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Oltre il ragionevole dubbio 
(Il caso Forti)
 
La difesa

 

L’imputato Enrico Forti si e' dichiarato innocente davanti alla giuria e sostiene la tesi della sua assoluta estraneita' ancora adesso. Proprio in questi giorni, mentre sto scrivendo, egli attende l’esito della terza istanza di revisione della condanna per l’ottenimento di un nuovo processo.

Mi accingo a trattare la questione del supporto a questa affermazione di non colpevolezza, cosi' come e' desumibile dall’ultimo atto difensivo del condannato rivolto alla Corte della Contea di Dade. Spieghero' questo aspetto per necessita' di sintesi e per sgombrare il campo da tutte quelle questioni che, nel panorama del conflitto con la tesi dell’accusa, sono state comunque superate.

e' necessario ricordare come, dal punto di vista procedurale, si perviene a questa fase e per quale motivo l’unica scelta possibile, per Forti, e' quella della revisione.

Abbiamo gia' detto che Enrico Forti viene arrestato una prima volta alla stazione di polizia di Miami il 21 febbraio 1998. Nei suoi confronti e in quelli di Thomas Knott vengono elevati otto capi d’imputazione per circonvenzione d’incapace e frode organizzata ai danni di Tony Pike. Una rettifica aggiunge l’accusa di falsa testimonianza contro Forti.

Il processo e' fissato per il 18 ottobre 1999 sulla base di una richiesta di Forti, che punta al giudizio immediato. Nel frattempo l’imputato ottiene la liberta'.

Qualche giorno prima dell’inizio del processo per frode, esattamente l’11 ottobre 1999, Forti viene arrestato di nuovo, questa volta con l’accusa di omicidio. Ma, circostanza singolare, lo Stato rinuncia all’accusa di frode e  Forti e' scagionato da quella specifica contestazione.

La Corte di Miami gli nega la liberta' su cauzione e lo rinvia al dibattimento.

Al termine di un processo durato ventiquattro giorni, il 15 giugno 2000 la giuria lo condanna per omicidio di primo grado con arma da fuoco: ergastolo senza possibilita' di liberazione fino alla fine della pena.

La richiesta di un nuovo processo viene rifiutata dalla Corte il 18 luglio 2000.

L’8 agosto successivo la difesa si appella contro questa decisione.

Il 30 aprile 2002 si svolge un’udienza presso la Corte d’Appello per ottenere la revisione o l’annullamento del processo.

La condanna e' confermata, senza giudizio di merito (“no opinion”), il 12 giugno 2002.

Una nuova udienza viene rifiutata il 24 luglio dello stesso anno.
Il 23 luglio del 2004 viene presentata la richiesta di revisione del processo basata sulla legge 3.850  “postconviction relief” tramite un nuovo studio legale.

 

***

 

Vediamo adesso qual e' la ricostruzione dei fatti nella versione della difesa dell’imputato:

 

Tony Pike, che si autodefiniva un playboy, era un astuto uomo d’affari e il suo acume gli aveva permesso di frequentare il jet-set internazionale. Pike era il proprietario dell’Hotel Pikes, un piccolo albergo per il soggiorno stagionale a Ibiza che era stato ingrandito e migliorato nel corso del tempo. Negli anni Ottanta e agli inizi degli anni Novanta l’albergo ospitava un certo numero di celebrita' (era un punto di riferimento gay internazionale e tra gli ospiti fissi aveva i cantanti George Michael e Boy George), ma la sua reputazione declino' gradualmente e quindi furono necessarie alcune costose ristrutturazioni.

Come uomo d’affari, Tony Pike era sempre stato pronto a raccogliere offerte relative all’acquisto dell’hotel. Il prezzo richiesto era pari a tre-quattro milioni di dollari.

