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Da  La Repubblica   del 21 marzo 2002

Mutti sindaco per un giorno

"Occupazione, traffico e acqua. Così amministrerei la città" L'allenatore rosanero si siede per gioco sulla poltrona di Diego Cammarata
Palermo è una città bellissima. Arte, cultura, storia. Ricca di posti meravigliosi. Un posto stupendo in questa stagione è Mondello. Che senso ha mettere una cancellata intorno alla spiaggia? Questo obbrobrio andrebbe abbattuto subito. Questo è il mare di Mondello, mica quello di Rimini. E' un mare che sembra Caraibi, non si può ingabbiare.

La campana che avvisa della presenza a palazzo del sindaco di Palermo questa volta rimane in silenzio. Del resto quello che fa il suo ingresso negli splendidi saloni di villa Niscemi è un sindaco davvero pro tempore, un sindaco per gioco che grazie alla cordialità e alla disponibilità di Diego Cammarata per una volta prova a fare il primo cittadino di Palermo.
Lino Mutti si guarda intorno a bocca aperta. Villa Niscemi è uno spettacolo. I giardini, le stanze, i quadri, le terrazze, tutto riesce a creare un'atmosfera che intriga l'allenatore del Palermo. «Che bello. Chissà che vita facevano i padroni di questa villa».
Ad accogliere a palazzo il sindaco per un giorno sono i commessi comunali «Ma quanti sono? - si chiede Mutti - uno per porta». Naturalmente la domanda che tutti gli rivolgono è sulle ambizioni del Palermo dopo la vittoria nel derby con il Messina. Ed è quello l'unico momento in cui Mutti torna l'allenatore rosanero e dimentica che invece è lì per fare il sindaco.
Lo sdoppiamento delle cariche dura solo pochi minuti. Giusto il tempo di aspettare che si apra la porta della stanza di Diego Cammarata e che Lino si sieda sulla poltrona dalla quale ogni giorno il sindaco manda avanti la macchina comunale della città. «Scotta più di una panchina - commenta Mutti - Del resto amministrare una città non è un compito semplice. Molto meglio fare l'allenatore e guidare una squadra di calcio».
Una città e la sua squadra. Due cose che sembrano avere qualcosa in comune soltanto nell'immaginario dei tifosi e che invece Mutti vede in qualche modo simili. «In entrambi i casi si tratta di un gioco di squadra. Si lavora tutti quanti insieme per raggiungere un unico obiettivo. Le similitudini però si fermano a questo. Per il resto, guidare una città ha mille altre implicazioni e ci vuole grande capacità e soprattutto grande spirito di sacrificio. Devo fare i complimenti a chi si fa carico di questi problemi».
E i problemi di una città, visti con l'occhio di un bergamasco che quando non allena squadre di calcio guida un allevamento di maiali, sono veramente tanti. A sentirlo parlare si ha l'impressione di stare ad ascoltare un personaggio di Johnny Stecchino. «Tra le cose che bisognerebbe risolvere subito - spiega Mutti - ci sono il traffico e la siccità». Manca solo il vulcano e il quadro è completo. «Ma è vero - spiega - il primo impatto con Palermo è traumatizzante proprio per il traffico. Chi arriva da fuori si sente veramente perso». Un tema che ha arrovellato gli assessori al traffico delle giunte che si sono succedute nel tempo. Mutti ha la sua ricetta. «Le soluzioni potrebbero essere tante: dai parcheggi ai silos da realizzare in centro, fino ai mezzi pubblici che andrebbero potenziati tanto da costringere i cittadini a lasciare l'auto a casa. Ma la prima cosa che farei, se avessi l'opportunità di decidere, è la chiusura completa del centro storico. Palermo è una città bellissima. Arte, cultura, storia. In questa città c'è tutto e la chiusura del centro aiuterebbe tantissimo». Chissà cosa ne pensano i commercianti, i palermitani indolenti, quelli che vorrebbero entrare con la macchina anche in ascensore o parcheggiare proprio di fronte al posto di lavoro.
Ma il centro cittadino non è l'unica zona di Palermo nella quale il sindaco per caso farebbe degli interventi radicali. «Valorizzerei al massimo il parco della Favorita. È un posto stupendo che interdirei a tutte le auto. La chiuderei completamente e realizzerei delle piste ciclabili. Da Monte Pellegrino a Mondello. Dalla montagna al mare. Sfrutterai al massimo il verde e farei della Favorita il polmone di questa città. Realizzando anche degli impianti sportivi».
