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Oltre il ragionevole dubbio 
(Il caso Forti)
 
L'accusa

 

I due capitoli che seguono sono tratti dal processo contro Enrico Forti per l’omicidio di Dale Pike. Il dibattimento si e' svolto e concluso nell’arco di ventiquattro giorni, dal 22 maggio al 15 giugno del 2000, a Miami, nella Contea distrettuale di Dade.

Il pubblico accusatore – come si e' detto – si chiama Reid Rubin e rappresenta lo Stato della Florida.

Il collegio di difesa e' composto dagli avvocati Donald Bierman e Ira Loewy.

Il giudice e' Victoria Platzer.
Di seguito viene riportata l’arringa finale dell’accusa a cui la difesa non aveva piu' diritto di replica.

La narrazione rispecchia, per quanto possibile, l’estratto originale dei verbali.

Alcune parti sono tradotte in maniera non strettamente letterale per rendere piu' fluida la lettura e per un’integrazione coerente con il contesto gia' trattato.

 

***

 

la corte: Mr. Rubin, prego puo' procedere.

rubin: Grazie, signor giudice, consiglieri tutti, signori e signore della giuria. Questa e' la mia ultima opportunita' nel rivolgervi la parola. Vorrei, pertanto, cominciare con qualcosa di veramente importante. Avete gia' sentito le parole del titolare della difesa, l’avvocato Bierman, e lo avete ascoltato attentamente come, del resto, avete fatto a lungo con me.

Voglio che consideriate – quando sarete nella camera segreta delle vostre deliberazioni – che l’avvocato Bierman, che ha fornito queste stringenti argomentazioni, e' la stessa persona che ha affermato testualmente: «Lo Stato ha cambiato la sua teoria, lo Stato e' entrato in panico».

No… non e' proprio cosi'… e' successo qualcosa di differente.

Sono loro, sono i difensori che hanno mutato le loro teorie. Sono loro che, adesso, vogliono farci credere che non e' proprio chiaro se l’imputato Forti sia lo “sparatore”, o e' un amico del signor Knott lo “sparatore”, o altro ancora…

Il difensore che vi ha prospettato queste argomentazioni e' la stessa persona che ve ne ha portate diverse altre e di altro tipo ancora…

Devo ritenere che ha dimenticato o ha tenuto in scarsa considerazione l’accusa che e' stata elevata all’imputato. Quando quest’uomo e' stato incriminato, l’imputazione recitava: «Per avere il Forti Enrico personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamente, la morte di Dale Pike».

Cosi', la difesa ha saputo, fin dall’inizio, signori della giuria, che lo Stato crede che due o piu' persone sono coinvolte in questo delitto e non c’e' dubbio che sia cosi' che su questo non vi puo' essere nessun dubbio perche' cio' e' scritto li' sopra.

Quello che l’imputato avrebbe fatto non e' altro che aver consegnato Dale Pike a una o piu' persone  che lo uccidessero per lui.

Tempo dell’azione… tempo dell’azione… Quanto tempo ci vuole per fare questo?

Soltanto il tempo necessario perche' dall’aeroporto si possa raggiungere l’isola di Virginia Key. Tanto tempo, quindi… c’e' tempo per raggiungere Sewer Beach… il tempo giusto per l’imputato. C’e' proprio tanto tempo.

E parliamone…

La difesa afferma che non c’e' nessuna traccia di sangue. Nessuna traccia di DNA. Sulle tracce di sangue la difesa argomenta a lungo.

Nel guanto c’e' il DNA di una donna sconosciuta… una donna sconosciuta e questa e' l’unica identificazione del DNA fatta sul guanto.

bierman: Obiezione.

la corte: Respinta.

Rubin: Avete udito il perito testimoniare sull’esistenza di tracce di DNA all’interno del guanto e che quella traccia era di soggetto femminile. Non vi e' nessuna altra traccia e cosi' quando abbiamo avuto quella informazione…

loewy: Obiezione. Facciamo riserva di motivo d’appello.

la corte: Va bene.

rubin: Dicevo… quando abbiamo avuto quell’informazione abbiamo chiamato  per gli accertamenti del caso la moglie dell’imputato non solo perche' era in noi il convincimento che fosse anche lei sul posto quando l’imputato e gli altri uccidevano Dale Pike, ma anche perche' chiunque avesse toccato quel guanto avrebbe potuto lasciare tracce del proprio DNA. e' per questo che la moglie dell’imputato fu convocata, cosi' come fu convocata Myrna Concha, la collaboratrice familiare e babysitter. E volete sapere qualcosa di piu' particolare sulla questione? Fu chiamata anche la signora Carmen Page, una delle persone che avevano cenato con Thomas Knott o che almeno cosi' avevano detto di avere trascorso la serata. Lo Stato ha perfino dato una mano. Lo Stato voleva sapere se fosse possibile o meno che una di quelle persone avessero, allo stesso tempo, toccato il guanto che poi era stato usato per commettere il crimine.

Volete sapere il risultato di questo accertamento?

Il risultato e' che nessuno di loro ha mai toccato quel guanto.

Noi non sapremo mai se effettivamente quel guanto sia stato usato per commettere il delitto.

Noi non sapremo mai a quale donna quel DNA fosse appartenuto, ma una cosa possiamo saperla…

bierman: Obiezione, ancora obiezione.

la corte: Rilevata e respinta.

rubin: Il testimone esperto di esami sul DNA e' stato richiamato. Una circostanza adesso la conosciamo con certezza ed e' che questo crimine non poteva essere eseguito da una donna che avesse agito da sola. Almeno due o piu' persone sono coinvolte in questo delitto. L’imputato e' una di esse. Ogni volta che ci sono due o piu' persone coinvolte in un delitto e' possibile che una non lasci tracce della propria presenza o di quella presenza non sia possibile assumere alcuna traccia. Il perche' e' evidente: ciascuno degli agenti non commette l’atto delittuoso nel suo intero. e' questo un principio che nasce dal buon senso…

E veniamo alla ripulitura dell’auto.

La circostanza importante e' che la vettura dell’imputato e' stata ripulita dopo il ritrovamento del cadavere ma prima che l’imputato si presentasse alla polizia. e' possibile che ogni traccia delle impronte di Dale Pike fosse stata rimossa?

Per quale ragione l’auto e' stata lavata?

Pensateci, signori della giuria!

e' possibile che li' dentro non vi fosse il sangue della vittima ma e' circostanza certa che nel tragitto per raggiungere l’ufficio di polizia si dissolsero tutte le possibili tracce della presenza di Dale Pike all’interno dell’abitacolo. Eppure egli vi era stato…

La difesa dell’imputato ha dissertato a lungo su cio' che puo' essere o non essere accaduto e del perche' all’interno di quell’auto non vi fossero le tracce che avrebbero dovuto rinvenirsi.

Parliamone, allora, di quelle tracce mancanti.

Fino a questo momento, avvocato Bierman, con il dovuto rispetto per le prerogative della difesa, lei non e' mai stato cosi' abile da riuscire a dare alcuna spiegazione relativa all’enormita' e alla molteplicita' delle menzogne che l’imputato ha sciorinato in relazione a questo delitto, in relazione alla persona di Dale Pike e riguardo all’interesse che egli nutriva per l’acquisizione dell’albergo…

Mai. Sapete perche'?