A Pike fu diagnosticato il virus HIV nel 1993. Aveva contratto la malattia a causa della sua vita sessuale promiscua. Disattendendo il consiglio del suo medico, Pike ando' in Malesia per far visita a suo figlio Dale nel dicembre 1996. Nel corso degli anni, i rapporti con il figlio erano diventati tesi a causa dei fallimenti di Dale nel campo del lavoro. Mentre era in Malesia, Tony Pike si aggravo' e fu trasportato in Australia, a Sydney, dove viveva suo figlio Bradley.

I medici gli diagnosticarono una demenza da AIDS e lo sottoposero ad alcune terapie.

Gli fu nominato un tutore, e il novantacinque per cento delle quote dell’Hotel Pikes furono trasferite alla Hemery Trust con sede a Jersey (Gran Bretagna). La moglie di Pike subentro' nella gestione dell’hotel con una procura.

Quando Pike ritorno' a Ibiza, dopo il suo ricovero in un ospedale australiano, si riprese grazie alle cure di un medico spagnolo. Dopo un conrollo sanitario a Londra i medici confermarono che le sue condizioni erano migliori di quanto non fossero prima del viaggio in Malesia. Anche la funzione cognitiva era migliorata grazie al ricovero in un ospedale spagnolo.

Pike riprese il controllo dei suoi affari, incluso la gestione dell’Hotel Pikes.

Ospite occasionale dell’hotel negli anni Novanta era il truffatore tedesco Thomas Knott. Poiche' sia Pike che Knott amavano frequentare le feste, nel 1992 diventarono amici. E tali rimasero nonostante un cattivo affare di Knott avesse coinvolto Pike e comportato l’esborso di centinaia di migliaia di dollari. In quell’occasione Knott non investi' ne' perse nulla.

Pike continuo' a essere in rapporti di amicizia con Knott anche dopo l’arresto e la condanna di quest’ultimo per frode e la sua reclusione in Germania. Alla fine del 1997 Pike fece visita a Knott che intanto si era trasferito a Williams Island, una zona esclusiva di Miami. Qui Knott continuo' a usare i suoi soliti metodi, frodando Pike di molte migliaia di dollari e proponendogli idee nuove e costose per aumentare i profitti dell’hotel ormai decadente.

Pike e Knott si divertivano a piu' non posso a Williams Island, condividendo droghe, alcol e donne fornite da Knott. Pike sosteneva il dispendioso e stravagante stile di vita di Knott con le proprie carte di credito e gli elargiva molto denaro. Knott addebito' piu' di novantamila dollari sulle carte di credito di Pike e ne rubo' altri quarantacinquemila dal conto dell’hotel Pikes. Inoltre, uso' illegalmente un’altra carta di credito che Pike si era fatto spedire all’indirizzo di Knott e cerco' di incassare assegni per settantacinquemila dollari, rubati dal conto di Pike presso la banca Lloyd’s.

Knott disse al suo amico che si sarebbe ucciso o avrebbe ucciso qualcun altro se mai vi fosse stato il pericolo di ritornare in prigione.

Enrico Forti era un produttore internazionale di successo di filmati per la televisione e per il cinema, e anche un windsurfer di grande fama. Viveva a Williams Island con la moglie Heather e i bambini.

I Forti, che possedevano alcune proprieta' proprio a Williams Island, abitavano nell’appartamento sopra quello di Thomas Knott e lo conobbero per caso.

Nell’ottobre del 1997, Forti accompagno' Knott al negozio Sports Authority, dove il tedesco acquisto' un fucile e una pistola calibro .22, registrando le armi a proprio nome e mentendo sulla condanna che gli era stata inflitta, ma facendo addebitare l’acquisto sulla carta di credito di Forti. Questo avvenne due mesi prima che Forti conoscesse Tony Pike.

