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 23 dicembre 2007


 

 

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L'Opinione  di Kristian Guttadauro

Su, via, è Natale! Saremo tutti più buoni.
DA GENNAIO IL "TERZO TEMPO"
Come nella pallavolo, e in certi casi in altri sport, arriva il momento della stretta di mano a fine gara anche sui campi di calcio.
Una speranza, una realtà? Chissà… Intanto proprio di questi tempi, dalla politica al sociale, allo sport tutti si fermano, pensano un po’ di più, forse illuminati davvero da qualcosa di “poco umano” ed i buoni propositi quasi si sprecano.

Una decisione senza dubbio importante, ma che rischia di restare soltanto un mero simbolo di quel fair play che nel nostro paese, in questi ultimi anni, è ormai scomparso dalle arene non solo calcistiche ma dello sport in generale. Si potrebbe e dovrebbe fare di più. Partendo dalle fondamenta instabili della giustizia sportiva italiana. Per rinsaldarle con l'istituzione di un organo di controllo sulle federazioni, dotato di pieni poteri, ad oggi la grande parte dei casi completamente inesistente.
 


Il consiglio di Lega ha decretato l'introduzione ufficiale del cosiddetto "terzo tempo" a partire dal 13 gennaio 2008, un cerimoniale che sarà quindi d'obbligo su tutti i campi della serie maggiore.

 