Perche' non ci puo' essere alcuna spiegazione, in quanto il suo assistito e' colpevole.

La difesa ha tentato di dirvi che la ragione per la quale l’imputato disse alla moglie Heather che non aveva visto Dale Pike era dovuta al ritardo accumulato. Che differenza poteva fare quel ritardo?

Se la sola persona destinataria della menzogna fosse stata Heather Forti, sarebbe ancora comprensibile, ma la menzogna fu riferita ad altri… Fu riferita a Eric Crane (suocero del Forti ndt) e  Tony Pike…

Questa e' la prova.

Pike chiamo' per giorni e giorni. Questa prova e' proprio sotto i vostri occhi. Il padre di Dale chiamo' per giorni. Diceva: «Mio figlio non e' cosi' irresponsabile. Chiamava e scriveva…».

L’imputato mentiva, mentiva e mentiva, conducendo quel padre lontano dalla verita' e deviandolo verso una ricerca impossibile.

Qual e' la spiegazione di tutto questo?

Anche se vi fosse stata la piu' comprensibile tra le ragioni – ma noi sappiamo che non vi e' stata – per dire «io non ho mai visto Dale Pike» alla moglie nella giornata del 15 febbraio, quale potrebbe mai essere la ragione per dire cio' a Tony Pike, reiteratamente, facendolo preoccupare per la mancanza di suo figlio.

E ora parliamo di Paul Steinberg.

Anche se l’imputato chiamo' Paul Steinberg prima di incontrare  Dale Pike, se era abbastanza importante chiamarlo e dire che non era giunto all’appuntamento perche' non fu altrettanto importante richiamarlo e dire che era arrivato. Sappiamo dall’esame dei tabulati telefonici che l’imputato chiamo' Paul Steinberg il 16 oppure il giorno11 e poi di nuovo il 16.

e' noto alla Corte… e' noto a noi tutti.

Ma l’imputato afferma che, forse, non era sempre in possesso del suo telefono cellulare.

Ma, andiamo! Non c’e' nessuna prova che qualcuno abbia usato il suo telefono, eccetto lui. Chiamo' Paul Steinberg e gli disse che Dale non era mai arrivato e questa affermazione non fu mai modificata.

Sapete cos’altro disse l’imputato a Paul Steinberg?

Disse di non avere mai parlato a Thomas Knott nel giorno di domenica (ossia il giorno dell’omicidio) e questa affermazione non l’ha mai modificata per oltre un anno.

loewy: Obiezione.

la corte: La giuria deve fare affidamento alla memoria delle prove qui svolte.

loewy: Facciamo riserva di motivo d’appello.

la corte: Molto bene.

rubin: Ricorderete cio' che vi ha detto Paul Steinberg: «Si', e' vero, avevo affermato in precedenza che l’imputato, a distanza di circa un anno dall’omicidio, aveva sostenuto di non avere parlato, discusso con Thomas Knott ne' di averlo visto». Ma qualche tempo lo ammise dopo avergli mostrato i tabulati telefonici…».

Cosi' e' corretto dire che l’imputato ha mantenuto una bugia riguardo a Thomas Knott con Paul Steinberg per oltre un anno.

loewy: Obiezione. Ulteriore riserva di motivo d’appello.

la corte: Ne prendiamo atto.

rubin: Questa e' la realta'. Queste sono le prove testimoniali del processo.

L’imputato ha mentito sempre e non ha detto solo una piccola bugia piccole bugie, ma vere e proprie menzogne su punti fondamentali della vicenda: l’incontro con la vittima, il suo arrivo, l’interesse economico per l’albergo. Queste vicende erano fondamentali per la truffa che era in corso, centrali nello sforzo di rimuovere l’impedimento piu' grande, cioe' la persona di Dale Pike. E per queste menzogne non esiste alcuna giustificazione; solo per una piccola bugia ad Heather Forti…

E poi, cosa dire delle altre menzogne? La difesa vi ha detto che il giorno 19 febbraio 1998 l’imputato ando' spontaneamente alla polizia di Miami per ammettere che, in effetti, aveva tentato di contattare con il paging suo telefono la vittima, e pertanto (per la difesa) egli non avrebbe avuto nulla da nascondere. 

Quindi il giorno 19 l’imputato non disse aveva ancora ammesso di aver visto Dale Pike. Non ammise di averlo incontrato fino al momento in cui i dati non gli furono messi sotto gli occhi e da quel momento inizio' una nuova serie di menzogne, e solo alla fine ammise di essere stato a Key Biscayne.

Affare assai complicato a quel punto…

Ammise di aver tentato il contatto con Dale Pike e  ammise di averlo incontrato solo durante la deposizione del 20 febbraio 1998.

Mentiva, mentiva e mentiva e alla fine delle cose, proprio alla fine delle cose, giuro' che quella era la verita', tutta la verita', nient’altro che la verita'.

Non vi e' alcuna spiegazione per le sue molte menzogne, non vi puo' essere alcuna giustificazione o, meglio, l’unica giustificazione e' che egli e' colpevole…

L’imputato ha mentito riguardo ai suoi interessi sull’albergo.

Ha sempre detto, sempre, che si trattava del cinque per cento del valore dell’hotel ma tutto d’un tratto in questa vicenda accade qualcosa che dimostra il contrario.

L’imputato riceve una lettera da Dale e Tony Pike con la quale gli si comunica che egli, se mai possiede una quota parte, possiede solo il cinque per cento

Forti reagisce. e' arrabbiato. Ma come? Solo il cinque per cento?

Guardate bene: questa circostanza e' tra le prove sotto i vostri occhi.

Quindi l’imputato ha mentito intenzionalmente sulla sua intenzione di avere acquisitore solo il cinque per cento perche' il vero intendimento era in realta' il cento per cento.  e' questo il centro e il motivo  il movente dell’omicidio e per questo l’imputato ha mentito fino alla fine, fino al momento in cui e' stato catturato.

e' questa la pista principale da seguire per risolvere il caso.

Si puo' pure rivolgere Si potrebbe contestare alla polizia della citta' di Miami il fatto di non aver detto al Forti, all’aeroporto, che Tony Pike era al sicuro sotto protezione.

Nel momento in cui i detective andarono all’aeroporto sapevano che Dale doveva arrivare per incontrare Forti.
Sapevano che Dale era effettivamente arrivato. Sapevano che Forti affermava il contrario e che aveva detto a Tony di verificare a Madrid. Perche' non avrebbero detto niente a Forti riguardo a Tony Pike? Perche' pensavano di non  potersi fidare di lui, ed avevano ragione. Non potevano fidarsi di lui e adesso lo spiego. sero al padre di verificare, ancora una volta, a Madrid (da dove era partito). Lo fecero perche' loro stessi non credevano all’affermazione di Forti e la ritenevano una menzogna.

Non ha mentito al dipartimento di polizia?
Non ha raccontato una storia incompleta a Gary Schiaffo?

Non ha mentito a Paul Steinberg e/o non ha mai rettificato?

Non ha mentito a Heather Forti?