Quando Forti incontro' Tony Pike, i due fecero subito amicizia. Iniziarono presto a discutere dell’acquisto dell’albergo da parte di Forti. Quest’ultimo invito' Pike a traslocare in uno dei suoi appartamenti dal momento che le condizioni di vita in quello di Knott erano diventate intollerabili per Pike. Forti mise anche in guardia il suo nuovo amico sul fatto che Knott stava approfittando di lui e gli rubava il denaro. I due decisero di unire le loro forze per far tornare l’hotel agli antichi fasti. Forti era d’accordo nell’investire una ragguardevole somma di denaro per promuovere l’albergo e Tony disse che avrebbe accettato in cambio sia contanti che proprieta', pur continuando ad avere il ruolo di manager e condividere i profitti.

Nel dicembre del 1997 Pike e Forti andarono a Ibiza, cosi' Forti pote' vedere l’hotel e revisionare i documenti finanziari. Quando Pike segui' Forti di ritorno a Miami alla fine del mese, scopri' che Knott aveva fatto addebiti non autorizzati sul conto della sua carta American Express.

Pike e Forti ritornarono a Ibiza nel gennaio del 1998. In questa occasione Pike redasse i documenti che trasferivano gli interessi dell’hotel dal suo conto fiduciario a Forti.

Durante la trasferta i due si fermarono a Parigi, dove Tony Pike fu presentato all’avvocato americano di Forti, Paul Steinberg. Poi viaggiarono fino a Monaco, dove Pike contatto' la Lloyd’s Bank per cancellare il suo debito e bloccare l’utilizzo fraudolento della sua carta di credito da parte di Knott.

Quando arrivarono a Ibiza, Pike chiese che il suo consulente finanziario, Jose' Serra Torres, preparasse i documenti per la vendita dell’hotel a Enrico Forti.

Il 23 gennaio i documenti furono redatti nello studio del notaio spagnolo Leo'n Pina.

Il giorno successivo Forti torno' dal notaio Pina per rilasciare una procura notarile a Tony Pike che gli dava la possibilita', in qualita' di manager plenipotenziario, di poter utilizzare i conti dell’albergo. Forti trasferi' venticinquemila dollari sul conto di Pike come pagamento iniziale, secondo i termini dell’accordo. In cambio dell’hotel, Forti doveva pagare a Pike un milione e cinquantamila dollari in contanti piu' la permuta di due appartamenti siti a Williams Island. Tony Pike, come si e' detto, doveva mantenere il ruolo manageriale con un salario effettivo, piu' una percentuale sui profitti.

Quando Forti torno' a Miami, Pike contatto' il figlio Dale, che si era ormai allontanato da tempo, e lo invito' a Ibiza. Fu Forti a pagare il viaggio affinche' Dale potesse riunirsi a suo padre.

Il 4 febbraio 1998 Tony Pike invio' un fax alla Lloyd’s Bank informandola che aveva venduto l’albergo a Forti e chiedendo che i suoi conti fossero chiusi e i saldi trasferiti secondo le istruzioni del nuovo acquirente. Pike menziono' anche tentativi di qualcuno di incassare assegni non autorizzati. Pero', sia Dale Pike che la banca misero in dubbio l’autenticita' del fax.

Dopo un incontro tra i Pike e Serra Torres, Tony Pike mando' un fax a Forti con una richiesta di chiarimento che riguardava la vendita e invio' anche una lettera alla Banca Lloyd’s per chiudere il suo conto e trasferire il saldo su nuovo conto a nome Enrico Forti.

Comunque confermo' che Forti era, da quel momento e a ogni effetto, parte “integrante” della sua attivita' economica.

I Pike programmarono di andare a Miami, ma Dale sarebbe arrivato in anticipo e sarebbe stato ospite dei Forti. Il padre disse a Dale che Forti e Knott si sarebbero presi cura di lui durante la sua visita.

Enrico Forti non aveva mai visto Dale, ma Thomas Knott si'.

Il 15 febbraio 1998, domenica, Dale volo' da Ibiza a Madrid e poi a Miami.