Il Natale è sempre uno di quei momenti dell’anno che invitano a fare qualche riflessione in più. Fermarsi un attimo, “essere più buoni”, possibilmente più propositivi e migliori rispetto a quanto non si sia fatto fino ad un giorno prima. Insomma, per qualcuno può essere un sentito momento di ripartenza, per qualcun altro magari solo la scusa per chiudere gli occhi su quanto pasticcione sia stato e rimettersi in carreggiata. Su, via, è Natale! Saremo tutti più buoni. Una speranza, una realtà? Chissà… Intanto proprio di questi tempi, dalla politica al sociale, allo sport tutti si fermano, pensano un po’ di più, forse illuminati davvero da qualcosa di “poco umano” ed i buoni propositi quasi si sprecano. La finanziaria con un po’ di fatica è passata, ora mangiamo il panettone e poi andiamo avanti; il governo ha le ore contate (Berlusconi, ndr), il governo resterà in carica ancora 60 mesi (Prodi, ndr); processiamo e condanniamo tutti gli attori di Moggiopoli e ripuliamo il calcio, facendolo tornare uno sport serio (i milioni di Kaka, Totti e compagnia? E vabbè pazienza, loro lavorano…, ndr).
Insomma, si pensa tanto ed altrettanto si vuol mettere davvero in pratica, così come il “terzo tempo” cui da gennaio assisteremo su ogni campo di calcio in Italia: il saluto dei padroni di casa alla squadra ospite, un modo di rendergli omaggio sia che si sia vinto o perso, non importa. L’importanza di questi gesti di fair-play è quella di sottolineare come si possa stare comunque sereni dopo novanta minuti di furore agonistico a prescindere dal risultato. Se lo fanno i ventidue protagonisti in campo allora perché non dovrebbero seguirne l’esempio anche i tifosi sugli spalti e fuori, invece di dedicarsi alle battaglie metropolitane fra di loro o contro le forze dell’ordine?
Beh, vedremo, plauso alla Fiorentina per aver sfidato tutto e tutti (soprattutto i “padroni” del pallone della Lega, interessata solo alla spartizione dei diritti tv – ma lo sport serio???), per aver lanciato questa iniziativa del “terzo tempo” qualche settimana fa, ora adottata a furor di popolo e magari pronta ad essere esportata anche a livello internazionale.
Bene, bene. Ma già che siamo in un momento di interessante riflessione natalizia, e qualcuno (la Fiorentina, per esempio) è disposta ad infischiarsene dei divieti di qualche miope istituzione pur di mettere in atto qualcosa di assolutamente positivo e denso di contenuti in una fase del mondo pallonaio sconvolta da scandali e violenza (Calciopoli ed hooligans) che neanche il Mondiale vinto in Germania è riuscita a nascondere, perché non si continua quest’opera di ristrutturazione anche a piani un po’ più alti dello sport italiano? Forse qualcosa dovrebbe essere rivista, ristrutturata, rammodernata, secondo i principi della vera giustizia sportiva e non solo.
Per esempio, perché non introdurre in seno al Coni, gestore dello sport nazionale, un istituto, un meccanismo che sappia anche porre rimedio quando chiamato in causa agli errori in buona o cattiva fede fatti dalle singole federazioni in tema di giustizia sportiva? Perché non introduciamo anche qui un efficace “Terzo tempo”? Un organismo imparziale che sappia ascoltare, valutare ed esprimersi, confermando o, se vene fossero i giusti motivi, anche modificando quanto precedentemente stabilito dai vari gradi di giustizia sportiva di ogni federazione? Ma di cosa state parlando vi domanderete?
Che scherzi sono? E’ ovvio che sia così anche nel mondo dello sport italiano? E’ così nella pur malconcia giustizia del mondo reale, figuriamoci se lo stesso principio non sia applicato anche nel nostro sport, no?
No.
Non è proprio così. Ci dispiace deludervi, ma purtroppo il potere di ogni federazione in questa materia sembra oggi quasi incontrastato. Un libero arbitrio cui un organismo come il Coni – anche se si presuppone così – non può vigilare con serenità di giustizia ed equità.
Se mi si accusa di aver preso un pallone ed in qualche modo mi si riesce a condannare in ogni grado di giudizio in seno alla mia federazione di calcio, pallamano, basket o altro, di fatto non ci sarà alcun istituto cui io possa appellarmi presso il Coni per mostrare che, ad esempio, io ero bloccato nel traffico a Sydney mentre era qualcun altro ad impossessarsi del pallone a Milano. Se la giustizia della mia federazione in buona o cattiva fede non ha voluto considerare la mia difesa, commettendo così un errore, non sembra ci sia modo per me, oggi, di cancellare la mia ingiusta squalifica e - il mio nome e la mia reputazione. Non esiste un ultimo grado di appello, in seno all’universo Coni, che possa vigilare sulla corretta amministrazione della giustizia sportiva in ogni piccola galassia delle quarantaquatto federazioni ufficialmente operanti in Italia.
Vedi Calciopoli. E’ intervenuta la Camera di conciliazione del Coni, sì, ma si è trattato solo di una estrema ratio, una sorta di arbitrato che ha messo tutti seduti davanti ad un tavolo e più che stralciare certe posizioni (eppure di casi “sospetti” e prove non troppo chiare ce n’erano…., ndr) o quanto meno rivalutare i singoli capi d’accusa e magari sconfessare nettamente la giustizia sportiva della Federcalcio, è servito più che altro, nella maggioranza dei casi, a trattare con le parti in causa una pena “accettabile”, a cercare un compromesso lì dove fosse stato possibile raggiungerlo.
E peraltro occorre precisare che in non tutti i casi è sempre possibile adire a questa Camera di conciliazione del Coni: occorre infatti avere subito una squalifica di almeno 120 giorni.
Sembra che la partita oggi finisca solo al primo tempo. L’arbitro si prenda il pallone e se ne vada incurante delle proteste di giocatori e pubblico. Altro che “terzo tempo” e fair-play. Non si gioca neanche la ripresa!
Volete che vi raccontiamo di un caso particolare? Lo farò presto con uno speciale "radiografia della giustizia sportiva" nell'ambito delle federazioni in Italia e nel resto d'Europa,  partendo dal caso "Fair Play" della Fedevela che, dopo i tre gradi di giustizia, ha emesso una futile ma significativa sanzione disciplinare ad un tesserato "per non aver impedito la pubblicazione di un articolo"  - Botta e risposta fra Pottino e Rolandi dopo le accuse al patron della Federvela Sergio Gaibisso -, il cui contenuto non è stato gradito agli alti vertici della Federazione Italiana Vela. La vicenda è stata soprannominata “caso fairplay” della Federvela. Questo caso ha fatto emergere una triste realtà, allarmante e molto GRAVE, che rivela l’inesistenza di organi di controllo, anche da parte del CONI, ai quali rivolgersi per verificare l'operato svolto dagli organi di giustizia delle federazioni riconosciute. Secondo la FIV, che non è mai voluta entrare nel merito di quanto scomodo scritto nell'articolo, gli incolpati avrebbero dovuto esercitare nei confronti del giornalista e del direttore responsabile un potere di censura contro la libertà di stampa ed espressione garantita in Italia dall’articolo 21 della Costituzione.

 

Buon Natale e Felice Anno

Kristian Guttadauro

 

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