Non ha metito a Tony Pike?
Ha mentito a Tony Pike su Dale Pike la domenica, il lunedi' e il martedi'.
Perche' allora sta mentendo a Tony Pike.
La risposta e' questa, signori della Corte: non si mente a qualcuno, affermando di non avere visto colui che si sta cercando, se non perche' si sa che questi non tornera' mai piu' tra i vivi.

e' semplice, signori giurati, e' proprio quello che e' accaduto.

Ogni cosa che Forti ha detto e' una  menzogna detta per insabbiare una verita' che affiorava.

Prendete per esempio la testimonianza di Helen Desrossiers.

La signora Helen Desrossiers ha detto che Dale Pike, secondo quanto le aveva riferito l’imputato, era insieme a quest’ultimo sulla via di casa (Williams Island) quando si fermarono e Dale fece una telefonata. Dopo quella chiamata, improvvisamente, Dale cambio' i suoi programmi.

La sua testimonianza e' molto importante. Questa circostanza e' molto importante.
Sulla strda di ritorno verso l’appartamento dell’imputato.

loewy: Obiezione.

la corte: Obiezione respinta. La giuria deve fare affidamento alla memoria delle prove svolte qui.

loewy: Facciamo riserva di motivo d’appello.

la corte: Molto bene.

rubin: Tutte le versioni che l’imputato cerca di ammannire, a tutti coloro che possono essere testimoni, sono veramente inconsistenti.  Una sorta di piano segreto, predisposto ma non premeditato. Nessun progetto. Ebbene: l’imputato ando' a prendere Dale e disse di non averlo mai fatto. Disse di non aver mai visto l’uomo che, invece, era stato davanti ai suoi occhi. Quindi comincio' a creare scuse e fabbricare prove. C’era tempo per preparare ogni cosa. C’era tempo in abbondanza…

Ma la difesa obietta che se qualcosa fosse capitato a Dale (come in effetti e' capitato) il primo a esserne danneggiato sarebbe stato proprio Forti, che avrebbe perso l’affare che stava concludendo con il padre. Cosi' – si osserva – perche' mai l’imputato avrebbe dovuto fare qualcosa a Dale Pike che avrebbe danneggiato se stesso?

La risposta alla domanda e' nella circostanza che, comunque, proprio a causa delle sue menzogne, Tony Pike non intese proseguire nessun tipo di relazione con Forti. La prova di questa circostanza, signori giurati, e' sotto i vostri occhi.

Menzogna su menzogna, l’imputato ha cercato di coprire tutto. Creare falsi documenti e farli legalizzare dai suoi amici e questo perche' ormai Tony Pike rifiutava ogni rapporto con lui. Il motivo era evidente. Forti aveva ucciso suo figlio. Ecco il perche'!

E veniamo alla questione relativa al valore dell’albergo.  La circostanza che l’albergo di Ibiza valga tre milioni di dollari o ne valga invece cinque non e' la questione centrale di questo processo. La questione del presente caso e': Dale Pike pensava o no che il padre fosse coinvolto in una trattativa di affari imprudente? Dale Pike cerco' di intervenire? L’imputato sapeva che questo intervento stava per concretizzarsi? Cosa accadde a Dale Pike quel giorno, dopo aver incontrato l’imputato?

La risposta a tutte queste domande, eccetto l’ultima e': si'.

E voi, signori giurati, avete avuto la prova documentale di queste situazioni, tutti gli scritti, nero su bianco.

Dale Pike certamente cerco' di vederci chiaro in quegli affari del padre. e' questo il motivo per cui spedi' un fax al fratello. Questo e' il motivo per cui un altro fax fu inviato all’imputato. Questo e' il motivo per cui a Dale fu rilasciata una procura generale prima di partire per la Florida e incontrare Enrico Forti.

Contrariamente a cio' che la difesa vi ha detto, e per questo fate ricorso alla vostra memoria, il testimone Serra ha affermato che Dale Pike intendeva fermare, evitare, interrompere e fare chiarezza definitiva su qualsiasi cosa fosse accaduta tra suo padre e l’imputato.

Questo e' il perche' fu inviato il fax. Il fax del 10 febbraio 1998 e' lo specchio fedele delle discussioni che devono essere intercorse con Dale Pike nell’ufficio del signor Serra a Ibiza.

«Che sta succedendo? Per piacere, papa', me lo puoi spiegare?». Imbarazzo…

Ecco cosa e' scritto in quel fax del 10 febbraio: il massimo che puoi ottenere e' il tuo cinque per cento e null’altro. Adesso mettiamolo per iscritto. Se effettivamente ritieni di dovere procedere oltre nel preliminare di questo affare, metti tutto per iscritto.

Questo e' cio' che e' scritto nel fax.

Questi sono i fatti, questo e' cio' che trovate scritto nero su bianco.

Andiamo proprio a valutare questo contratto…

Sapete che in un certo momento hanno inviato (Forti e il vecchio Pike, nda)  una lettera alla societa' Hemery Trust dicendo che Forti era titolare, a tutti gli effetti, della sua quota e che in questo senso vi era un contratto sottoscritto tra le parti.

Adesso quel contratto non e' piu' tale. e' diventato la minuta di un’intesa negoziale.

Ora… perche' ha cambiato forma?

Perche' quell’atto e' imbarazzante. e' veramente imbarazzante. Un uomo d’affari non avrebbe mai sottoscritto un atto simile. Guardatelo! Il Forti asserisce che avrebbe pagato dal 30 giugno 1998. Perfetto. Quando Tony Pike avrebbe potuto ricevere quel denaro?

Sarebbero stati venduti due appartamenti. Si parla di almeno ottocentomila dollari ma, in realta', si tratta soltanto di cinquecentoventicinquemila. e' evidente che Enrico Forti cerca di fare soldi gia' da questa stima. Ma egli non e' il proprietario degli appartamenti. E, allora, come dovrebbe approntare quel denaro? Insomma come avrebbe potuto trasferire quelle proprieta' in favore di Tony Pike?

Ma poi… ha mai preso un minimo di iniziativa per consentire che questo avvenisse?

Nessuna prova. Nessun elemento in assoluto.

Quegli appartamenti sarebbero costati a Tony Pike almeno duemila dollari al mese solo per le spese di condominio, mentre lui avrebbe potuto vivere senza pagare nulla nel suo albergo di Ibiza.

Ma che tipo di affare era quello che stava concludendo?

Tony Pike vende il suo albergo all’imputato per ottocentomila dollari. Acquisisce una proprieta' con la quale non ha alcuna attinenza e che non vale piu' di cinquecentoventicinquemila dollari.

Secondo le stesse affermazioni dell’imputato, Tony Pike ricaverebbe circa centomila dollari l’anno ma ne riceverebbe in concreto non piu' di quarantottomila, perche' almeno quattromila dollari al mese sono solo di spese condominiali. Se poi decidesse di rivendere quegli appartamenti gia' sopravvalutati, dovrebbe riconoscere un ulteriore pagamento pari al sei per cento.

Attenzione… tutto questo non significa che Tony Pike riceva duecentomila dollari in contanti. Insomma niente contante, spese correnti, viaggi, alimenti, abbigliamento…

Tutto l’accordo e' vago e ridicolo.