Attenzione che, anche se per scherzo, il sindaco per un giorno potrebbe incorrere in un conflitto d'interessi di difficile soluzione. Così, Mutti evita di parlare della convenzione dello stadio che probabilmente sarebbe il primo provvedimento che porterebbe in consiglio comunale, e si concentra sugli impianti di quartiere. «Quando venivo a giocare a Palermo negli anni Settanta e Ottanta avevo dei posti dove mi allenavo con la mia squadra prima della partita. Oggi non ci sono più. Invece di andare avanti si va indietro. È una controtendenza che non riscontri in nessuna altra città d'Italia. Dalle mie parti, se vuoi giocare a calcio, vai in uno dei tanti prati che esistono, metti dei maglioni a fare i pali e puoi giocare quanto vuoi. Qui è diverso. Se vuoi fare una partita devi prenotare, metterti in fila e soprattutto pagare. Credo che costruendo degli impianti comunali in ogni quartiere si farebbe del bene ai ragazzi e li si toglierebbe dalle strade. Lo sport è importante per le nuove generazioni così come il lavoro».
Ecco, il lavoro. Un altro dei problemi che fanno di Palermo una città di frontiera e che il sindaco per un giorno vorrebbe risolvere con un provvedimento. Una soluzione che probabilmente non piacerebbe a Lsu, precari e via dicendo. «Niente assistenzialismo - spiega Mutti - A Mondello per esempio stanno realizzando i nuovi marciapiedi. A parte il fatto che i lavori vanno avanti da tanto tempo, ogni mattino mi diverto a contare quanta gente c'è. Otto guardano e due lavorano. Non credo siano degli scansafatica, ma ritengo che si sentirebbero meglio e più valorizzati a fare qualcosa di diverso. Incentiverei l'iniziativa privata. Darei a questi giovani i fondi per cominciare. Turismo, territorio, clima, strutture, sono tutte risorse da sfruttare al massimo. Ma guarda che mare, che posti meravigliosi».
A proposito di posti meravigliosi. Il sindaco Mutti vive in una bella villa che si affaccia sul mare di Valdesi. Un posto stupendo soprattutto in questa stagione, ma anche lui, come tantissimi palermitani non sembra potersi godere sino in fondo il suo mare. «Che senso ha mettere una cancellata intorno alla spiaggia? Questo obbrobrio andrebbe abbattuto subito. Questo è il mare di Mondello, mica quello di Rimini. È un mare che sembra Caraibi, non si può ingabbiare».
Mondello residenza del sindaco per un giorno. Mondello con il suo mare caraibico, ma anche con le sue alluvioni stagionali. «Quando c'è un temporale è impossibile uscire - spiega Mutti - sembra una cosa incredibile». Tanta acqua. Un paradosso se si pensa ai gravi problemi idrici che vive la città. «C'è un duplice aspetto del problema - spiega Mutti - da una parte una rete idrica che secondo me andrebbe ristrutturata visto che Palermo non è una città nella quale l'acqua manca, ma nella quale l'acqua si perde. Il secondo aspetto risiede nel business dei pozzi privati. Non è possibile che ci sia gente che faccia affari incredibili sulla sete della città».
Villa Niscemi è immersa nel verde e nella pace. Il suono delle sirene che arriva da lontano sembra essere filtrato dagli alberi, dai cespugli, dai fiori del parco. Servono però a farti capire che oltre il cancello con lo stemma bianco e rosso c'è una città nella quale anche la criminalità è un problema quotidiano da affrontare. «A Palermo vivo tranquillo - dice il «sindaco» Mutti - Ci sono sicuramente più problemi da noi al Nord. Le rapine nelle ville, gli assalti sono ormai quotidiani. Palermo e la Sicilia hanno certamente anche una loro storia che tutti conosciamo, ma al di là di questo è una città godibile. Vivere a Palermo è più sicuro che vivere a Milano».
Sarà, forse anche lui si è calato realmente nei panni di un sindaco e tende a dare alla sua città un aspetto migliore di quello che in realtà non abbia. Il gioco però sta per finire. Mutti sta per lasciare la poltrona di sindaco per tornare a sedersi sulla panchina rosanero. Tirando un po' le somme nel suo programma ci sono i parcheggi, l'occupazione che non passi attraverso l'assistenzialismo, gli impianti sportivi, il verde, la chiusura del centro storico, l'acqua, il mare per tutti. Quasi quasi viene voglia di votarlo davvero.

Massimo Norrito