Forti aveva programmato di andare a prenderlo all’aeroporto e poi proseguire per l’aerostazione di Fort Lauderdale per prelevare suo suocero e i bambini di quest’ultimo.

Quella mattina Knott ando' da Forti con un cambiamento di programma: gli disse di sapere dell’arrivo di Dale Pike e gli chiese di portarlo a Key Biscayne, dove un suo amico lo avrebbe prelevato per un weekend di festeggiamenti.

Poiche' il volo era in ritardo, Forti chiamo' la moglie con il telefono cellulare; durante la telefonata, Heather gli raccomando' con fermezza di essere puntuale per l’arrivo del volo del padre.

Forti e Dale alla fine riuscirono a incontrarsi, dopo essersi rintracciati per mezzo dei sistemi di ricerca dell’aeroporto. Forti condusse Dale, su sua richiesta, in auto al ristorante Rusty Pelican, dove un uomo, alla guida di una Lexus bianca, lo stava aspettando.

Da quel momento Forti non vide ne' senti' mai piu' Dale.

Sapendo che sua moglie si sarebbe arrabbiata se fosse arrivato in ritardo a Fort Lauderdale, Forti le telefono' alle 19:16 e le disse che non aveva visto Dale all’aeroporto. Poi si affretto' a raggiungere l’altra aerostazione per prendere il suocero e i figli (19:45) e ando' a casa.

Quando, il giorno successivo (lunedi'), Tony Pike chiamo' Forti, quest’ultimo gli disse che suo figlio non era arrivato all’aeroporto la domenica sera ed espresse la convinzione che Dale fosse fuori a festeggiare, come era solito fare.

Nel tardo pomeriggio di lunedi', un windsurfer scopri' il corpo nudo di Dale nella Sewer Beach, un’area popolare per la pratica del windsurf a Virginia Key. La polizia fu in grado di identificarlo grazie a un biglietto aereo e a una carta d’imbarco trovati li' vicino. A Dale avevano sparato alla testa due volte, con un’arma calibro .22.

Tony Pike e Forti si erano accordati per incontrarsi a New York ben prima del programmato viaggio di Dale a Miami. Forti aveva fissato anche un incontro con un socio d’affari che voleva presentare a Tony Pike. Quest’ultimo doveva vedere la sua amica Jane Fredericks.

Prima che entrambi arrivassero, la Fredericks fu informata dalla detective Catherine Carter che Dale era stato ucciso. Lei riferi' la tragica notizia a Pike quando arrivo' a New York.

Pike prese immediatamente un volo per Miami.

Enrico Forti contatto' la Fredericks e fu sorpreso di sapere che Tony stava viaggiando verso Miami. Solo quando Forti le telefono' ancora una volta, lei gli disse che Dale era stato ucciso.

Forti espresse le sue preoccupazioni per la salute di Tony Pike e le comunico' che avrebbe parlato con i suoi contatti alla polizia per ottenere qualche informazione. La Fredericks disse al Forti di contattare la detective Catherine Carter.

Forti ritorno' subito a Miami per aspettare il volo di Tony Pike da New York.

All’insaputa di Forti, la polizia aveva stabilito di camuffare Tony e di nasconderlo in un luogo segreto. Quando vide che Tony non era sceso dall’aereo, Forti cerco' freneticamente di localizzarlo a New York, sconvolto dall’idea che la vita di Pike potesse essere in pericolo.

Il giovedi' successivo Forti chiamo' la stazione di polizia per riferire che Tony Pike era ancora assente. Parlo' di questo con il detective J.L.Gonzales. Poi chiamo' la stazione di polizia una seconda volta per dire che non aveva ancora trovato Tony. Alla terza telefonata, Forti parlo' direttamente con la detective Carter e riusci' a fissare un appuntamento per quella sera.

Durante l’incontro, la Carter e Gonzales informarono falsamente Forti che Tony Pike era stato trovato ucciso a New York.