Per esempio, non e' ridicolo forse laddove si dice che l’imputato e' titolare del mutuo ed e' responsabile dell’assunzione del mutuo ed e' anche responsabile del pagamento del mutuo che grava sull’albergo? Il compratore accetta di assumere su di se' il pagamento del mutuo gravante sull’albergo fino alla data dell’accordo, pagando un importo fisso mensile. Quindi, esattamente, cosa sta dicendo? Chi sarebbe responsabile di quel pagamento?

Che prova abbiamo del fatto che l’imputato abbia pagato anche solo un rateo di quel mutuo? Nessuna. Perche' non e' mai successo.

Piu' di cinquantamila dollari per una casa… Cosa significa esattamente?

Ma questo e' un tipo di documento che un uomo d’affari puo' sottoscrivere, anche per l’imputato?

Perche', signori della giuria, il procuratore legale di Forti, Paul Steinberg, non aveva mai visto questi documenti riguardanti il suo assistito? E perche' questi documenti, se esistenti, non furono mai inviati alla societa' Hemery Trust?

Vi daro' una risposta precisa del perche'. Il computer dell’imputato era nelle mani della polizia di Miami da dopo il 21 febbraio 1998 e tutto cio' non era nel suo computer. Tutto questo fu creato qualche tempo dopo. Si tratta di un’evidente copertura…

Non vi e' alcuna prova, nessuno ha mai visto quei documenti prima del rilascio di Forti su cauzione, il 21 febbraio (la data del rilascio risale al 3 marzo 1998 ndr) Questi documenti non sono sul suo computer. Il suo avvocato non li ha mai visti. Tutti quegli scritti, e' certo, non erano nel suo computer.

Perche' l’imputato ha fatto questo? Per la semplice ragione che e' colpevole.

Leggiamo questi documenti…

Per quale motivo Donald Bierman, che e' un buon avvocato e di esperienza, in quel preciso istante, sta cercando di liberare il suo cliente su cauzione, non sapeva nulla di quelle carte legalizzate? Se ne fosse stato a conoscenza, le avrebbe immediatamente prodotte nel giudizio perche' importanti ai fini di determinare la responsabilita' del suo cliente nella truffa ai danni dell’anziano Pike… Invece di quei documenti nessuna traccia fino al 14 marzo 1998…

Voi, signori della giuria, avete visto all’opera gli avvocati Bierman e Loewy per circa un mese. Li avete visti… sono molto bravi e molto abili…

loewy: Obiezione.

la corte: Accolta.

loewy: Chiedo che la giuria non consideri queste ultime affermazioni.

la corte: Non considerate le ultime affermazioni.

rubin: Voi, signori della giuria, avete udito qui il capo degli investigatori in materia di truffe, Victor Johnson. Vi ha detto di non aver visto alcun documento notarile per almeno un anno in questa vicenda.  D’altronde, l’appartamento di Knott e' stato sottoposto a perquisizione. Anche l’appartamento di Forti e' stato sottoposto a perquisizione. Pensateci, signori della giuria.

Questa era una truffa. Era tutto cio' che si cercava di coprire. E questa e' anche la prova della consapevolezza della propria responsabilita' nell’imputato.

E cosa dire del procuratore legale, Paul Steinberg?

Mai discusso con il suo cliente di finanziamenti o reperimento di capitali. Forti come avrebbe potuto mettere da parte le somme per comprare l’albergo? Mai discusso del contratto anche se Steinberg e' un avvocato contrattualista.

Tutto cio' ha un senso? Come mai l’imputato non ha discusso con lui la cosa piu' importante dell’affare, ossia il contratto? Perche' non c’era nessun contratto. e' semplice!

Se poi andiamo a esaminare i conti correnti della Lloyd’s Bank…Si tratta di conti correnti personali e non di affari anche perche' quelli relativi all’albergo si trovano in Spagna. Perche' quei conti del Pike dovevano essere trasferiti a nome dell’imputato?

E parliamo adesso della pistola calibro .22 acquistata da entrambi (Knott e Forti) che Katherine Evans (allora compagna di Knott) vide una notte. La Evans si lascio' nel febbraio 1998.

Parliamo di Thomas Knott.

Noi non dobbiamo provare che Thomas Knott ha commesso questo crimine. La questione non e' se qualcuno che conosceva Thomas Knott ha commesso il delitto. La questione e' se l’imputato e' una delle persone che cooperarono nell’assassinio di Dale Pike. Questo e' tutto.

Ma spendiamo pure qualche minuto a descrivere la figura di Thomas Knott. Knott doveva del denaro alla famiglia Pike e quindi avrebbe potuto avere un movente. Ma il fatto di avere un possibile movente per uccidere qualcuno ti rende, solo per questo, il killer?

Se questa e' l’argomentazione della difesa… perfetto! Allora e' colpevole!

Ogni persona con un motivo potrebbe essere il killer. Tuttavia, non e' cio' che ne deriva automaticamente. Nulla deriva automaticamente… Pero' vi erano solo due persone, negli Stati Uniti d’America, con un movente, un qualsiasi movente, un ragionevole movente per fare del male a Dale Pike e lui e' una di esse.

L’unica questione e' se Knott sia una delle persone responsabili per l’omicidio di Dale Pike.

Thomas Knott, come risulta, era a casa quel giorno (domenica15 febbraio). Non esiste alcuna prova che si trovasse a Virginia Key. Non vi e' alcuna prova che sparasse contro qualcuno a Virginia Key. Non esiste alcuna prova che fece sparare a qualcuno a Virginia Key.
L’unica prova che c’era e' che lui (riferito a Forti) era la'  giusto vicino al luogo dove fu trovato il corpo verso le 19:16.

Ricordate, signori della giuria, il medico legale ha testimoniato che vi sono da due a quattro ore dal momento dell’ingestione dell’ultimo pasto al momento in cui sopraggiunse la morte. Adesso devo mostrarvi questo. Queste sono arance, ritrovate nello stomaco della vittima, erano quasi del tutto digerite. La fibra esterna del frutto e' ancora qui. Quindi ogni secondo che trascorse dopo che Dale usci' dall’aereo e', dal punto di vista strettamente medico legale, tutto il tempo che trascorse da vivo.

Questo e' un dato di fatto.

Con chi era la vittima dopo essere uscita dall’aeroporto? Con l’imputato.

Questo e' un dato di fatto, signori della giuria.

Non c’e' Thomas Knott nel nostro processo, perche' non e' imputato.
Ora avete sentito in momenti differenti che il signor Tamen era qui proprio per vedere testimoniare Knott. Noi non abbiamo menzionato Knott nella nostra dichiarazione di apertura. Non abbiamo chiamato Knott perche' non e' sotto processo. Il signor Tamen ha trattato con alcuni dei piu' importanti testimoni in questo caso ecco perche' Tamen e' qui.

Non abbiamo nemmeno preso in considerazione l’alibi di Thomas Knott. Parliamone comunque.
Ammettiamo per un momento che Thomas Knott fosse un criminale professionista e che volesse creare un alibi. Ammettiamo che egli fosse cosi' abile e chiediamoci perche' avrebbe dovuto organizzare una cena alle 19:00 o alle 20:00 della sera in relazione a un volo il cui orario di arrivo era preventivato alle 15:30. Ponetevi questa domanda.

loewy: Devo proporre obiezione.

la corte: Obiezione respinta.

loewy: Facciamo riserva di motivo d’appello.

la corte: Molto bene.

