi agglomerati urbani europei. Una decina di suggerimenti per fare rivivere il polmone verde di Palermo.
«La Favorita da sempre è abbandonata a se stessa - dice Sergio Agalbato, coordinatore di "Città normale" - Oggi come oggi è un grande spreco di verde. Non ci possono andare le famiglie con i bambini; né i pensionati, né chiunque ami la natura. Non esistono panchine, parcheggi, aree attrezzate. E quello che c'è è maltenuto; basta fare un giro tra la vegetazione per rendersi conto dei dissesti e della sporcizia».
Di prima mattina facciamo la ricognizione del parco correndo dal Piazzale dei matrimoni al cancello Giusino che immette sulla discesa per Mondello e ritorno. Sergio Agalbato illustra i vari passaggi: sentieri, spesso stretti, pieni di sassi e di buche causate dalle piogge invernali; mancanza di segnaletica sulla rete viaria; vegetazione incolta che finisce con l'ostruire il passaggio; branchi di cani randagi minacciosi, che nei giorni scorsi hanno morso il cinquantenne Nicola Cristofalo; paletti dissuasori collocati troppo vicini. E infine gli annosi problemi: il campo nomadi, le prostitute, le discariche, i parcheggi.
Davanti e dietro decine di sbuffanti corridori. «Gaspare Polizzi allenatore nazionale di atletica - continua Sergio - che utilizza la Favorita, oltre che per allenare i siciliani, per lo svernamento dei campioni che normalmente vivono al Nord, l'altro giorno ha lanciato un grido di allarme per le condizioni disastrate delle piste, che mettono a repentaglio i polpacci e le caviglie degli atleti. Ma il parco è poco accogliente anche per le persone che non praticano sport. Prendiamo l'area adiacente a Viale del Fante. Potrebbe essere un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere e per quanti orbitano intorno all'ospedale Villa Sofia. Invece, gli operai hanno cominciato a piantare alberi, aiuole e installare panchine, poi tutto è rimasto a metà, e il terreno è rimasto pieno di pietre. Così come il mini parco giochi realizzato vicino all'ippodromo».
Il coordinatore di "Città normale" suggerisce inoltre l'allestimento di un nuovo sentiero. «Tenuto conto - dice - che ampie porzioni di parco non sono percorribili, perché recintate o in mano ai privati, si potrebbe aprire un nuovo sentiero che, costeggiando viale Diana, unisca l'ex colonia comunale con l'ex scuderia Casa natura». «Noi abbiamo avanzato le nostre proposte - conclude Alberto Travaglino, presidente del Marathon club - e aspettiamo ancora le risposte. Sembra che il maggior ostacolo a una efficiente gestione della Favorita sia costituito dalla mancata approvazione del Piano d'uso del parco da parte degli organismi competenti; anche il Genio civile l'avrebbe respinto per l'inadeguatezza degli studi geologici. Allora chiediamo al nuovo sindaco Diego Cammarata e all'assessore regionale al Territorio Bartolo Pellegrino di attivarsi per dimostrare concretamente il loro interesse per i cittadini, l'ambiente e Palermo».