Fu in seguito a questa notizia che Forti menti'. Forni' alla Carter una dichiarazione registrata, nel corso della quale racconto' della sua societa' con Tony Pike e della frode di Knott. Ammise di essere andato all’aeroporto per incontrare Dale, ma sostenne di non averlo visto. Si offri' anche di fornire agli investigatori la documentazione dell’impresa finanziaria dell’hotel.

La sera seguente, cioe' il 20 febbraio, Enrico Forti ritorno' alla stazione di polizia e fu interrogato da parecchi detective per piu' di dodici ore.

Questa volta fu informato sui suoi diritti (regole Miranda) e firmo' un modulo di rinuncia alle facolta' previste per legge. Quando nego' nuovamente di aver visto Dale la domenica sera, fu messo al corrente delle registrazioni dell’aeroporto che confermavano che aveva incontrato Dale proprio nell’aerostazione. Gli investigatori gli dissero anche che gli archivi delle telefonate del cellulare indicavano che quella sera aveva fatto una telefonata da Key Biscayne alle 19:16.

Accorgendosi che la polizia sospettava che lui e Knott fossero coinvolti nella morte di Dale, Forti espresse i suoi timori per la sicurezza della propria famiglia. Disse agli investigatori che Knott era una persona pericolosa e di avere paura per la sua incolumita'.

Durante altri interrogatori, la Carter comunico' a Forti la falsa notizia che Tony Pike era stato trovato ucciso a New York. Forti rimase molto colpito nell’apprendere dell’assassinio dei due Pike e si convinse che anche l’omicidio di Tony fosse effettivamente avvenuto.

Forti disse anche alla detective Carter che Thomas Knott era andato presso il suo appartamento la domenica mattina per discutere della visita di Dale. Knott gli aveva chiesto di portare Dale a Key Biscayne, cosi' avrebbe potuto stare in compagnia di un amico dello stesso Knott e risolvere qualsiasi problema i Pike avessero avuto con lui.

Forti disse inizialmente alla Carter che aveva portato Dale al ristorante Rusty Pelican perche' pensava dovesse incontrarsi con Thomas Knott e lo aveva visto entrare. Poco tempo dopo si corresse, dicendo che Dale aveva incontrato un uomo su una Lexus bianca nel parcheggio del ristorante e che lui, invece, aveva proseguito per la sua strada, per andare a prendere il suocero a Fort Lauderdale.

A Forti furono letti i suoi diritti e poi firmo' i due moduli (regole Miranda) datati 19 e 20 febbraio 1998.

Piu' tardi, quella stessa notte, la detective Carter lo condusse alla Sewer Beach, nel luogo in cui era stato trovato il corpo di Dale e anche al parcheggio del ristorante Rusty Pelican.

Qual e' la spiegazione logica di questo trasferimento notturno del Forti in manette sui luoghi del delitto? Perche' non gli fu data l’immediata possibilita' di avere l’assistenza dell’avvocato?

Forti acconsenti' alla perquisizione della sua automobile e del suo appartamento, e forni' sangue e campioni per il DNA.

Heather Forti, a casa, fu svegliata dalla polizia, che recupero' il revolver calibro .38 del marito. La polizia disse alla signora Forti che Chico le aveva mentito sul fatto di non aver incontrato Dale all’aeroporto.

La mattina seguente Forti disse al detective Confessor Gonzalez che aveva paura di Knott e che aveva mentito sul fatto di non aver visto Dale perche' temeva di essere accusato della sua morte.

Poi scrisse una dichiarazione che Gonzalez confisco', incompleta, quando venne a sapere che l’avvocato designato era per strada e stava per raggiungerli.

La polizia focalizzo' la propria indagine su Forti e Knott come principali sospettati. Gli investigatori  credevano di avere prove sufficienti per sostenere la teoria secondo la quale Knott e Forti avevano escogitato un piano per defraudare Tony Pike del suo denaro e del suo hotel, e che Dale era stato ucciso per impedirgli di bloccare la vendita.