Rubin: L’arrivo del volo e' previsto alle ore 15:30. Avete ascoltato la testimonianza del signor Rodriguez. Il volo arrivo' alle 16:25. Perche' crearsi un alibi alle 19:00 o alle 20:00, che invece e' l’orario importante nei nostri accadimenti?

loewy: Obiezione. Su questo punto vogliamo parlare riservatamente con il giudice.

la corte: Bene. Potete avvicinarvi in audizione riservata.

 

(Le parti si avvicinano al banco del giudice e tutto cio' che segue avviene lontano dalla giuria)

 

loewy: Signor giudice, se ci si basa su queste argomentazioni, la pubblica accusa afferma l’esistenza di soggetti che avrebbero testimoniato di essere stati con Thomas Knott per tutto il pomeriggio, ossia i testi Carmen Page e Mauro Lazzini. L’accusa sta mistificando quello che essa stessa conosce come verita'. Fare questo non e' ammissibile per un pubblico accusatore. Non puo' dire di avere riscontrato una prova che, invece, non e' mai esistita.

Rubin: Non mi sono mai reso garante per questo alibi. In effetti, c’e' una prova non perfettamente consistente, signor giudice, e non in questo caso ma, per altri versi, riguardo a chi fosse in compagnia di Knott e quando queste persone sarebbero state in sua compagnia. Egli avrebbe potuto chiamare chiunque avesse voluto, al fine di precostituirsi un alibi. Ma non sono certo io che attribuisco validita' a quell’alibi. e' la difesa che sta cercando di vendercelo, quell’alibi.

Sono stato io che ho inviato il DNA della testimone Carmen Page per una prova comparativa sul DNA rinvenuto sul guanto. Queste sono le prove del processo e su queste sto argomentando.

loewy: Su Carmen Page, lei garantisce?

Rubin: Thomas Knott non ha certo l’immunita' per il reato di omicidio. E io stesso non ho mai condiviso il suo alibi. Mi sembra un giusto atteggiamento accusatorio. La difesa ha fatto di tutto per porre Thomas Knott al centro di questo crimine. Ma sono loro che non lo hanno fatto deporre, sono loro che hanno deciso per le loro necessita' tattiche e secondo il loro punto di vista, di non chiamarlo testimoniare. Non e' un mio problema, non e' una cosa con la quale l’accusa deve certo convivere…

loewy: Vostro Onore, l’accusa conosce benissimo le prove e sa che sta rendendo alcune argomentazioni false alla giuria.

la corte: Mi state dicendo che non c’e' alcuna prova in contraddittorio?

loewy: Non c’e' una prova in contrasto con la circostanza che Carmen Page e Mauro Lazzini fossero rimasti a casa di Thomas Knott per tutto il pomeriggio. Non un piccolo dettaglio sul quale la difesa sia informata. L’accusa queste cose le sa benissimo. A partire dalle 15:00 e per tutto il tempo che ci interessa. Cosi', non ci si puo' certo porre davanti alla giuria e dire che l’unica prova di alibi sarebbe relativa alle 19:00 quando l’accusa sa che non e' cosi'…
Questo significa deviare il giudizio della giuria. e' un’aperta violazione del principio che e' stato espresso nel caso «Berger contro gli Stati Uniti d’America».

rubin: e' questo l’unico caso che sapete citare? Non penso sia cosi'… Il teste Lazzini ha affermato che Carmen Page arrivo' a casa di Knott piu' tardi di quanto lei stessa abbia detto. Se la difesa esamina le dichiarazioni, constatarlo sara' facile.

la corte: Volete sapere cosa penso? Se tutto questo rappresenta una dichiarazione non proprio corretta, cosa che viene eccepita adesso, lo evidenzieremo in una fase successiva, se ci arriveremo, ma per il momento non posso certo impiegare i prossimi venti minuti in questo colloquio riservato perche' sarebbe sbagliato. Considerero' la questione in seguito. Non posso fare nient’altro. Su questo non posso dare alla giuria alcuna istruzione modificativa.

loewy: Presentero' motivo d’appello per violazione del diritto di difesa. In pratica, l’accusa sta presentando false prove davanti alla giuria.

la corte: Posso capire, ma neghero' la fondatezza sulla base di cio' che mi dice l’accusa, ossia che la prova contraddittoria rilevata dalla difesa non fa parte di questo processo. Grazie.

(Da questo momento in poi le parti abbandonano il banco del giudice

e si torna all’udienza ordinaria davanti alla giuria)

rubin: Signori della giuria, abbiamo interrotto proprio mentre vi parlavo della nota questione della cena a casa Knott la sera del 15 febbraio 1998 e stavo appunto dicendo che l’orario della cena non coincideva con quello del volo. Ma non vi e' soltanto questo rilievo, perche' se Thomas Knott e' un criminale cosi' esperto, come mai dovrebbe assoldare qualcuno per il delitto consegnandogli la sua pistola calibro .22?

loewy: Obiezione. Non c’e' nessuna prova su questo.

la corte: Obiezione accolta.

rubin: Pensate a questa circostanza, signori della giuria, c’e' una pistola calibro .22 scomparsa. Quale pistola calibro .22 pensate sia l’arma del delitto? L’argomento di fondo e' che l’arma del delitto e' una calibro .22 Se Knott avesse assoldato qualcuno, pensate veramente che gli avrebbe dato la propria pistola calibro .22? La pistola calibro .22 e' scomparsa. Questa e' la sostanza.

Avrebbe potuto dire: usa una pistola calibro .38, visto che l’imputato aveva pure una pistola calibro .38. E vi e' un’altra circostanza a questo proposito: non c’e' alcuna prova nel processo che Thomas Knott conoscesse quel canale sabbioso di Sewer Beach. C’e' invece la prova, comunque, che l’imputato lo conoscesse. E questo e' un fatto.

Parliamo adesso delle condizioni economiche del Forti Enrico. L’imputato aveva un bisogno economico tale da spingerlo a commettere il delitto? Che prova esiste al processo sulle sue condizioni economiche?

Avete ascoltato numerose persone di alto livello provenienti dall’Italia e anche il testimone Bernard Stewart e cosa avete appreso grazie a quelle affermazioni? L’ultima volta che si puo' definire documentata in termini probatori un’entrata di denaro in favore dell’imputato e' nel 1995.

Pensate a questa circostanza. Non c’e' alcuna prova diversa, signori della giuria, che l’imputato abbia ricevuto alcuna entrata sostanziale dopo il 1995. Egli ha investito tutto il suo denaro nell’appartamento di Williams Island, l’unico che poteva dirsi suo a ogni legale effetto. Tutto il resto era oggetto di mutuo ipotecario. Se avesse voluto cedere quegli appartamenti, avrebbe dovuto sborsare una somma superiore a trecentocinquantamila dollari.

loewy: Obiezione. e' tutto il contrario di quanto dimostrano le prove del processo.

la corte: Obiezione respinta.

loewy: Facciamo riserva di motivo d’appello.

la corte: Riserva annotata. La giuria deve fare affidamento alla memoria delle prove.

rubin: L’imputato aveva un gran conto da pagare ogni mese: ratei di mutuo, spese condominiali. Tutte spese di quel tipo e questo era qualcosa di grosso. Ogni volta che la difesa vi ha rivolto parola, vi ha parlato in termini di probabilita', di eventualita': questo potrebbe essere accaduto, forse cio' e' accaduto…
Noi vi parliamo, invece, delle cose che sono accadute davvero. Per esempio, parliamo di cio' che realmente dice il ritrovamento della sabbia. La sabbia sulla macchina dell’imputato combacia con la scena del delitto.

Passiamo a esaminare i contatti telefonici, soprattutto facendo riferimento alle date. Il 10 febbraio 1998 sia Knott che Forti chiamano Paul Steinberg. e' il giorno in cui Tony Pike invia l’avviso che esclude l’imputato dalla titolarita' dell’albergo. Il 19 febbraio l’imputato chiama Thomas Knott; Thomas il maligno, Thomas il malvagio.

Usate il buon senso, signori della giuria, che e' tutto cio' che vi serve per giudicare questo caso.

Nei giorni 13 e 14 di febbraio 1998 si susseguono numerose telefonate tra Forti e Knott, reciprocamente. Sapete perche', signori della giuria?

La difesa, l’imputato cerca di accreditare l’idea che tra lui e Knott vi fossero pessimi rapporti. Se le cose stavano cosi', perche' tutti questi contatti telefonici?

E parliamo adesso della carta telefonica rinvenuta in possesso della vittima. Si', e' possibile che Dale abbia fatto una chiamata. Tutto e' possibile.   Pero', come vi ha detto il teste David Berger (tecnico delle comunicazione specializzato in localizzazione delle celle telefoniche, nda), la chiamata dell’imputato, registrata alle 19:16, era stata effettuata nell’area geografica di Bear Cut. La traccia telefonica lasciata sulla carta trovata addosso a Dale Pike ci dice che la carta stessa e' stata usata per chiamare una persona, in questo caso l’imputato.

Cio' che sappiamo e' che la vittima aveva con se' la carta quando fu uccisa.

Questa e' la prova che abbiamo al processo, signori e signore della giuria.

Qui voi vedete Dale Pike, proprio sulla scena del crimine, e vicino al suo corpo c’e' la carta telefonica che ha usato per chiamare l’imputato. L’unica persona che aveva programmato di incontrare.
Un incontro segreto? Ma suvvia, andiamo!

Perche' dovrebbe esservi stato un incontro segreto? Ma perche' poi Dale avrebbe dovuto tenere segreto quell’incontro a cosi' tante persone, alla sua compagna, a suo fratello? Pensateci, signori della giuria.

Il processo si consolida soltanto sulla base delle menzogne dell’imputato e le sue menzogne sono orribilmente i suoi stessi presupposti d’accusa e, sebbene la difesa voglia farvi credere che si tratti di un processo indiziario, questo avviso – semplicemente – non corrisponde a verita'. Le false dichiarazioni giurate rese dall’imputato sono la sua condanna.

e' questo il processo: cio' che i testimoni hanno visto, cio' che i testimoni hanno detto, cio' che l’imputato ha detto. Ecco quali sono le prove di un processo…

L’enormita' e la molteplicita' delle menzogne; il numero delle persone alle quali ha mentito su accadimenti importanti legati alla questione che trattiamo, tutto cio' e' la prova della sua colpevolezza. E questa prova e' meglio di una confessione, perche' non c’e' alcun bisogno di valutare l’attendibilita' di cio' che la polizia ha potuto accertare dalle stesse dichiarazioni dell’imputato.

e' l’imputato che, dicendo numerosissime bugie a numerosissime persone, ha fatto di se stesso il punto centrale dell’investigazione e ha fornito il movente del delitto.

Ebbene, signori della giuria, forse a volte mi avete chiesto di darvi un segno “come quando c’e' una decisione difficile da prendere”.

E allora vi dico che avrei potuto darvi un altro segno di presenza probatoria in cui il nome di Dale era scritto a chiare lettere… Avrei potuto fornirvi la sua valigia… ma quel segno e' sparito.

Perche' dico che quel segno di presenza e' sparito? Perche' non c’e' alcuna prova che l’imputato lo abbia fatto sparire all’aeroporto di Miami. Ma se devo indicare un luogo dove questa sparizione puo' essere avvenuta, puo' essere in localita' Bear Cut o in un luogo di passaggio in quella direzione.

loewy: Obiezione, signor giudice. Non c’e' alcun riferimento probatorio sul punto. Si tratta della piu' pura tra le speculazioni.

la corte: e' un’argomentazione, avvocato. L’obiezione e' respinta.

rubin: Non vi era alcun ragionevole motivo perche' l’imputato si trovasse in quel luogo. Ma sapete perche' vi si trovava?  Perche', in realta', egli non e' mai andato al ristorante Rusty Pelican.  Forse li' ha lasciato Dale Pike. Forse vi ha prelevato qualcuno. Forse l’imputato e' uscito dalla direzione di Sewer Beach, una zona molto buia, e ha deviato il suo cammino verso sinistra. Forse ha oltrepassato quella zona e gettato a Bear Cut la valigia e tutto cio' che poteva contenere… Ma questo percorso era irragionevole…

Fate caso alle corsie, signori della giuria, fate caso al traffico. Se si afferma di essersi trovati nella strada denominata Rickenbacker Causeway,  questa direzione e' esattamente opposta – e a voi e' certamente noto – alla localita' Bear Cut…

 

(segue descrizione geografica delle diverse direzioni riportate sulla carta geografica)

 

***

 

Soffermiamoci, infine, sul grado di ragionevolezza del dubbio che esiste in questo caso.

Abbiamo soltanto due persone sospette e vi dico che il grado di ragionevolezza del dubbio e' uguale al numero di volte in cui Dale Pike chiamo' Thomas Knott il 15 febbraio 1998 (giorno in cui fu ucciso). Questo numero e' pari a zero.

Esiste una prova pari a zero sulla circostanza che Dale Pike abbia tentato di contattare o di chiamare qualcuno a eccezione dell’imputato: prova pari a zero.

L’imputato e' il solo contatto della vittima. L’imputato e' la sola persona che vide Dale Pike se si eccettua il killer o i killer.

Dunque, se l’imputato non e' colui che ha sparato – e noi non dobbiamo provare che sia lui che ha sparato – potete dire di avere gia' raggiunto il giusto supporto al vostro verdetto. Se non credete che sia lui l’esecutore materiale del delitto ma ritenete che sia colpevole per aver compartecipato a un omicidio di primo grado, sara' come riempire con il vostro segno una casella vuota. In una delle due caselle e' scritto «con arma», nell’altra «senz’arma».  Ebbene scegliete la casella senz’arma. Lo Stato non deve provare che sia lui l’assassino per provare che sia lui il colpevole.

Reato flagrante… Lo Stato vorrebbe sempre trovare una pistola fumante per ogni processo.

Sarebbe stato risolutivo se la polizia fosse arrivata e la vittima fosse stata ritrovata sulla spiaggia e l’imputato, con la pistola ancora fumante, vicino al cadavere… Ma questa e' la vita vera e non una serie televisiva alla Perry Mason.

Volete che parliamo delle nostre pistole ancora fumanti? Parliamone!