Knott aveva un alibi a prova di bomba per l’omicidio, perche' aveva organizzato (con invito diramato qualche giorno prima) una festa a casa sua, proprio la sera in cui Dale era stato ucciso.

Forti invece fu arrestato dopo la notte dell’interrogatorio, con l’accusa di furto aggravato e frode organizzata. Un’accurata ricerca sulla scena del crimine, a casa di Forti, nella sua auto, e i test del DNA non produssero alcuna prova forense che collegasse l’italiano all’omicidio.

Il 5 marzo 1999, il tenente John Campbell condusse una seconda ricerca sulla macchina di Forti, ma non riusci' a prelevare un campione di sabbia abbastanza grande per confrontarlo con le aree di spiaggia selezionate.

Il 25 marzo lo stesso Campbell guido' la macchina di Forti in un altro luogo. Durante questa terza ricerca, Campbell dichiaro' di aver osservato, togliendone il coperchio, una piccola quantita' di sabbia sul gancio di traino della macchina.

Piu' tardi la polizia collego' quella sabbia alla spiaggia dove era stato ucciso Dale.

 

***

Gli errori qui riportati qui non sono completi, vengono elencate circostanze importanti per l’accusa e non per la difesa. Vd allegato nota. Errori difesa che sono stati depositati per la mozione 3.850.

1. La linea della difesa (di alcuni errori vengono addirittura citati dallo stesso accusatore) e' impostata piu' sulle accuse a Knott che sullo scagionamento di Forti.
2. Non ha evidenziato la mancanza di prove oggettive a carico dell’imputato.
3. Non si e' adoperata per fare annullare la deposizione dell’imputato resa il 19 febbraio 1998 sulla base della regola Miranda.
4. Non ha sviluppato quanto lo stesso accusatore ha riconosciuto relativamente al fatto che la polizia ha tenuto nascosto Tony Pike al Forti il 18-19 febbraio, prima della sua deposizione
5. Non si e' battuta a sufficienza per chiarire inequivocabilmente alla giuria che si trattava di un processo per omicidio e non per frode, dalla quale l’imputato era stato prosciolto. Mentrre la frode e' stata usata come movente.
6. Non ha ciamato a deporre testimoni di importanza vitale come lo stesso Forti, sua moglie Heather, Thomas Knott, il notaio spagnolo Pina, l’impiegato dell’hotel di Ibiza Antonio Fernandez ecc…
7. Non si e' battuta per invalidare la prova della sabbia e la fabbricazione della stessa da parte della polizia e l’i

Cosa tace od omette la difesa su tutta questa complessa vicenda?

Non fa alcun riferimento a circostanze molto importanti.
La prima attiene alla “gestione” della pistola calibro .22 comprata con la carta di credito dell’imputato qualche mese prima dell’omicidio: perche' quell’acquisto con Knott?

In secondo luogo, se si puo' giustificare la bugia detta alla moglie nella circostanza, perche' Forti menti' sull’arrivo all’aeroporto anche con il padre di Dale?

Perche' menti' e depisto' l’attivita' investigativa della polizia?

Perche', se Forti conosceva le attitudini delinquenziali di Knott e le sue intenzioni di «uccidere piuttosto che finire in galera», scelse comunque di condurre Dale Pike verso quel singolare appuntamento con lo sconosciuto?

In ultimo, il viaggio di Dale Pike a Miami era o non era motivato solo dalla necessita' di ridiscutere tutto l’affare dell’albergo e dei soldi che il padre aveva sborsato in favore del Knott?

Se il dubbio – secondo le regole americane – deve far assolvere, allo stesso modo si puo' dire che il dubbio generato dall’imputato lo avvicina alla condanna…

Non e' un gioco di parole, ma la sintesi estrema dello stato delle cose.

 

***

 

Inserire scheda di Anthony Pike?

Continua... L'incredibile testimonianza del padre della vittima