Le menzogne dell’imputato sull’incontro con Dale Pike sono la nostra pistola fumante. Le menzogne alla teste Jacqueline Campbell… quella e' una pistola fumante. Il suggerimento dell’imputato di contatare l’Interpol e' una pistola fumante. Il non aver mai detto a Mirna Concha, la governante dei Forti, che Dale Pike avrebbe soggiornato nell’appartamento di Williams Island e' una pistola fumante. Tutti in Europa pensavano che Dale avrebbe soggiornato da Enrico Forti. Come mai la governante di Forti non lo sapeva? Questa e' una pistola fumante. La carta telefonica e' una pistola fumante. La circostanza che il corpo e' stato trovato nei pressi di una spiaggia dove si pratica il windsurf e' un’altra pistola fumante. L’imputato e' l’unico che conosceva quel luogo e questa e' piu' di una prova. La redazione di documenti falsi e la fabbricazione di falsi sigilli notarili: tutte queste cose sono pistole fumanti. Pistole fumanti che provano che l’imputato e' colpevole.

Adesso parliamo dei grandi segreti di Enrico Forti. A volte, nei due anni in cui ho lavorato a questo caso, ho pensato dell’imputato non come Enrico Forti, ma come Enrico “io ho un segreto” Forti.

loewy: Obiezione, giudice.

la corte: Accolta.

loewy: Chiedo alla giuria di non tenere in considerazione il commento.

la corte: La giuria non tenga in considerazione il commento.

loewy: Sulla questione preannuncio un motivo di appello.

la corte: Va bene.

rubin: Quali erano i piu' grandi segreti di Forti e cosa hanno a che fare con questo caso?

Segreto numero 1: «Sono il proprietario dell’albergo Pikes». Si tiene stretto questo segreto e soprattutto lo tiene lontano dalla polizia. Perche' questa era una circostanza cosi' segreta? Motivatelo.

Segreto numero 2: «Dale Pike aveva un incontro segreto con Thomas Knott».

Perche' era una circostanza cosi' segreta? Perche' e' lo strumento attraverso cui l’imputato cerca di gettare fango su qualcun altro e allontanare ogni prova da se'.  Cosa che gli avete visto fare in quest’aula numerose volte.

Segreto numero 3: «Non ho mai visto Dale Pike». Punto centrale del processo, perche' Forti e' l’ultima persona che ha visto Dale Pike vivo.

In questo quadro, come non evidenziare la circostanza che l’imputato era in ottimi rapporti con Thomas Knott, a parte le tracce telefoniche che vi ho gia' mostrato?

L’imputato sostiene che molte delle sue condotte sono dipese dalla paura: la paura di Thomas Knott, la paura di possibili azione ritorsive nei confronti suoi e della sua famiglia dopo il ritrovamento del corpo di Dale Pike.

Ma allora perche' non disse alla moglie Heather di andare via dall’appartamento di Williams Island?

L’unica risposta logica, signori della giuria, e' questa: non aveva nessuna paura di Thomas Knott. Se ne avesse avuta, l’imputato sarebbe ritornato direttamente a casa. Invece ando' all’aeroporto e attese l’arrivo di Tony Pike mentre Heather era sola a casa con i bambini.

La stessa cosa fece giovedi'. E la stessa venerdi'…

Se l’imputato fosse stato anche solo un po’ preoccupato dalle possibili ritorsioni di Thomas Knott contro di se' e contro la sua famiglia, l’avrebbe detto alla polizia  alla poliza lo stesso giovedi'.

Enrico Forti e' poi un uomo di mondo. Ha molti soldi, magari con le rate del mutuo, ma ha abbastanza denaro da poter mandare la moglie in un altro posto, in un albergo o ovunque. Ma non lo ha fatto, e questo grida verita', signori della giuria: non aveva nessuna paura di Thomas Knott.

Tutto questo lo potete dedurre con certezza.

Ci troviamo di fronte a un caso di giustizia retributiva e se la parola vita significa ancora qualcosa, questo e' un caso paradigmatico.

Avete visto davanti ai vostri occhi tutta una parata di persone. Persone facoltose, persone che non hanno denaro e persone a meta' strada tra la ricchezza e la poverta'. Tutta questa gente, come avete visto, puo' anche essere onesta, disonesta o a meta' strada tra l’onesta' e la disonesta'.

Avete ascoltato i testimoni italiani, persone oneste. Avete ascoltato Bernard Stewart, anche lui una persona onesta. E Myrna Concha, che non ha denaro ma e' altrettanto onesta.

Poi avete ascoltato persone facoltose, ma quanto sono state oneste? Tra queste c’e' lo stesso imputato, con le sue false dichiarazioni alla polizia. E poi Paul Steinberg ed Edith Abraham.

Il fatto che si abbiano dei soldi, che si sia avvocati o notai o nessuno non significa che non si sia in grado di commettere un crimine o di dire delle menzogne.

E poi, se Knott voleva incastrare l’imputato, perche' spogliare il corpo?

Perche' non lasciarlo proprio nel luogo del delitto con la sua carta d’identita' affinche' tutto il mondo potesse vedere? Eccolo qui, Dale Pike morto, giusto dopo essersi incontrato con l’imputato.

Ma questo non e' un tentativo di incastrare l’imputato.

Adesso esaminiamo le coincidenze. Sono tutte coincidenze quelle che abbiamo visto e che hanno colpito il povero, innocente, signor Forti?  Lo sono le bugie dette a tante  persone? Lo e' la circostanza che la cella telefonica lo indichi a sud di Bear Cut? Lo e' il tempo stimato della morte della vittima? Lo e' la sabbia sull’auto di Forti? Lo sono le menzogne riferite alla polizia circa il suo interesse per l’hotel Pikes? Lo sono le bugie raccontate a Jacqueline Campbell?

Sono tutte queste cose coincidenze o prove di colpevolezza?

Signori della giuria, guardate a cio' che l’imputato ha fatto. Fate caso alla quantita' di persone che ha corrotto. Evidenziate la truffa, gli accordi telefonici, i sigilli notarili falsificati, ogni atto contro il padre della vittima. Forti ha usato Tony Pike, ha usato Helen Desrossiers, ha usato Edith Abraham, ha usato Paul Steinberg e adesso cerca pure di riacquistare la liberta'.

L’arroganza piu' assoluta! Arroganza come quella che emerge dalla lettera alla societa' Hemery Trust, inviata addirittura nel luglio 1998.

Non permettetegli di continuare questa farsa, membri della giuria!

La cosa migliore che si puo' dire dell’imputato e' questa: ha condotto un agnello al macello.

e' l’unica cosa che si puo' dire di lui.

Anche se voi credete a cio' che la difesa vi sta dicendo, ossia che Knott aveva un’arma e che avrebbe ucciso piuttosto che ritornare in prigione, ebbene Forti sapeva tutto questo prima di accompagnare Dale Pike.

Cosi', il migliore tra gli scenari che potreste ipotizzare vede Dale Pike come una spina nel fianco dell’imputato.

Anche Thomas Knott era una spina nel fianco di Forti. Se lui riesce a dimostrare che Knott ha ucciso Dale Pike e risolve i suoi problemi e torna a casa libero.  

Invece Enrico Forti e' colpevole.

Quando sarete in camera di consiglio, diteglielo con il vostro verdetto. Ditegli che, sulla base delle prove e sulla base della ragionevolezza, egli e' colpevole, che e' arrivato il tempo di accettare la responsabilita' per cio' che e' stato fatto a Dale Pike e ditegli che quel tempo comincia adesso.

Grazie per l’attenzione che mi avete riservato.

 

***

IMPORTANTISSIMO Capitolo a parte

Cosa tace il pubblico accusatore?

Il rappresentante dello Stato, nella sua ricostruzione dei fatti e delle circostanze, omette  diversi punti salienti dell’investigazione.

Intanto, va rilevata una situazione che ha a che vedere con quella che in Italia si chiamerebbe “igiene processuale”. Esiste un’incompatibilita' assoluta di ruolo per quanto riguarda la posizione dell’avvocato Ira Loewy.

Quest’ultimo, infatti, mentre sostiene la difesa nel processo Forti e', al contempo, accusatore (rappresenta lo Stato della Florida) in un altro processo in corso di discussione davanti al giudice della stessa Contea.

In secondo luogo, va osservato che la ritardata incriminazione dell’imputato (quando ormai era evidente la circostanza che fosse il principale sospettato) lo aveva privato del diritto di disporre di una difesa legale tempestiva e di godere delle prerogative sul rito contestativo (le cosiddette regole Miranda), ossia del diritto di non rispondere alle domande.

A questo passaggio si lega poi l’artificio – che abbiamo gia' descritto – di una finzione posta in essere dalla polizia di Miami per indurre Forti alla confessione. La polizia gli comunico' che anche il padre di Dale Pike era stato ucciso e questo fece cadere ogni barriera difensiva, inducendo l’indiziato a cambiare la versione dei fatti resa fino a quel momento.

In terzo luogo, l’accusa minimizza tutte le questioni legate a Thomas Knott, ricorrendo all’artificio concettuale – al limite della piu' estrema delle speculazioni filosofiche – secondo cui, anche se per un momento si fosse voluto considerare pure Knott colpevole dell’omicidio, questo non avrebbe escluso la responsabilita' di Forti, al quale il delitto era contestato in concorso con ignoti. Poiche' il processo era promosso contro Forti e non contro Knott, era assolutamente irrilevante per l’accusa, o addirittura inutile, interrogarsi su Knott, visto che ci si doveva interrogare solo su Forti.

Da questa incredibile argomentazione era nata la frase: «Lo Stato non ha bisogno di provare che e' lui il killer al fine di provare che sia lui il colpevole».

Un simile modo di ragionare, pero', crea una strana e devastante deviazione ottica.

Se e' vero che il processo e' contro Forti e non contro Knott, non e' forse altrettanto vero che l’imputato Forti ha il diritto di difendersi nel processo dimostrando che fu Knott non solo a uccidere, ma addirittura a creare tutti quei presupposti perche' l’omicidio si potesse addebitare ad altri?

Come si puo' precludere all’imputato il diritto di esaminare colui che e' ritenuto il principale sospettato di correita' senza ledere grandemente il diritto al processo giusto (fair)?

Come gli si puo' impedire di provare che un’altra persona aveva l’arma assassina?

C’e' poi una questione che il pubblico accusatore per lo Stato della Florida omette del tutto nella sua pur dettagliata requisitoria. L’omissione non e' dimenticanza, ma un vero e proprio errore strategico che viene taciuto alla giuria perche' altrimenti scardinerebbe dalle fondamenta la coerente ricostruzione dei fatti e la logicita' dell’impianto accusatorio.

Fin dal primo atto delle indagini svolte dallo Stato contro Forti e Knott si evidenzia il movente della soppressione della vittima come mezzo per poter ottenere il prodotto della truffa e delle sottrazioni di denaro consumate ai danni di un soggetto incapace.

Per questo motivo l’accusatore, in nome dello Stato, eleva quella che processualmente viene chiamata regola Williams, conosciuta in Italia come connessione teleologica.

In altre e piu' semplici parole, poiche' l’episodio della truffa all’incapace e' inseparabile dall’episodio piu' grave dell’omicidio, visto che ne costituisce il movente, allora si uniscono le due condotte perche' l’una e' la spiegazione dell’altra e affinche' possano essere giudicate e valutate insieme, ai fini della condanna.

Questa costruzione potrebbe apparire del tutto ragionevole e coerente. Ma qualcosa deve fare ritenere all’accusa che la tesi della truffa e della circonvenzione di incapace, contestata a Forti, non possa reggere al vaglio del dibattimento.

e' chiaro che noi non sappiamo cosa abbia fatto cambiare idea ai rappresentanti dello Stato della Florida, ma dobbiamo supporre che l’esame dei documenti sequestrati, unito alle spiegazioni dell’imputato e alle testimonianze, debbano aver convinto gli investigatori che Forti non aveva truffato nessuno. Da qui il repentino cambiamento di rotta.

L’accusa rinuncia a procedere, solo contro Forti, per ben otto capi di imputazione, tutti relativi a condotte dannose per gli interessi patrimoniali dell’incapace Tony Pike, mentre quelle condotte si consolidano contro Knott, che accetta la condanna.

Con l’evidenza delle cose, Enrico Forti non aveva approfittato di Tony Pike.

Meglio tardi che mai, si potrebbe dire.

e' ragionevole, ed e' anche coerente e fisiologica al processo, la scelta di retrocedere se l’azione si manifesta non sostenuta da alcuna evidenza. Pero' questo dato si scolpisce sulla pietra…

Non risulta che la regola Williams sia mai stata revocata nel processo contro Forti.

Traducendo questa frase in un concetto fruibile da tutti, cio' significa che l’imputato e' stato sottoposto al processo per l’omicidio di Dale Pike perche' si continuava a sostenere che il motivo della sua uccisione era la necessita' di ottenere i proventi dell’illecito che la stessa accusa aveva escluso sussistere… Ogni ulteriore commento potrebbe essere tacciato di vacuita'.

Ma vi era un problema ancora piu' grande – e per questo inconfessabile alla giuria – che era costituito dalla circostanza che vado a spiegare:

Se la regola Williams continuava a esistere nel processo, i giurati dovevano decidere in base alla logica conseguenza (che la stessa accusa aveva loro proposto) secondo cui a uccidere doveva essere stato chi aveva conseguito il profitto della circonvenzione di incapace e non chi era stato prosciolto da quella contestazione. Pertanto la regola Williams poteva essere applicata solo a Thomas Knott.

Il pubblico accusatore dello Stato della Florida, Reid Rubin, deve aver compreso che il rilievo era ben piu' consistente di un ragionevole dubbio. La questione tecnica travolgeva l’impianto del processo sin dalle fondamenta perche' incideva su quello che nel diritto penale italiano si chiama elemento soggettivo.

Non si comprende, nell’esposizione dell’accusa, perche' lo Stato insista nell’attribuire all’imputato, per l’omicidio, un movente (appropriazione di un indebito) la cui sussistenza e' stata esclusa proprio dallo stesso Stato.

Questo, pero', alla giuria non lo dira', ne' il giudice si adoperera' per chiarirlo.

Continua... La difesa